Bpm semplifica, taglia i costi e punta sull’innovazione tecnologica. La banca ha reso noto ieri il nuovo e attesissimo piano industriale volto a segnare una netta discontinuità della gestione della banca dopo i cambiamenti al vertice e l’arrivo alla guida di Piero Montani. E nella prima riga del comunicato si fa espressamente riferimento al nuovo principio ispiratore della gestione: la meritocrazia. Se dovesse essere veramente così, si tratterebbe di una vera rivoluzione a Piazza Meda, per anni dominio delle logiche sindacali nella spartizione di carriere e premi. E si legge più avanti nella nota: “lo sviluppo delle capacità e delle professionalità del personale avverrà attraverso la significativa formazione dei dipendenti di rete e di sede, la valorizzazione del merito e delle competenze, la promozione delle pari opportunità nei percorsi di carriera e la crescita professionale dei giovani”. Il titolo sale del 2,25% a Piazza Affari dove il Ftse Mib sale dell’1,65%.
Si avvia a una conclusione anche la controversa questione del convertendo che ha minato la fiducia della base di clientela verso la banca e su cui la magistratura aveva aperto un’inchiesta: il cda ha approvato una proposta di conciliazione il cui onere economico a carico della banca dovrebbe attestarsi in linea a quanto accantonato nel 2011, circa 40 milioni di euro.
A livello societario verrà creata una “banca unica, commerciale, moderna e multicanale con valorizzazione dei singoli marchi, oltre alla messa a fattor comune delle competenze specialistiche delle società prodotto”. A livello organizzativo e di costi Montani ha messo sul tavolo una vera e propria rivoluzione nei prossimi tre anni: -70% delle strutture organizzative di sede, -25% del numero di dirigenti, -80% del numero di consiglieri delle controllate, la riduzione a 3 (da 5) dei livelli gerarchici di Rete, -700 risorse umane e nel complesso 3000 dipendenti coinvolti nella riorganizzazione/riallocazione, -12% le spese amministrative e cost income al 56% nel 2015.
I principali target del piano prevedono: un incremento dei ricavi da servizi a valore aggiunto con le commissioni nette in aumento del 18% e proventi operativi totali a 1,76 miliardi nel 2015; il ribilanciamento del portafoglio crediti, +10% verso le aziende, -30% verso large corporate; il rafforzamento della liquidità e della solidità della banca, con il loan deposit ratio al 97% dal 102% e il core tier 1 al 9% dall’8%. I risultati di bilancio indicano un utile netto consolidato di circa 270 milioni nel 2015, un Rote dell’8%.
Bpm sottolinea poi di aver avviato impairment test su avviamenti che otrebbero comportare svalutazioni materiali degli avviamenti iscritti a bilancio; il risultato dei test sarà reso noto con l’approvazione dei dati del primo semestre.
Sul piano commerciale l’istituto punta a rafforzare il ruolo di banca del territorio, vicina a famiglie e piccole e medie imprese attraverso circa 130 micro-mercati e l’ulteriore sviluppo dei territori digitali. La presenza sul territorio sarà basata su un modello di rete “hub and spoke”, la cui implementazione sarà accompagnata da un decentramento controllato dei poteri decisionali e da una multicanalità integrata a supporto. Sono previsti interventi sui privati volti a una migliore copertura commerciale della clientela private e affluent, che porterà ad un incremento della redditività delle masse e un aumento del cross-selling. Sulla clientela aziende le azioni saranno volte alla continua riduzione dell’esposizione verso il segmento large corporate e, sull’intero comparto, allo sviluppo dell’elevato potenziale di recupero del valore generato. Sul segmento imprese e small business è previsto un recupero di redditività derivante dallo sviluppo dei ricavi commissionali da prodotti a forte valore aggiunto. C’è poi il capitolo tecnologia: si realizzeranno una serie di progetti innovativi (B2B, B2C, “APPs”) per rafforzare la multicanalità e definire e lanciare nuove soluzioni per i clienti.