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Bosch punta a Whirlpool? Ecco perché il rumor anima il mercato

Dopo le voci su Electrolux ora sembra che Bosch abbia messo gli occhi su Whirlpool, ma gli esperti di Borsa ritengono che si tratti di un gossip per animare il mercato. Anche se l’arrivo di pesanti dazi sui prodotti extra-Usa potrebbe influenzare la scelta

Bosch punta a Whirlpool? Ecco perché il rumor anima il mercato

Un rumor scuote il mondo degli elettrodomestici: la tedesca Bosch vuole prendersi Whirlpool. Prima attribuiscono alla Bosch – la conglomerata – l’intenzione di acquisire Electrolux, per la quale Midea e forse anche Hisense continuano a essere disponibili; poi quella di voler comprare Whirlpool come Reuters ha di nuovo riferito in un servizio pubblicato in questi giorni. In realtà, sembrerebbe, come pare stiano commentando gli esperti di borsa, un gossip per dinamizzare quotazioni stagnanti. A meno che l’arrivo di pesanti dazi sui prodotti extra-Usa che il futuro presidente americano applicherà sicuramente non abbia spaventato la Bosch che ha enormi interessi in Usa e cioè fabbriche, quote di mercato e una immagine eccellente.

Whirlpool a rischio: acquisizione o rilancio?

Potrebbe un’eventuale joint venture o addirittura un’acquisizione fermare questa minaccia? E ancora, potrebbe invece il nuovo presidente – chiunque sia – tollerare che una storica società come Whirlpool venga acquisita? Il mercato mondiale degli elettrodomestici e non solo sta andando male, con qualche eccezione per l’Asia. La speranza, spesso espressa dai manager delle aziende e dei gruppi del retail americani, di una forte ripresa è andata delusa. L’anno finirà del tutto piatto, come l’autorevole Twice ha scritto di recente. Idem per l’Europa, impegnata in ormai insostenibili oneri bellici. L’aumento dei conflitti e dei costi ormai stratosferici della logistica mondiale, sempre più disarticolata da piraterie e guerre, non alimenta certamente il commercio e i trasporti globalizzati. Così si va consolidando un generale, anche se lento, rientro delle attività manifatturiere nei paesi di origine delle ex-multinazionali. Chi trova enormi difficoltà su questo percorso sono quelle società che hanno favorito la propria ipertrofia finanziaria, abbattendo nei decenni investimenti, personale e innovazione. Non solo non è il caso di Bosch, ma anzi, Bosch in tutti i suoi segmenti ha tesaurizzato brevetti, ha implementato l’autorevolezza del brand, ha consolidato e aumentato anche le quote di mercato. Così si verifica l’aurea regola che chi più spende meno spende: a reggere la perdurante crisi sono infatti aziende come Bosch, Hisense, Midea e Beko. Le quote di mercato, che arriveranno a breve, lo dimostrano.

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