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Bpm, febbre da fusione: già 11 mila iscritti all’assemblea

È stata davvero indigesta l’apertura della campagna delle trimestrali Usa. Alcoa, il gigante dell’alluminio che per tradizione apre le danze della earnings season, ha accusato una batosta memorabile: -11,4%, dopo aver registrato un (modesto) calo degli utili ma un significativo calo dei ricavi (-6%). Non è andata meglio a Illumina, azienda biomedicale che ha rilasciato ieri i conti trimestrali: -24,8%.

Questi dati non rappresentano in sé un campione significativo per la Corporate America, ma hanno contribuito ad accentuare un certo nervosismo giustificato da vari fattori: a) il rafforzamento del dollaro contro tutte le valute ad eccezione lo yen (1,1054 contro l’euro), a conferma che i mercati si stanno preparando al rialzo dei tassi; b) in particolare, continua la discesa dello Yuan che ha superato il livello di 6.73 contro il dollaro, nuovo massimo dal 2010; c) frenano anche le valute emergenti (-2,4% l’indice Msci) finora solide; d) a completare un quadro turbolento, la discesa della sterlina, tornata a lambire i livelli toccati venerdì scorso. Sale così l’attesa per la pubblicazione dei verbali della Fed, prevista per oggi.

L’universo dei mercati, insomma, comincia a muoversi dopo la bonaccia dei mesi scorsi. Gli operatori si preparano ad affrontare il dopo voto americano, occasione propizia per ritoccare i tassi. In questa prospettiva i più cauto (ed avveduto) si prepara, con prudenza, a far provvista di cash. Meteo Borsa segnala l’arrivo all’orizzonte di possibili vendite su azioni e bond.

CONTINUA IL CALVARIO DI SAMSUNG. SALE IL T BOND

In calo tutte le Borse asiatiche, salvo Shenzhen (+0,3%). Tokyo perde a metà seduta lo 0,6%, nonostante i buoni dati sull’export delle macchine utensili. In ribasso anche Sidney (-0,4%), Hong Kong (-0,8%) e Shanghai (-0,4%).

Prosegue il calvario di Samsung. Il colosso coreano ha deciso di ritirare dal commercio il suo prodotto top, il Galaxy Note 7, invitando i possessori a non usarlo più. In settimana un utente è finito in ospedale in Kentucky per aver inalato fumo proveniente dal suo apparecchio. Il titolo perde stamane il 3,3%, che va ad aggiungersi al tonfo di martedì (-8%).

Data la situazione è probabile che venga a cadere la cessione da parte di Fca di Magneti Marelli al colosso coreano. Ne approfitta intanto Apple (+0,22% a 116,30 dollari), favorita dai guai della sua più temibile concorrente.

Chiusura negativa per i mercati Usa: il Dow Jones arretra dell’1,23%, S&P 500 -1,39%. Il Nasdaq lascia sul terreno l’1,68%. Mai così in alto da giugno i rendimenti del T bond decennale, saliti all’1,781%.

FRENA IL PETROLIO: EXANE TAGLIA ENI

Dopo il forte rialzo della vigilia, frena il petrolio. Il Brent è stato scambiato a 52,4 dollari al barile, in calo dell’1,3%, Wti a 50,7 dollari (-1,2%). Il taglio alla produzione da parte dei maggiori esportatori del mondo, Russia compresa, potrebbe non essere sufficiente a erodere l’eccesso globale di forniture petrolifere alimentato da Libia, Nigeria ed Iraq.

In Europa l’indice Stoxx del settore Oil ha perso l’1,4%. Ha pesato sul listino milanese la discesa di Eni, in calo dell’1,9%. Exane ha avviato la copertura su Eni con raccomandazione Underperform e target price a 12,5 euro. Chiusura negativa per Saipem (-0,2%), nonostante le nuove prospettive che si potrebbero aprire per il gasdotto Turkish Stream. Tenaris finisce in ribasso del 3,1%.

