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Bot a ruba e fondi-boom ma l’incertezza su Atene scoraggia le Borse

Successo dell’asta del Tesoro e raccolta record non riescono a trascinare – Listini ancora influenzati dall’incertezza sulla Grecia in attesa dei dati che arriveranno dagli Usa e dalla riunione Fed di domani, mentre alla Camera si vota sull’Italicum – Guidano i ribassi Ubi Banca, Fca e Stm – In controtendenza Ferragamo

Bot a ruba e fondi-boom ma l’incertezza su Atene scoraggia le Borse

Il Tesoro ha venduto questa mattina i Bot a sei mesi a tasso zero con domanda quasi doppia. Il rendimento dei titoli semestrali ha registrato un calo di 4 punti base, seppur senza l’ipotizzata discesa in territorio negativo, e la domanda si è attestata a 11,7 miliardi di euro, a fronte dei 6,5 miliardi offerti e interamente assegnati. Il rapporto tra domanda e offerta è stato pari a 1,80, in aumento rispetto a 1,71 di marzo.

Merito anche della mossa di ieri del premier Alexis Tsipras che ha varato un cambio della guardia nella delegazione incaricata di trattare con Bruxelles sugli aiuti: commissariato l’”esuberante” ministro Varoufakis e rafforzati i poteri a Efklidis Tsakalotos, ministro degli esteri. Una mossa che oltre a piacere alle Borse ha ridotto lo spread decennale Grecia-Bund con ripercussioni positive anche sugli altri titoli periferici. Lo spread Btp-bund viaggia oggi in calo a 119 punti base.

Tuttavia sui listini sono tornate le vendite. In una seduta volatile, Piazza Affari cede lo 0,34% a metà giornata, Parigi l’1%, Francoforte lo 0,64% e Londra lo 0,79%. La Gran Bretagna, in attesa delle elezioni politiche il 7 maggio, ha registrato un Pil del primo trimestre in rallentamento e sotto le attese degli analisti: secondo le stime preliminari il prodotto interno lordo è cresciuto nei primi tre mesi del 2015 dello 0,3% rispetto al trimestre precedente (quando era cresciuto dello 0,6%) e del 2,4% su base annua (contro il +3% del quarto trimestre 2014). Le attese che stimavano un +0,5% congiunturale e un +2,6% tendenziale.

Sul fronte macroeconomico il mercato guarda ora all’indice Usa S&P-C/Shiller sui prezzi delle abitazioni di febbraio mentre oggi comincia la riunione del Fomc della Fed e domani è atteso il comunicato della Banca centrale con maggiori dettagli sulla direzione della politica monetaria di Janet Yellen.

A Piazza Affari guidano i ribassi Ubi Banca -1,94%, Fca -1,5% e Stm -1,47%. Giù anche Generali -1,36% che si avvia all’assemblea dei soci il 30 aprile.

In controtendenza e in evidenza sul ftse Mib c’è Ferragamo che sale dell’1,88% dopo che Mediobanca ha confermato il giudizio outperform sul titolo e il target di prezzo a 30 euro. Bene anche il risparmio gestito con Mediolanum +1,52% e Azimut +1,37%.

A marzo la raccolta netta dei fondi comuni di investimento ha toccato 22,7 miliardi di euro, con un ulteriore miglioramento rispetto ai 20 miliardi segnati a febbraio, già più del doppio del livello toccato a gennaio (+9,1 miliardi). Da inizio anno la raccolta netta totalizza così 51,8 miliardi e il patrimonio ha nuovamente aggiornato il record issandosi a 1.717,9 miliardi dai 1.675 miliardi di febbraio.

Viaggia in territorio positivo anche Eni +0,69% alla vigilia dei conti trimestrali che saranno pubblicati domani prima dell’apertura dei mercati.

        

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