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Bot e Btp, la Lega chiama le famiglie a ridonare l’oro alla Patria

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All’avvio appariva soltanto la proposta di un neofita dell’economia politica, eccitato dalla sua prima apparizione in televisione e da non prendere troppo sul serio; poi Armando Siri è stato nominato sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze e pertanto occorre dargli dovuta attenzione. Nella veste di sottosegretario, Armando Siri è approdato sulle pagine del più blasonato quotidiano nazionale: sul Corriere della sera del 1° luglio 2018, con la proposta “Bot e BTP solo alle famiglie italiane per fermare lo spread”. Proposta che, di primo acchito,  fa ritornare alla mente, a chi ha un minimo di conoscenza della storia d’Italia, il famoso e tragico “Oro alla Patria” nella “Giornata della fede” (nuziale) avvenuta nel 1935 del  ventennio fascista, Sostiene infatti il sottosegretarie , le cui parole devono pertanto essere considerate con la dovuta serietà e autorevolezza, che le famiglie italiane dovrebbero ricomprarsi tutti i titoli del debito pubblico (circa 780 miliardi di euro) oggi detenuti nelle mani degli investitori stranieri; anche questa volta  assunti nella vulgata sovranista come perfidi speculatori che fanno lievitare lo spread. 

Per conseguire il risultato di siffatta proposta, logica economica e finanziaria vorrebbe che, non essendo ancora consentiti provvedimenti di esproprio dei titoli nelle mani straniere,  le famiglie e gli intermediari finanziari italiani lanciassero una equivalente (789 miliardi di euro) offerta pubblica di acquisto rivolta a tutti detentori esteri di titoli del debito pubblico italiano; nella speranza che gli “stranieri” non chiedano di aderire all’offerta a un prezzo superiore a quello di mercato, stante l’urgenza  dello stato italiano di ristrutturare in chiave sovranista  il proprio debito pubblico.

Ma la vicenda ipotizzata dal sottosegretario non può finire cosi: ancorché azzardata sarebbe troppo semplice. Infatti, tutti i titoli pubblici oggi e domani detenuti nelle mani italiane prima o poi verrebbero a scadere nei diversi portafogli, lasciando a ogni singolo investitore l’opzione tra l’abbandono e il rinnovo. Ma il sottosegretario confida nell’amore per la patria, affinché alla scadenza tutti i patrioti rinnovino, così da ridurre lo spread: pena il fallimento dell’intera operazione.

Si aggiunga che, coerentemente con gli obblighi contabili (tristi ma necessari), la complessa ristrutturazione patriottica del debito pubblico, comporta anche la ridenominazione (e il relativo codice internazionale) dei titoli. Qui si propone per semplicità, che i nuovi titoli di stato siano identificati con i seguenti acronimi: BOT-FSS e BTP- FSS (ovvero BOT e BTP comprati e detenuti per atto di Fede nello Stato Sovranista), le cui aste sarebbero ricordate con similitudini alle giornate dell’“Oro alla Patria”.

Al successo di siffatte giornate segue logicamente che tutto il debito pubblico passato e quello di nuova emissione sarà  nelle mani italiane (il che comporta, per non ricadere nel passato, la chiusura delle frontiere ai capitali esteri che volessero acquistare titoli di stato italiano. A quel punto, la mossa successiva e forzatamente e coerentemente con l’”approccio Siri” per la riduzione dello spread, sarebbe un gioco da ragazzi per lo Stato Sovranista: il consolidamento del debito pubblico italiano: una volta denominato “Prestito Littorio”, consolidato negli anni Venti dell’era fascista.

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  • Il Giappone ha un debito al 250% ma nessuno grida al default. Perche'? Perché quei debiti sono investimenti in grado di garantire stabilità lavoro e ricchezza! Noi italiani abbiamo buttato quei miliardi che compongono il nostro debito nei consumi, nel finanziamento di opere inutili, in operazioni clientelari, nei costi abnormi della politica, nella corruzione e nelle tangenti. Ecco perche' in Italia, con il debito al 130% (praticamenet la meta' del Giappone) siamo a livello spazzatura.
    Inoltre se lo stato piazza aste di BTP a investitori stranieri al tasso che loro decidono ovvio che ci rimettiamo. Quindi piu' che giusto cercare di togliere dalle mani degli speculatori esteri le "tonnellate" di BTP e re-distribuirli all' interno del paese. Non si alimenterebbeo le speculazioni e non saremmo cosi' esposti al ricatto Spread. Non ci vedo niente di "ventennio"

  • Cavazzuti, facci il piacere. Anche Monti fece lo stesso. Gli Italiani guadagnarono un pò mentre gli speculatori esteri compravano i nostri BTP a 70-80 e li rivenderono 5 anni dopo a 120. Quindi a Monti gli italiani dettero oro e ricevettero lo stesso oro un pò lucidato. Gli speculatori dettero a Monti ferrovecchio e ricevettero oro. Mi sembra che lei, caro Cavazzuti, sia un pò in malafede.