MILANO -0.9%. DEUTSCHE BANK FA IL PIENO DI BOND IN USA

Mercati deboli in Europa nonostante I buoni segnali in arrivo dallo Zew, l’indice della fiducia tedesco. Il ribasso si è accentuato dopo l’apertura americana. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso in ribasso dello 0,9% a 16.474 punti. In rosso anche Parigi (-0,6%) e Francoforte (-0,4%). Negativa Londra, al termine in una giornata contrastata.

L’indice della City, prima di accodarsi al ribasso generale, ha toccato ieri un nuovo massimo storico sotto la spinta dalla flessione della sterlina. L’indice Ftse-100 è poi risalito fino a 7.129,83 punti, per poi chiudere a 7.071 punti sull’onda delle oscillazioni della valuta, trattata stamane a 1,2307 sul dollaro, in ripresa dai minimi toccati ieri (1,2249). Il rimbalzo è maturato dopo che, secondo Bloomberg, la premier Theresa May ha accettato di far votare in Parlamento i suoi piani per il divorzio hard da Bruxelles. Il pound perde il 19% dal giorno del referendum (23 giugno) a favore dell’uscita dalla Ue.

Deutsche Bank ha collocato ieri 1,5 miliardi di dollari in bond sul mercato Usa, che vanno ad aggiungersi ai 3 miliardi sottoscritti venerdì scorso. “La nostra solidità patrimoniale – ha commentato il ceo John Cryan – è fuori discussione: abbiamo 20 milioni di clienti e 215 miliardi di riserve”. Le operazioni sul mercato Usa servono a raccogliere la liquidità necessaria per pagare le multe inflitte da Washington.

OGGI L’ASTA BOT ANNUALI. UN 30 ANNI PER L’AUSTRALIA

Prendono il via stamane le aste di metà mese del Tesoro che precedono la prossima offerta di Btp Italia. Oggi tocca al Bot a 12 mesi trattato ieri in chiusura a -0,23% da -0,175% dell’ultima asta di settembre. Domani sarà la volta dei titoli a medio-lungo termine. Il nuovo tre anni sul mercato grigio di Mts scambia ad un rendimento denaro/lettera di 0,07/0,04%.

Il club delle emissioni a lunghissimo termine ha un nuovo socio: l’Australia, rating tripla A, che ha messo stamane un bond a 30 anni al tasso del 3,27% per un importo di 7,6 miliardi di dollari australiani. Il record spetta sempre a Belgio ed Irlanda che hanno collocato titoli a 100 anni.

BALZO DI BPER. IN VENDITA LE SOFFERENZE DI CARIGE

Contrastato il settore delle banche. L’indice di settore italiano arretra dell’1,3% contro il -0,7% dello Stoxx europeo. Spicca l’avanzata di Bper (+6%). Bene anche Banco Popolare (+0,6%), mentre Banca Popolare Milano perde lo 0,65% in vista delle due assemblee che sabato dovranno pronunciarsi sulla fusione. “Ci aspettiamo una grande presenza sabato. Come richieste di partecipazione sono numeri record”, ha detto l’ad Giuseppe Castagna. La presenza dei dipendenti soci (a maggioranza favorevoli all’operazione, mentre una parte dei pensionati è contro) è “fondamentale” per blindare il quorum dei due terzi necessario per approvare la fusione. Secondo una fonte vicina alla situazione, a oggi i biglietti staccati per partecipare all’assemblea sono circa 11.000. C’è tempo fino ad oggi per iscriversi.

Unicredit ha perso l’1,5%, Intesa-2,1%, arretra anche Ubi (-1,9%). In forte calo anche Fineco Bank (-4,99%), penalizzata dall’incertezza sulla possibile vendita. Fuori dal listino principale Carige balza del 3%. Oggi si terrà il Cda sulla cessione di sofferenze con l’utilizzo dello strumento delle Gacs.

Ad agosto l’ammontare delle sofferenze lorde in pancia alle banche italiane è risalito oltre i 200 miliardi, sui massimi da gennaio, ma il tasso di crescita su anno si è ridotto dal mese precedente, fino quasi ad azzerarsi. È quanto emerge dai dati contenuti nel supplemento “Moneta e banche” di Bankitalia, secondo cui le sofferenze lorde ammontavano a fine agosto a 200,106 miliardi di euro, rispetto ai 198,252 miliardi di luglio, mentre a livello netto sono passate a 84,656 miliardi dagli 84,423 miliardi del mese precedente.

