No, non è finita. Massimo Ponzellini esce di scena, Matteo Arpe si fa da parte, in attesa degli sviluppi. Sul palcoscenico appare a sorpresa un banchiere di lungo corso, Carlo Salvatori. Ma la partita di Piazza Meda resta in bilico.
Dopo il lungo consiglio di Bpm che ha licenziato la bozza della nuova governance, la partita per Bpm si sposta ancora in Banca d’Italia, cui spetta l’approvazione del nuovo testo. E non è difficile prevedere che i rilievi non saranno di poco conto: la vera posta in gioco è sottrarre l’istituto al controllo autoreferenziale del sindacato interno. E sarà sfida rovente: trova infatti conferma la notizia, da noi anticipata, di un’”ispezione mirata” di Banca d’Italia alla sede dell’istituto, con contestazioni specifiche al comportamento di un’area della banca.
Intanto, dopo la fiammata di ieri (+12,1%), in Piazza Affari il titolo si sta assestando attorno ai nuovi valori: -0,9% a fine mattinata, dopo un avvio positivo. Il mercato, insomma, sta a vedere in attesa dei prossimi sviluppi di una partita giunta all’intervallo, ancora ben lontana dal 90° minuto. In sintesi:
1) Il primo dato certo è che il cda ha limitato l’aumento di capitale a 800 milioni rispetto alla richiesta di Banca d’Italia per un’iniezione di 1,2 miliardi. E’ stata così accolta la richiesta di Mediobanca, leader del consorzio di collocamento, che non ha certo riscontrato un grande interesse da parte degli investitori istituzionali. Ma, in questo modo, Bpm non potrà rimborsare i Tremonti bond, i cui interessi pesano sul conto economico.
2) Sembra scontata l’uscita di Massimo Ponzellini. Pare che il presidente uscente abbia concordato una ricca liquidazione con il fronte degli “amici della Bpm”, a fronte del ruolo, tutt’altro che grato, di far da parafulmine per le contestazioni della Vigilanza di Banca d’Italia.
3) Il cda ha approvato a maggioranza (11 contro 6) il passaggio alla governance duale. In parte la bozza è stata piegata alle esigenze prospettate da via Nazionale: il consiglio di sorveglianza (17 membri più due in arrivo dalla controllata Cassa d‘Alessandria presto fusa con Banca di Legnano) non avrà poteri di indirizzo né potrà dettare le linee strategiche al consiglio di gestione, composto da cinque membri. Nello stesso cds faranno il loro ingresso degli indipendenti, tra cui cattedratici di chiara fama, e i rappresentanti degli investitori istituzionali che potranno presentare proprie liste.
4) Ma il vero nodo riguarda il sistema elettorale e il gioco delle alleanze più o meno coatte che permette alle rappresentanze sindacali interne, contestate dalle segreterie nazionali, di controllare la macchina operativa dell’istituto, premiando o punendo sulla base della “fedeltà” alle liste sindacali.
5) Non a caso, il manuiale Cencelli sindacale ha già individuato nei dettagli sia la squadra che dovrebbe governare il cds che i nomi dei cinque che faranno parte del consiglio di gestione cui dovrebbero rispondere dirigenti ed impiegati già promossi in anticipo per rispetto agli equilibri dei signori delle tessere.
6) Il consiglio di sorveglianza, cui non mancano nomi di prestigio, è già pronto per undici diciannovesimi: tre rappresentanti della Fisac (Ezio Simonelli, Giuseppe Coppini, Mario Mazoleni); tre per l’Uilca (Michele Zefferino, Maurizio Cavalleri, Umberto Bocchino); due per la Fiba (Sergio Schieppati e Carlo Dall’Aringa). La squadra sarà completata da Onofrio Amoruso (l’uomo che ha messo in contatto il sindacato con Andrea Bonomi) e Marcello Priori in qualità di vice presidenti. Al vertice, secondo questo disegno dovrebbe salire Carlo Salvatori.
7) Il consiglio di gestione, invece, vedrà la presenza di Enzo Chiesa, oggi direttore generale, domani probabile consigliere delegato, più il rettore della Sda Bocconi Maurizio Dallocchio, oltre a Andrea Bonomi (pronto a garantire una cifra attorno ai 200 milioni in occasione dell’aumento), Davide Croff e Dante Rozzano, manager di fiducia di Investindustrial.
8) Sarà una squadra indipendente dai tradizionali giochi di potere della banca? Matteo Arpe ritiene di no. L’ex banchiere di Capitalia si limita a dire: “Finché non si rimuoveranno i condizionamenti di certi soggetti, mancano i presupposti razionali di un qualsiasi investimento”. Gli sviluppi alle prossime ore.