Un miliardo di profitti netti e 1.800 dipendenti in meno. In questi due numeri sono riassunti gli obiettivi del piano industriale che si prefigge la banca che uscirà dal matrimonio tra la Banca popolare di Milano (Bpm) e il Banco Popolare e che diventerà il terzo polo bancario italiano dietro Intesa e Unicredit con una quota di mercato superiore all’8% e 4 milioni di clienti.
Lunedì 16 maggio i numeri uno di Bpm, Giuseppe Castagna, e del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, alzeranno il sipario sul piano a cui il mercato guarderà con particolare attenzione, soprattutto dopo le batoste che i due titoli hanno subito in Borsa in relazione all’aumento di capitale del Banco Popolare e alla cura da cavallo che la Bce ha imposto alla nuova banca per smaltire il più rapidamente possibile le sofferenze.
Per centrare l’obiettivo di un miliardo di utile netto nel 2019 sarà indispensabile tagliare i costi, a partire da quelli del personale. Ecco perchè Castagna e Saviotti incontreranno già martedì i sindacati per illustrare il piano e per spiegare come intendono ridurre i dipendenti di 1.800 unità in 3 anni ma su basi volontarie e ricorrendo a tutti gli incentivi possibili, anche in considerazione del recente allungamento a 7 anni dello scivolo bancario deciso di recente dal Governo..
“Il nostro è un progetto di successo che creerà valore” ha dichiarato nei giorni scorsi Castagna che ha in mente un modello di banca innovativo che possa diventare un punto di riferimento anche per altri istituti. La presentazione del piano industriale è un passo in questa direzione.