La ricerca artistica di Mimmo Paladino, nato nel 1948 a Paduli, si sviluppa a partire dalla fine degli anni ’60. Affascinato dal clima culturale dell’epoca, tra arte concettuale e Pop Art americana, i cui artisti più rappresentativi avevano esposto alla Biennale di Venezia del ‘64, Paladino incentra la sua prima attività sulla fotografia, associata spesso al disegno, tecnica a lui particolarmente congeniale. La sua prima personale è a Caserta, nel 1969. Gli anni ’70 vedono affermarsi, sempre più incisivamente nel suo percorso, l’interesse per la figura: dalle iniziali sperimentazioni concettuali l’artista trasferisce la propria attenzione sulla pittura figurativa. Strutture geometriche e oggetti quali rami e maschere campeggiano sulle tele dai colori decisi.
“Io cerco sempre, quando lavoro, di essere nel mio tempo, ma penso comunque che l’arte debba andare oltre. Il mio primo dipinto, per esempio – spiega l’artista in una intervista a Flash Art – è estremamente legato a quel particolare momento, perché è in chiave anti-concettuale; è la coda di un concettualismo che si esprime attraverso il mezzo pittorico. Se guardo all’arte di Caravaggio penso alla sua forza evocativa, non al momento storico. Se guardo Guernica di Picasso, ovviamente penso all’avvenimento storico, ma non è solo questo che mi colpisce dell’opera, che va oltre, per una potenza pittorica intrinseca. Credo che l’arte abbia sempre conservato questo valore, tranne in alcuni momenti in cui c’era una precisa attenzione verso una forma ideologica o concettuale per cui questo ne determina un condizionamento che non riesce a farla andare al di là del proprio tempo. Ma questo ovviamente dipende dall’artista. Mi viene in mente Duchamp, che pur essendo estremamente legato a un’epoca riesce comunque ad avere una grande forza evocativa”.
Nel 1978 è a New York dove inaugura, l’anno successivo, mostre personali alla Marian Goodman Gallery e alla Annina Nosei Gallery. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia nella sezione ‘Aperto ’80’ di Achille Bonito Oliva’, ed insieme a Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi e Nicola De Maria, dà vita alla ‘Transavanguardia’.
Nel corso degli anni ’80 la sua arte diviene sempre più referenziale e sulle superfici dalle ampie dimensioni e di grande impatto visivo, l’artista rappresenta la vita e il mistero della morte. Le tecniche usate sono diverse: dal disegno all’incisione, all’inserimento nelle tele di elementi tridimensionali. Dal 1985 si dedica alle grandi sculture in bronzo e alle installazioni. Celebre l’intervento in Piazza del Plebiscito a Napoli dove realizza una enorme montagna di sale su cui pone sculture con forme animali e umane.
Negli anni ‘90 intensifica con successo l’attività all’estero. Nel 1992 la realizzazione di una installazione permanente presso il chiostro della Chiesa di S. Domenico in Benevento: l’opera prendera’ il nome di Hortus Conclusus. Nel 1994, primo tra gli artisti italiani contemporanei, espone alla Galleria Nazionale di Belle Arti di Pechino.
Del 1995 è l’esposizione della installazione “Montagna del Sale” in Piazza Plebiscito, Napoli. Nel 1999, nell’ambito del South London Gallery Project, in una grotta in mattoni sotto la Roundhouse at Chalk Farm di Londra installa l’opera ‘I Dormienti’, che dialoga con gli interventi sonori di Brian Eno.
Nel 2003 Paladino viene scelto in qualità di rappresentante dell’arte italiana durante la presidenza italiana a Bruxelles: la scultura equestre ‘Zenith’ è installata nella piazza della sede del Parlamento Europeo. Il Centro d’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, nel 2002-2003, gli dedica una mostra retrospettiva e nel 2004 alla Reggia di Caserta, nell’ambito del progetto Terrae Motus, si tiene una personale con i suoi lavori più recenti. Al MAR di Ravenna, nel 2005, per la prima volta, vengono esposte le scenografie realizzate negli ultimi quindici anni. A Napoli al Museo di Capodimonte nel 2005 presenta un lavoro dedicato a Don Chisciotte che prelude ‘Quijote’, il lungometraggio che l’artista dirigerà l’anno successivo. Nel 2006 ristruttura la piazza antistante il Museo Leonardesco di Vinci.
Nel 2007 realizza una grande opera di landscape art con installazione sonora e di light design presso il Monte Pizzuto, Solopaca (BN), in corrispondenza del serbatoio dell’acquedotto Alto Calore. Nel 2008 gli viene affidata la realizzazione della copertura delle impalcature del cantiere di restauro della Ghirlandina, la torre campanaria del Duomo di Modena. Sempre del 2008 è una importante mostra al Museo dell’Ara Pacis di Roma con l’apporto del musicista Brian Eno e una personale presso la Villa Pisani a Stra. Importante installazione è quella presente sull’isola di Lampedusa per commemorare le vittime degli sbarchi clandestini. Nel 2009 esposizione di sculture che riempiono le strade, le piazze e i palazzi del paese, nello scenario incantevole di Orta S. Giulio, sul Lago d’Orta, curata da Flavio Arensi. Il catalogo della mostra è composto da 48 foto originali e inedite di Gianni Berengo Gardin: il famoso fotografo ha realizzato una serie di ritratti a Paladino e alle sue opere.
