Giovanni Bossi, il vulcanico ex ad di Banca Ifis, non è rimasto senza lavoro per troppo tempo. Terminata a marzo, dopo oltre vent’anni, la sua stagione alla testa della banca di Mestre specializzata nel recupero dei crediti deteriorati, è pronto a scendere in campo fin dai prossimi giorni sotto le bandiere di Clessidra, il maggior fondo italiano di private equity fondato nei primi anni del Duemila da Claudio Sposito e rilevato, dopo la sua scomparsa, dall’Italmobiliare di Carlo Pesenti.
Bossi diventerà co-head del Clessidra Restructuring Fund insieme all’ex Ceo di Unicredit, Federico Ghizzoni, a cui si affaincheranno Massimiliano Fossati e Mario Fera, ad di Clessidra Sgr.
Il nuovo fondo di Clessidra che, secondo quanto ha scritto Il Sole 24 Ore, punta a raccogliere fino a 300 milioni di crediti vantati dalle banche verso aziende industrie italiane in via di risanamento, si dedicherà a una specifica nicchia di mercato dei crediti difficili e cioè ai cosidetti crediti Unlikely to pay, che spesso ossessionano le banche dopo la stretta regolamentare delle autorità regolatorie e di vigilanza europee.
Proprio perchè è una nicchia all’interno del più vasto pianeta dei crediti difficili delle banche, Bossi potrà – insieme a Ghizzoni – mettere in campo tutta la professionalità cui nei decenni scorsi ha fatto crescere Banca Ifis con cui però non si accenderà nessun derby perchè finora la banca di Sebastian Furstenberg non s’è mai occupata di Utp. Ed è molto probabile che Bossi – in piena sintonia con Clessidra – lo faccia con la sua tradizionale filosofia da banchiere controcorrente, che è sempre stata quella di guardare al conto economico ma anche di aiutare l’economia reale, nella convinzione che non c’è performance bancaria che possa a reggere a lungo se il contesto economico circostante non migliora.
Egon Furstenberg è scomparso da anni e peraltro non ha mai detenuto azioni della Banca Ifis. Il Presidente e principale azionista è Sebastiano von Furstenberg.