Banca Popolare di Milano ha chiuso il 2015 con un utile netto di 288,9 milioni di euro, in rialzo del 24,4% rispetto all’anno precedente e ha annunciato un dividendo di 2,7 centesimi in miglioramento dai 2,2 centesimi distribuiti sul 2014. L’utile dell’esercizio beneficia dell’importante crescita delle commissioni nette e del calo delle rettifiche su crediti.
Il risultato è influenzato inoltre da alcune componenti non ricorrenti quali la cessione della quota del 4% di Icbpi (+75,4 milioni), la svalutazione di un subordinato di Banca Etruria (-25 milioni), il riacquisto di bond retail (-11,5 milioni), e il contributo straordinario (-39,7 milioni) per il programma di risoluzione delle quattro banche italiane.
L’utile netto normalizzato, cioè al netto delle componenti non ricorrenti, è di 259,9 milioni con una crescita dell’83,4% sull’esercizio 2014. I ricavi crescono del 2,8% a 1,6 miliardi circa, con un margine di interesse in progresso dello 0,8% a 806,7 milioni, e le commissioni nette dell’8,9% a 606 milioni.
“Posso assicurare – ha detto il consigliere delegato Giuseppe Castagna – che noi lavoriamo tranquillamente sulla base delle istruzioni che abbiamo avuto dal consiglio, che sono trovare un partner con cui fare un merger of equals, che è condizione essenziale del mandato avuto dal mio consiglio, trovare un’operazione che crei valore per i nostri azionisti e un partner con cui condividere alcuni valori del mondo delle Popolari del passato però proiettati in una Spa dinamica e aperta al mercato”. Lo ha dichiarato il consigliere delegato di Bpm, Giuseppe Castagna, rispondendo alle domande degli analisti nel corso della conference call di presentazione dei conti 2015. “Altri limiti non ne ho”, ha aggiunto.