Nel 2010 Mimmo Paladino ha firmato la scenografia di “work in progress”, tour che ha visto riunirsi dopo 30 anni la coppia Lucio Dalla e Francesco De Gregori, e realizza Prova d’Orchestra, opera commissionata dall’ente lirico San Carlo di Napoli, collocata sopra la sala prove del teatro. Il 10 aprile dello stesso anno è installato un grande cavallo blu di oltre quattro metri all’Anfiteatro del Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (BS), la casa-museo di Gabriele d’Annunzio.
A fine gennaio 2011 realizza la nuova sala permanente del Museo Nazionale Archeologico di Villa Frigerj a Chieti dedicata al Guerriero di Capestrano e inaugura la mostra di sculture incentrata sul “nuovo Guerriero”, allestita presso il Centro espositivo della Fondazione Carichieti a Palazzo De Mayo. Nel 2011 la città di Milano dedica al maestro una grande retrospettiva a Palazzo Reale, davanti al quale, in piazzetta Reale, viene installata la monumentale “Montagna di sale”, e sempre nella medesima sede espositiva, sue opere sono state oggetto della mostra antologica sulla Transavanguardia curata da Achille Bonito Oliva insieme ad altri 4 grandi protagonisti della corrente artistica.
E’ del 2012 l’importante mostra sulle opere in ceramica al Museo MIC di Faenza e l’installazione di una grande croce in marmo in Piazza Santa Croce a Firenze. Alla fine dello stesso anno risale la nomina a Membro Ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti in Vaticano da parte di Papa Benedetto XVI. Nel 2013 è con una personale a Ravello, nell’incantevole scenario della Villa Rufolo e dell’Auditorium durante il consueto Ravello Festival. Nel 2015 partecipa alla Biennale di Venezia e del 2016 è una sua grande mostra monografica alla Galleria Stein di Milano. Nel 2017, dal mese di aprile, alcune delle sue imponenti opere sono esposte a Brescia, principalmente in Piazza Vittoria.
I lavori di Mimmo Paladino sono entrati in prestigiose collezioni pubbliche e private internazionali ed esposti in permanenza in importanti musei e istituzioni Italia e all’estero.
Mercato e prezzi
Per Mimmo Paladino, come per altri esponenti del movimento della Transavanguardia, super quotati negli anni 90 e agli inizi del 2000, soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ma anche in Italia, ci sono forti margini di miglioramento in un mercato che attualmente li propone a circa il 50/60% in meno rispetto a dieci anni fa. Basti pensare che solo nelle aste internazionali, nel 2007 Paladino aveva fatturato oltre 2,6 milioni di euro e più di 2,3 milioni nel 2007, mentre nel 2018 ha totalizzato meno di 500 mila euro (dati Artprice). Ad oggi sono oltre 2500 i passaggi in asta dei suoi lavori ( oltre la metà sulle piazze internazionali – Usa, Gb, Europa – con una percentuale di invenduti, nelle diverse tipologie (stampe escluse) che nel 2018 si è attestata intorno al 50%. Per ogni buon conto tuttavia, secondo l’indice Artprice, 100 dollari investiti nel 2000 in un’opera di Mimmo Paladino, attualmente valgono in media 123 dollari (+ 23%). Sul mercato primario, anche grazie all’ottimo lavoro svolto dalle sue gallerie di riferimento, presenti con selezionate opere del Maestro ( o addirittura con mostre personali) nelle più importanti fiere internazionali, le quotazioni sono in ripresa. Ancora lontane tuttavia dai massimi.
Attualmente per le sculture è necessario un investimento che può variare da 100 a 300 mila euro dipende dalle tecniche e dalle dimensioni. Per i dipinti si va da 40 a oltre 200 mila euro (un medio formato 100×70 cm. costa 50/70 mila euro). Le tecniche miste su cartone e gli acquarelli si possono acquistare a cifre che vanno da 10 a 30 mila euro. Particolarmente interessante il commento di Emilio Mazzoli, storico gallerista di Modena tra gli artefici dell’affermazione del movimento della Transavanguardia. Il mercato “Va benissimo, ma all’estero. Da noi il sistema è penalizzato da tasse e imposte tali che chi ha due soldi da spendere li spende fuori. Il risultato è che sono rimaste due o tre gallerie internazionali. Poi ci sono in giro troppi affaristi, quelli che pensano di essere veloci ma che invece sono lenti, in molti vogliono prendere il treno quando è già passato. In fondo le cose belle son sempre costate da che mondo è mondo”.
Gallerie: Christian Stein di Milano (02-76393301), Mazzoli di Modena (059-243455), Casamadre di Napoli (081-19360591). Ma lavori del Maestro si possono trovare anche in altre primarie gallerie in Italia e all’estero. Per le opere grafiche il riferimento è Alan Cristea di Londra.
Top Price in asta: Pozzo di Eroi, 1983 – Olio/tela, with wood collage, 205,7 x 307,2 x 11,4 cm. – è stato aggiudicato a 238.805 euro (diritti compresi) da Sothby’s New York a maggio 1990. «Canto I», 1995 – Tecnica mista, oil, canvas collage, 325,1 x 224,2 cm. – è passato di mano a 243.936 euro, con i diritti, da Sotheby’s London nell’ottobre 2005. Untitled, 1995 – Bronzo. Artist’s proof , Ed. AP1 / 2, 248,5 x 98 x 47,5 cm. – ha fermato il martello del banditore a 155.860 euro ( diritti compresi) da Phillips London nel giugno 2016. Interno con stagno, 1988 – Olio su tela 250 x 300 cm. – è stato battuto fino a 180 mila euro nel novembre 2016 alla casa d’aste Farsetti di Prato.