Condividi

Bpm sempre più nel caos: Moody’s la boccia, Modiano si chiama fuori e si aspetta Bankitalia

A pochi giorni dalla presentazione delle liste per l’assemblea, la confusione è alle stelle – Moody’s abbassa il rating – Tra i sindacati è scontro totale – Il banchiere Modiano non scende in campo e tutti i attendono l’intervento di via Nazionale.

Bpm sempre più nel caos: Moody’s la boccia, Modiano si chiama fuori e si aspetta Bankitalia

Ci mancava Moody’s. L’agenzia di rating ha abbassato oggi ad A2 il rating su Bpm, confermando l’outlook stabile. In Borsa il titolo cede l’1,14% in una giornata molto volatile, mentre l’indice Ftse Mib sale del 2,56% e le banche si difendono attorno alla parità (negativa è Banco Popolare ma Unicredit guadagna l’1,31% e Intesa è sopra il 2%). Il taglio non sorprende: arriva in seguito al downgrade sull’Italia, che colpisce a catena anche il settore bancario.

Ma a Piazza Meda per ora i problemi sono ben altri. Chi sperava che l’adozione della governance duale, l’intervento più che persuasivo di Bankitalia e l’interessamento di uomini di mercato mettessero presto in riga la Bpm, non aveva tenuto conto che a Piazza Meda tutto sempre si complica. Per definizione. A due giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste per la nomina del nuovo Consiglio di Sorveglianza nell’assemblea del 22 ottobre, è il caos.

Con tanto di candidature repentinamente smentite, liste che si sdoppiano o si triplicano, sindacati interni commissariati dai sindacati nazionali. Dalla bagarre si è oggi chiamato fuori Pietro Modiano, che, secondo indiscrezioni, sarebbe stato indicato per un ruolo di rilievo dall’Associazione Amici, l’associazione che rappresenta i dipendenti soci e che è espressione dei sindacati interni alla Banca: ”Ho letto di questo interessamento – dice – Ne prendo atto, ma questa gag si apre e si chiude oggi. Leggo che entro sabato le liste verranno fuori e tutto finirà”.

Una nomina che poteva servire a convincere la Fisac Cgil a cambiare idea e sostenere l’Associazione Amici. Il sindacato nazionale, infatti, in rotta di collisione con i propri rappresentanti interni alla Banca, ha recentemente escluso il proprio sostegno alla lista che sarà presentata dall’Associazione Amici e che vede come socio di riferimento Andrea Bonomi, il patron di Investindustrial che punta al 10% della banca. Dopo la pubblicazione da parte di alcuni organi di stampa di un documento che porta alla luce un sistema di carriere pilotate, alcune sigle sindacali della Bpm sono infatti entrate in rotta di collisione con i propri rappresentanti interni decidendo di non appoggiare la lista dei candidati a proposta dall’associazione Amici, da sempre maggioritaria.

La Fisac, potrebbe così decidere di schierarsi con le altre sigle che hanno dichiarato la rottura con il fronte sindacale interno, Fabi e Fiba/Cisl, e che al momento stanno limando l’elenco dei propri rappresentanti (si punta su Matteo Arpe, numero uno di Sator). A sostenere l’Associazione Amici ci sarà la Uilca. Il segretario generale Massimo Masi ha infatti puntato il dito contro il comportamento della Fabi e Fiba/Cisl che, dal suo punto di vista, ha rotto il fronte sindacale con inevitabili riflessi su tutta la vicenda.

“Mi auguro che questo episodio non abbia ripercussioni sui rapporti tra le sigle a livello nazionale in vista della difficile trattativa sul contratto nazionale”, ha aggiunto ribadendo poi il sostegno all’Associazione Amici della Bpm, chiedendo però precise garanzie nell’adottare soluzioni in linea con le indicazioni di Bankitalia. E proprio da via Nazionale potrebbe però arrivare il cartellino rosso: Banca di italia, che già nei giorni scorsi ha espresso il proprio disappunto per la bagarre in un colloquio con il presidente della Bpm Massimo Ponzellini, potrebbe decidere di congelare il diritto di voto di tutti i dipendenti soci. Oggi l’azione Bpm ha chiuso in rialzo dello 0,18%.

Commenta