Banca d’Italia aveva chiesto discontinuità per la Bpm ma l’ha ottenuta solo in parte. Quattro delle cinque liste presentate entro le 17 di sabato sono in effetti nuove: lo è quella sostenuta da Fiba-Cisl e Fabi e gradita alla Sator di Matteo Arpe che hanno candidato per la presidenza del consiglio di gestione l’economista ed ex presidente di Assogestioni Marcello Messori, ma novità sono presenti anche nelle liste di Andrea Bonomi che ha per capolista Ulrich Weiss, in quella di Assogestioni (capolista Roberto Perotti) e in quella dei soci non dipendenti (capolista Piero Lonardi). Una sfida alla Banca d’Italia rappresenta invece la lista degli Amici della Bpm, sostenuta dai sindacati di base della Uil e della Cgil (ma i vertici nazionali della Fisac tengono una linea di neutralità) che è capeggiata dal commercialista Filippo Annunziata ma che è infarcita di esponenti della vecchia guardia che ha portato la banca sull’orlo’del caos e che sostiene una gestione ipotecata dai sindacati interni.
A questo punto le sorprese sono dietro l’angolo e c’è da attendersi la reazione della Banca d’Italia che, in vista dell’assemblea, potrebbe sterilizzare la lista che non corrisponde a criteri di discontinuità, scompaginando gli ossificati equilibri di potere che mettono a rischio la corretta gestione della Bpm. Via Nazionale deve anche pronunciarsi sul nuovo statuto e dunque i giochi sono tutti aperti. Nei prossimi giorni capiremo se per la Bpm continuerà il rischio caos o si profilerà una svolta, come chiedono soprattutto gli azionisti non dipendenti e i possibili futuri investitori.
Bpm, cinque liste e una spada di Damocle: quella della Banca d’Italia
In vista dell’assemblea del 22 sono state presentate cinque liste ma sulla banca e in particolare sulla lista degli Amici pende la spada di Damocle di Via Nazionale che aveva chiesto discontinuità ma i sindacati di base hanno finto di nulla – Colpi di scena in vista