Volatilità e incertezza continuano a dominare i mercati che chiudono un’altra seduta di forti vendite, stretti tra il risultato shock della Brexit e l’esito delle elezioni spagnole del weekend, dove Rajoy ha vinto ma senza maggioranza. Wall Street non ha aiutato ad alleggerire il sentiment sui mercati europei: gli indici oltreoceano hanno aperto pesanti e alla chiusura dell’Europa viaggiano in profondo rosso, con le vendite che si riversano sui finanziari.
Le banche sono colpite duramente anche in tutta Europa e a Piazza Affari affossano l’indice Fste Mib sprofonda del 3,94% a 15.103 punti, peggiore tra i principali indici europei. Parigi -2,97%, Francoforte -3,02% e Londra -2,55%. La sterlina precipita ai minimi dal 1985. Il cambio euro dollaro si attesta a 1,0979 in calo dello 0,58%.
L’oro sale dello 0,6% attestandosi a 1.323 dollari all’oncia e avvicinandosi di nuovo al top di venerdì scorso di 1.358 dollari. Sulla spinta Brexit alcuni esperti vedono l’oro in risalita verso quota 1.400 dollari l’oncia.
Sul fronte macroeconomico negli Usa sale a -18,3 punti l’indice manifatturiero Fed Dallas in giugno, restando comunque in territorio negativo. Sale anche l’attività nel settore servizi americano: l’indice flash servizi Pmi, redatto da Markit, si è attestato a 51,3 punti, in rialzo rispetto ai 51,2 punti della stima flash precedente.
Gli occhi sono puntati sul direttorio europeo in vista del summit di domani dei 27 Paesi Ue a Bruxelles. Il premier britannico David Cameron ha annunciato in Parlamento che domani non chiederà l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona per aprire la procedura che permetterà al Regno Unito di uscire dall’Ue. Cameron lascerà probabilmente il compito di avviare la procedura al suo successore che sarà nominato entro il 2 settembre prossimo.
A Piazza Affari è raffica di sospensioni. In fondo al Ftse Mib le banche: Mps -13,34%, Mediobanca -12,77%, Intesa -10,92%, Unipol -10,22%.
Ubi -6,35%, limita il calo tra le grandi banche, nel giorno della presentazione del piano industriale che stima 730 milioni di utile netto nel 2019 e oltre 870 mln nel 2020.
Le vendite colpiscono anche Yoox -9,59%: la società è una delle più esposte oltremanica e gli investitori temono il contraccolpo della Brexit e della svalutazione della sterlina. L’azienda realizza circa il 16% del proprio giro d’affari nel Regno Unito. In caduta libera anche Azimut, che cede l’11,84%.
Fca lascia sul terreno un altro 6,22% anche a causa delle previsioni di Goldman Sachs per il prossimo triennio. Secondo gli analisti americani, a un minore incremento del Pil europeo dovrebbe corrispondere uno scenario meno favorevole per i volumi di vendita delle auto sia nel Regno Unito sia nell’Europa occidentale nel prossimo triennio: pertanto Goldman se per il 2016 mantiene sostanzialmente la sua visione di un +4,4% nei volumi in Europa, ora si aspetta un netto ridimensionamento per i due anni successivi con un +0,2% nel 2017 (dal +1,5% della precedente stima) e con un -0,4% nel 2018 (da +0,5%).
In controtendenza sul Ftse Mib Recordati +0,94%, Italcementi +0,10%, terna +0,09% e Campari +0,06%.