Sale la tensione tra l’Italia e l’Europa sui salvataggi bancari. Il governo Renzi ha spiegato che, in occasione del recente salvataggio delle quattro banche in crisi (Popolare dell’Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti), avrebbe voluto proteggere tutti i risparmiatori utilizzando le risorse del Fondo interbancario di tutela dei depositi che è interamente privato, essendo alimentato dalle banche. Ma la Commissione europa ha impedito l’operazione sostenendo che si sarebbe trattato di un aiuto di Stato.
Per questo il Governo, prima che entrasse in vigore il bail-in, ha dovuto ricorrere al Fondo di risoluzione, alimentato da Intesa, Unicredit e Ubi, e tutelando i correntisti e gli obbligazionisti non subordinati ma non gli azionisti e i detentori di bond subordinati delle 4 banche in crisi.
Vistasi smascherata la Commissione europea si è arrampicata sugli specchi sostenendo artatamente che le decisioni finali sono state tutte del Governo italiano perchè le sue erano solo indicazioni giuridiche. Che, se disattese, avrebbero però fatto scattare la procedura d’ingrazione europea contro l’Italia con quel che ne consegue.