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Bpm e sindacati divisi da 35 milioni

Banca Popolare di Milano e sindacati interni sono divisi da 35 milioni di euro nelle trattative per la riduzione del costo del lavoro dell’istituto. Durante l’incontro di ieri, secondo quanto risulta a Radiocor, Bpm ha presentato ai sindacati un calcolo su quale sarebbe il risparmio nel caso in cui venissero accolte le richieste dei rappresentanti dei lavoratori: 30-35 milioni a fronte dei 70 fissati come obiettivo dalla banca.

Le parti, dopo 4 mesi di trattative, restano quindi ancora molto lontane. Oggi è in calendario un nuovo incontro, nel quale i sindacati risponderanno alle valutazioni della banca. Entrambe le parti dicono di voler raggiungere un accordo ma se non ci saranno avvicinamenti il rischio di uno stop ai negoziati è concreto. A quel punto Bpm potrebbe aprire una procedura per i licenziamenti collettivi e lo scontro con i sindacati potrebbe inasprirsi. L’istituto, in ogni caso, vuole ottenere una soluzione che porti alla prevista uscita di 700 dipendenti al massimo all’inizio del 2013, in modo da poter contabilizzare i costi del fondo esuberi nell’esercizio 2012.

Si tratta di 180-200 milioni che, se dovessero essere contabilizzati nel 2013, penalizzerebbero il bilancio anche di quell’esercizio, dopo che il 2011 e il 2012 hanno risentito delle pesanti svalutazioni sugli avviamenti. Dopo il 2011 in pesante perdita, e’ infatti quasi inevitabile che anche il 2012 si chiuda in rosso.

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Categories: Finanza e Mercati
Tags: Bpm