Pochi vantaggi in termini di gettito, molti rischi sul fronte della domanda. Così il ministero dell’Economia valuta il possibile aumento del prelievo fiscale sui Bot, ipotesi avanzata domenica da Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, nell’ambito di un piano generale per ridurre il cuneo fiscale e la pressione sulle imprese.
La bocciatura arriva direttamente da Maria Cannata. Dal palco romano dell’Audotorium Consob, dov’è intervenuta per la presentazione del Risk Outlook della Commissione, la numero uno del debito pubblico al Tesoro ha sottolineato che “un’eventuale modifica della tassazione sui titoli di Stato impatterebbe solo sul retail, ovvero sugli investitori singoli, i cosiddetti ‘nettisti’, che rappresentano una componente modesta dello stock. Al contrario, non avrebbe alcun effetto per i ‘lordisti’, gli investitori istituzionali, perché i loro bond vengono tassati fuori dalla cedolare secca”.
Per questa ragione, “gli effetti sul fronte del gettito sarebbero modesti – ha proseguito Cannata -. Non so invece cosa accadrebbe sul fronte della domanda, considerando che il retail è sensibile a questi aspetti. Bisogna ricordare che è già stata aumentata la tassa sul dossier titoli. Un po’ di cautela non sarebbe male”. Vale a dire: un nuovo rincaro potrebbe scoraggiare le famiglie a investire in titoli di Stato.
Più possibilista il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che considera l’idea di rimodulare la tassazione sulle rendite finanziarie “ragionevole” se il conto finale andrà a vantaggio dei contribuenti: ”Bisogna vedere come ne esce complessivamente il sistema”.
Il problema fiscale non è però l’unico ostacolo sulla strada della ripresa italiana. Un altro aspetto cruciale è il credito alle imprese: “Le banche rappresentano ancora il canale di finanziamento principale nel nostro Paese – ha ricordato Vegas -, ma durante la crisi gli impieghi sono calati in modo significativo e parallelamente gli investimenti in obbligazioni sono cresciuti del 2%. E’ aumentata anche l’attenzione per strumenti alternativi come i minibond”.
Secondo Vegas, questo trend dimostra la necessità di “promuovere una cultura che non veda nel mercato finanziario solo il mostro della speculazione pura, ma soprattutto uno strumento utile ad avvicinare risparmio e imprese. Bisogna rendere più attraente e agevole l’ingresso nel mercato borsistico, anche abbattendo i costi e aumentando la vigilanza”.