In forte calo nel gestito Anima (-3%), a 4,028 euro. La società del risparmio gestito ha registrato una raccolta netta negativa a settembre per circa 130 milioni di euro, per un totale da inizio anno positivo per circa 4,5 miliardi di euro.

L’EXPLOIT DI LVMH RIANIMA IL LUSSO

In una seduta difficile brilla la performance dei titoli del lusso, trainati dagli ottimi risultati dell’ammiraglia del settore, Lvmh, punto di riferimento obbligato per valutare lo stato di salute del comparto. L’incremento del 6% delle vendite organiche registrato dal colosso controllato dalla famiglia Arnault dice che le condizioni sono buone. La crescita, superiore alle aspettative del consensus, contribuisce a mettere le ali al titolo, in rialzo del 5% a 165 euro, massimo degli ultimi undici mesi.

Il rialzo di Lvmh trascina anche le altre società del Lusso: Kering guadagna il 2% ed è sui massimi dell’ultimo anno e mezzo, Christian Dior +4%, Hermes +1%, Richemont +3%. Reagiscono anche le griffe italiane: Ferragamo in rialzo del 3% e Moncler dell’1%. Quest’ultima dovrebbe aver chiuso il terzo trimestre con ricavi pari a circa 290 milioni di euro, in crescita del 10,5% anno su anno.

Sale anche Tod’s (+1,26%). Dalla società di Diego Della Valle, che diffonde i risultati il 10 novembre, sono probabilmente in arrivo dati ancora fiacchi. Barclays prevede solo un modesto miglioramento rispetto al risultato del primo semestre, chiuso con un calo del 4,3% delle vendite a parità di perimetro. Luxottica +0,86%.

LA PROCURA APRE UN FASCICOLO SUL SOLE 24 ORE: “SIAMO UN LIBRO APERTO”

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo d’inchiesta a modello 45, cioè senza ipotesi di reato e indagati, in seguito a una serie di esposti presentati nei giorni scorsi sulla gestione e i bilanci del Sole 24 Ore. Lo hanno riferito fonti giudiziarie, aggiungendo che alla base del fascicolo ci sono gli esposti presentati dall’associazione di consumatori Adusbef e da alcuni giornalisti della stessa testata che ipotizzano una serie di falsi nei bilanci degli ultimi anni dalla quotazione in poi.

“Siamo un libro aperto, massima trasparenza e massima tranquillità”, è il commento del gruppo alla notizia. In una nota del 30 settembre scorso il Sole aveva comunicato che il suo patrimonio era sceso di 59 milioni a 28,2 milioni nel primo semestre rispetto a fine 2015 per effetto della perdita pari a 49,8 milioni.

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STM FRENATA DA SAMSUNG. CITIGROUP PROMUOVE CAMPARI

In forte ribasso Telecom Italia (-2,4%). Fra le utility si è ben difesa Snam, in parità, promossa da Hsbc a Buy da Hold. Anche Atlantia termina in parità: Ubs ha alzato il giudizio a Buy da Neutral. Fra i titoli industriali avanza Leonardo (+0,6%). L’elicottero AgustaWestland AW169 è stato scelto dalla Corea del Sud come mezzo per svolgere missioni di elisoccorso in Corea del Sud.

Finisce in ribasso StM (-3%), colpita dal calo generale del settore chips per la crisi Samsung. Brembo -1,9% e Prysmian -1,2%. In controtendenza Campari (+0,26% a 9,6 euro). Citigroup ha confermato il rating buy sul titolo, così come Deutsche Bank (target price a 10 euro), che inoltre ha alzato le stime di Eps 2017 del 4,6%.

Acotel -7,5%: venerdì la società di revisione Ernst & Young ha dichiarato che non esprime un giudizio sul bilancio consolidato semestrale abbreviato perché non sicura di essere venuta a conoscenza “di tutti i fatti significativi che potrebbero essere identificati con lo svolgimento di una revisione contabile completa”.

Categories: Finanza e Mercati