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Bp licenzia 7.700 dipendenti e userà l’IA per risparmiare 2 miliardi: il prezzo della svolta green. Si torna al petrolio?

Imagoeconomica

Il colosso energetico britannico Bp, uno dei membri storici delle “Sette Sorelle” nel settore petrolifero, ha annunciato un’importante ristrutturazione: licenziare circa 7.700 persone, pari al 5% della sua forza lavoro globale, come parte di un piano di riduzione dei costi da 2 miliardi di dollari. Una mossa inevitabile per cercare di rimanere competitiva in un mercato sempre più sfidante, ma la novità è che l’intelligenza artificiale (IA) giocherà un ruolo cruciale in questo processo di razionalizzazione. Questa decisione, comunicata dal ceo Murray Auchincloss, si inserisce in un’ampia strategia di riduzione dei costi necessaria per mantenere la competitività globale dell’azienda. Nonostante ciò, il titolo Bp sale dell’1,7%, raggiungendo i 436,10 pence alla Borsa di Londra.

Il conto salato di Bp: decarbonizzazione e adattamento al cambiamento climatico

I licenziamenti sono una parte di una strategia più ampia che ha l’obiettivo di ridurre i costi e rendere Bp più competitiva. La compagnia si trova ad affrontare le sfide della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. La crescente pressione per ridurre le emissioni di gas serra e l’adattamento alle nuove normative globali sul cambiamento climatico sono fattori determinanti nel cambiamento di rotta del big petrolifero inglese. Nella sua comunicazione interna, Auchincloss ha annunciato che oltre ai 4.700 dipendenti permanenti, saranno licenziati anche 3.000 appaltatori, con l’intento di ottimizzare i costi. Al momento, Bp impiega circa 90mila persone a livello globale, ma la società ha già dichiarato che potrebbero esserci ulteriori licenziamenti nei prossimi anni, in un tentativo di ridurre ulteriormente le spese.

L’intelligenza artificiale al servizio dei tagli

Ma c’è una novità che rende questa ristrutturazione ancora più interessante: l’uso dell’intelligenza artificiale. La compagnia inglese ha annunciato che una parte dei licenziamenti sarà determinata dall’utilizzo di IA, una tecnologia che aiuterà a ridurre il personale in modo più preciso ed efficiente, ottimizzando i processi aziendali. In altre parole, se un tempo i tagli venivano decisi da manager umani, oggi la decisione finale potrebbe essere influenzata da un algoritmo. E non solo per tagliare i costi, ma anche per migliorare la competitività a lungo termine, rendendo l’azienda più agile e meno dipendente dalle risorse umane. L’IA entra così a pieno titolo nel processo decisionale, riscrivendo le dinamiche aziendali.

Rinegoziazione della strategia green: ritorno ai combustibili fossili?

Oltre alla digitalizzazione, Bp sta rivedendo la sua strategia sulle energie rinnovabili: da giugno dello scorso anno, la compagnia ha sospeso 30 progetti, concentrandosi solo su quelli più redditizi, con l’intento di risparmiare risorse da reinvestire in iniziative promettenti. Nel dettaglio si tratta di investimenti in aree chiave come l’idrogeno, i carburanti sostenibili per l’aviazione (Saf) e i parchi eolici. Questo segna un ritorno a un approccio più conservativo, con maggiore attenzione ai combustibili fossili. Il colosso petrolifero inglese sta quindi cercando di riallinearsi con il mercato, ponendo una maggiore attenzione sul petrolio e sul gas naturale, i settori che storicamente hanno garantito i maggiori guadagni.

Il difficile lascito di Bernard Looney

La compagnia inglese si trova a fare i conti con l’eredità di Bernard Looney, ex ceo, che aveva avviato una strategia di transizione verso le energie a basse emissioni di carbonio. Le sue previsioni sul picco del consumo di petrolio si sono rivelate errate e gli investimenti in energia eolica offshore si sono rivelati costosi. La sua improvvisa uscita nel settembre del 2023 per motivi di condotta (a causa di relazioni sentimentali interne all’azienda) ha bloccato l’attuazione della sua visione, e da allora Bp ha rallentato la sua transizione verso le rinnovabili. Ma non è bastato, i risultati finanziari parlano chiaro: nel terzo trimestre del 2024, i ricavi sono scesi del 10% e i profitti sono crollati del 95%. La concorrenza nel settore delle rinnovabili e la volatilità dei prezzi del petrolio stanno mettendo a dura prova la compagnia.

Bp: prospettive future e necessità di un cambiamento radicale

Il piano di riduzione dei costi, che mira a risparmiare 2 miliardi di dollari entro la fine del 2026, è solo una parte di una strategia più ampia di riposizionamento della compagnia. Tuttavia, le prospettive future restano incerte. Nonostante le misure adottate per migliorare la competitività, Bp rimane indietro rispetto ai suoi principali rivali. La capitalizzazione di mercato di Bp è di circa 82,86 miliardi di sterline (cinque anni fa superava i 100 miliardi), meno della metà di quella di Shell, che si attesta sui 204 miliardi. Questo divario ha spinto alcuni investitori a chiedere un cambiamento radicale, in particolare un ritorno più deciso ai combustibili fossili, sebbene questo sembri difficile da realizzare nel breve termine.

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Categories: Finanza e Mercati