Indiscrezioni, smentite, altalene in Borsa. E alla fine un ribaltone. La Lega ha chiesto ha Silvio Berlusconi di cedere il passo ad Angelino Alfano. Insomma, Umberto Bossi ci ripensa: dopo aver sostenuto per settimane che l’unica alternativa a questo governo siano le elezioni anticipate, il leader del Carroccio inverte la rotta e volta le spalle al premier. Messo via lo spauracchio del voto, che forse in questo momento spaventa anche i dirigenti di via Bellerio, il Senatùr – almeno nelle intenzioni – spalanca la porta di Palazzo Chigi all’ex Guardasigilli ed attuale segretario del Pdl.
Un ennesimo attacco al Cavaliere, che stavolta sceglie di respingere l’offensiva temporeggiando: “Deciderò il da farsi – spiega – dopo il voto sul rendiconto” dello Stato. Il documento – già bocciato una volta dalla Camera – torna stasera a Montecitorio per segnare un nuovo passaggio decisivo di questa legislatura.
In Aula sarà presente anche Giulio Tremonti. Stamane il ministro dell’Economia si è imbarcato su un volo da Bruxelles a Roma, scegliendo di disertare il vertice Ecofin pur di non mancare all’appuntamento che potrebbe segnare la fine dell’Esecutivo. Non ci saranno invece i cosiddetti “scontenti” del Pdl: Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giancarlo Pittelli e Antonio Buonfiglio.
Su di loro prosegue il pressing del Premier, così come sugli onorevoli Isabella Bertolini e Giorgio Stracquadanio, che oggi sono stati ricevuti dal Cavaliere in persona a Palazzo Grazioli. Al termine del colloquio, i due hanno assicurato che si esprimeranno per l’approvazione del rendiconto, ma non hanno dato certezze in merito a un’eventuale voto di fiducia.
Intanto l’opposizione ha stabilito il da farsi sul voto di oggi: sarà in Aula per garantire il numero legale, ma non voterà. “Chi ci guarda deve verificare in modo incontestabile se Berlusconi ha ancora la maggioranza per governare”, sottolinea Dario Franceschini.
La decisione finale sul comportamento da tenere alla Camera è stata raggiunta al termine della riunione dei capigruppo di Pd, Idv e Terzo Polo. “La situazione è sempre più drammatica -chiosa il leader dei democratici, Pier Luigi Bersani – dobbiamo dire al mondo che cambiamo squadra e guida al governo”.