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Bosser (Generali Italia): “Il Pir a base assicurativa è una novità: affidabile e redditizia”

Il debutto prepotente dei PIR sul mercato italiano ha lasciato di stucco investitori ed operatori. Nessuno immaginava che i piani individuali di risparmio avrebbero riscosso un tale successo da spingere Governo e broker ad innalzare le stime sulla raccolta già nei loro primi mesi di operatività, né che indici come il Ftse Small Cap e l’AIM Italia sarebbero stati investiti da una tale pioggia di liquidità.

Nel corso di questi primi sette mesi, il mercato dei PIR è stato dominato da banche ed Sgr, ma da pochi giorni è entrato in scena un nuovo protagonista: Generali Italia. A metà luglio, la società assicurativa del Leone ha lanciato un nuovo prodotto, GeneraCrescIta, che a differenza degli altri, fa della componente assicurativa uno dei suoi punti forti. 

Di questa novità FIRSTonline ha parlato con Giancarlo Bosser, in Generali dal 1997, oggi chief life & employee benefits officer di Generali Italia, che ci ha spiegato le caratteristiche del nuovo Pir della compagnia assicurativa italiana, illustrandoci quali sono gli obiettivi di questo nuovo prodotto, quanto e come la quota assicurativa, rappresentata da Gesav, incida sull’investimento e quali sono i vantaggi per i clienti. Senza tralasciare l’impatto dei piani individuali sulle imprese cui vengono destinate enormi risorse. 

Dottor Bosser, Generali Italia ha da poco lanciato un nuovo piano individuale di risparmio. Quali sono le caratteristiche principali del vostro prodotto e cos’ha di diverso rispetto agli altri già presenti sul mercato?

“E’ una nuova soluzione d’investimento assicurativa, che punta ad una sintesi ottimale tra affidabilità dell’investimento e ricerca di redditività nel lungo periodo. Essendo un gruppo assicurativo, e specialmente in un contesto di mercato come quello attuale, prestiamo molta attenzione alla gestione della volatilità.

Il valore aggiunto del nostro prodotto risiede nel mix tra una gestione attiva, che punta su una selezione rigorosa delle imprese su cui investiamo, e un maggiore controllo del rischio di mercato e di liquidità degli investimenti”.

La normativa prevede che almeno il 70% del valore complessivo dei PIR debba essere investito in strumenti finanziari di imprese residenti in Italia, mentre il restante 30% del portafoglio può essere impegnato in qualsiasi strumento. Voi avete deciso di riservare il 15% a Gesav, la gestione separata di Generali Italia. Quasi solo le motivazioni alla base di questa scelta e qual è la convenienza per i risparmiatori a cui rivolgete?

“Come accennavo, si tratta di un prodotto che si propone di essere uno strumento di diversificazione legato alla rischiosità degli investimenti e la ricerca dei rendimenti nel lungo termine. Si declina su due componenti per meglio catturare le esigenze della clientela. L’85% è costituito dalla linea di investimento scelta dal cliente tra due opzioni, composte da un diverso mix di fondi: la linea InItalia, più orientata al graduale apprezzamento del capitale grazie ad uno stile di investimento più misurato fra obbligazioni e azioni, e la linea InItalia Plus, più orientata a cogliere la crescita del mercato azionario.

Il restante 15% è costituito dalla componente assicurativa più tradizionale rappresentata da Gesav. La presenza della gestione separata, con la sua comprovata capacità di generare rendimenti stabili nel tempo, permette a GeneraCrescIta di controllare maggiormente il rischio rispetto ai PIR che investono esclusivamente in fondi.

Per quanto concerne la convenienza per i risparmiatori, GeneraCrescIta affianca i vantaggi assicurativi alle agevolazioni fiscali sui rendimenti dettati dalla normativa della Legge di Bilancio 2017 che prevede la totale esenzione sulle plusvalenze maturate se l’investimento è tenuto per almeno 5 anni”.

Uno degli obiettivi per i quali i PIR sono stati introdotti nel nostro ordinamento è stimolare l’economia reale, veicolando risorse verso le imprese italiane. In base a quali criteri avete scelto o sceglierete le aziende sulle quali investire?

“Avvalendoci dell’expertise di Generali Investments, il nostro gestore degli asset assicurativi, e leader nel risparmio gestito in Italia con oltre 455 miliardi di euro di patrimonio in gestione, selezioneremo le aziende dell’economia reale italiana che garantiscono le maggiori potenzialità di sviluppo e il miglior controllo del rischio di liquidità. Faremo poi delle visite a queste aziende in modo tale da poter scegliere il panel ristretto di investimento puntando sulle imprese più solide e sostenibili”.

Come mai, a differenza di altri gestori, Generali Italia ha atteso per lanciare il suo primo PIR?

“Noi siamo stati tra i primi assicuratori a partire con l’offerta del nostro PIR. A differenza delle SGR e delle banche, l’intero settore assicurativo ha dovuto attendere che il quadro normativo fosse più chiaro. Una volta avute le indicazioni attese, abbiamo lanciato subito il nostro PIR. Vogliamo infatti essere al fianco dei clienti e attraverso gli investimenti nelle realtà imprenditoriali italiane contribuire alla crescita dell’economia nazionale”.

Nel corso dei mesi trascorsi dal loro debutto sono sorte critiche sui costi dei PIR. A questo proposito, quali sono le commissioni d’ingresso, di gestione e di performance previste da Generali Italia su GeneraCrescIta?

“Come tutte le prestazioni, il costo è determinato dalla qualità del servizio offerto. Noi offriamo una gestione attiva dell’investimento mettendo in campo tutte le nostre expertise, non ci affidiamo semplicemente ad indici, questo determina la qualità della nostra offerta e del nostro servizio.

La fascia di costo nel nostro PIR, in questo momento, è comunque nella media dell’offerta. Per i costi ingresso, la cifra fissa all’emissione della polizza è di 150 euro; la cifra fissa all’emissione del versamento aggiuntivo è di 100 euro; la commissione per servizi di amministrazione annua è dell’1,60%. Per gli eventuali costi legati ai fondi sottostanti la commissione di gestione è pari allo 0,60%”.

I PIR in Borsa hanno registrato un vero e proprio boom e sull’AIM è in atto una mini rivoluzione: pioggia di Ipo, quotazioni impennate, volumi alle stelle. Una liquidità enorme si sta riversando su un segmento di 60 titoli. Cosa pensa di questo fermento? Può esserci, in futuro, un pericolo bolla?

“Non si può escludere a priori questa ipotesi, ma anche per questa ragione, come Generali, abbiamo deciso di creare una soluzione a gestione attiva che esamina tutto il mercato alla ricerca delle migliori prospettive di crescita sostenibile, invece di ricorrere ad indici”.

Come dovrebbe evolvere il mercato per garantire maggiore sicurezza all’investimento dei piccoli risparmiatori che, anche grazie all’esenzione fiscale prevista sulle plusvalenze, sono stati individuati come target dei PIR?

“Nello scenario attuale per far crescere di valore il proprio risparmio bisogna andare alla ricerca delle opportunità offerte dal mercato, gestendo il rischio con una corretta diversificazione ed avendo ben chiari gli obiettivi dell’investimento.

Un’offerta accessibile, trasparente e personalizzata sulle reali esigenze del singolo è la migliore risposta che il mercato, gestori e consulenti, possa dare alle esigenze dei piccoli risparmiatori”.

Questi prodotti, a parer suo, possono diventare un volano di crescita per il Paese e soprattutto di sviluppo dimensionale per le aziende?

“Dal punto di vista del sistema Paese è una grande opportunità per indirizzare la liquidità verso degli investimenti nell’economia reale sopperendo alla parte del mercato del credito oggi bloccato, potendo così finanziare le migliori realtà italiane.

Con il nostro Pir GeneraCrescIta crediamo di poter generare un impatto positivo per i singoli e le famiglie, così come per le aziende e per le piccole e medie imprese, rispondendo ai loro bisogni”.

Le assicurazioni italiane vorrebbero aumentare fino al 30% la quota da investire nella gestione separata. In alternativa quali potrebbero essere, secondo lei, le misure più utili da attuare nel prossimo futuro per implementare questi strumenti e avere un maggior impatto sull’economia reale?

“La possibilità di aumentare fino al 30% la quota di gestione separata nei PIR assicurativi, non può che essere un’opportunità per arricchire i prodotti anche in termini di meccanismi di stabilizzazione dei rendimenti.

Ulteriori sviluppi futuri non possono che arrivare dalla possibilità di gestire con la massima flessibilità possibile gli investimenti, salvaguardando i benefici fiscali e l’obiettivo di investimento a lungo termine nell’economia reale del Paese”.

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