Dopo la Fed anche la Bce lascia i tassi invariati. I listini del vecchio Continente non hanno atteso le parole di Christine Lagarde per accodarsi alla festa di Wall Street scattata ieri sera dopo l’indicazione della Federal Reserve sull’abbassamento dei tassi di interesse nel 2024: la banca centrale Usa, oltre a lasciare i tassi invariati per la terza volta consecutiva, al 5,25-5,5%, ha segnalato la probabilità di tre tagli dei tassi l’anno prossimo. Anche il Regno Unito e la Svizzera hanno deciso di lasciare i tassi fermi. Controcorrente la Banca centrale norvegese che invece ha aumentato il tasso di interesse principale, avvertendo che l’inflazione è ancora troppo elevata.
E così, a metà seduta, le borse dell’Europa si muovono al rialzo. In particolare, la prospettiva di una discesa dei tassi d’interesse mette il volo alle società immobiliari (+6%) e delle materie prime (+4%). La più tonica in Europa è Londra (+1,8%), seguono Parigi (+1,22%), Madrid (+1,33%), Francoforte (+0,63%) e Milano (+0,55%), frenata soprattutto da alcune banche: da Bper (-5,59%) a Mps (-5,18%) fino a Bpm (-3,99%) ed Unicredit (-3,38%). Le smentite sul presunto terzo polo hanno raffreddati la platea.
A Parigi, Vivendi guadagna l’8% dopo l’annuncio del progetto di spezzatino, la holding punta a valorizzare Canal+, Havas e Lagardere.
Svizzera e Uk seguono la Fed sui tassi. La Norvegia li alza ancora
Sul fronte delle banche centrali la banca centrale svizzera, la prima a muoversi in una giornata densa di annunci. Berna ha optato per una conferma dei tassi di interesse, stabili a 1,75%. In risposta al rientro delle pressioni inflative, il riferimento sui depositi a vista resta a 1,75%, stabile ormai da settembre.
A sorpresa la banca centrale norvegese ha alzato il tasso d’interesse di riferimento di 25 punti base, portandolo al 4,50% nel tentativo di combattere la persistente inflazione, e ha detto che probabilmente rimarrà a questo livello ancora per qualche tempo. “Vediamo che l’economia si sta raffreddando, ma l’inflazione è ancora troppo alta”, ha detto il governatore della Norges Bank.
Il Monetary Policy Committee della Banca centrale inglese ha deciso di mantenere il bank rate al 5,25%.
Tre membri su nove avrebbero preferito aumentare il tasso di interesse di 25 punti base, al 5,5%. Per la BoE l’inflazione dovrebbe raggiungere il target del 2% entro la fine del 2025, ma i rischi restano al rialzo. Inoltre, i banchieri prevedono una crescita del Pil sostanzialmente piatta nel quarto trimestre e nei prossimi trimestri. È probabile poi che la crescita dell’occupazione si sia attenuata e che vi siano ulteriori segnali di allentamento del mercato del lavoro.
Avanzano ancora i bond
Non si ferma invece la marcia delle obbligazioni. Il Treasury Note a dieci anni a è sceso a 3,93%, da 4,20% di ieri. Treasury Note a due anni a 4,32% da 4,70%. Differenziale tra il decennale e il biennale in calo a -37 punti base, da -55 punti base del giorno prima.
Bund decennale a 2,08%, Btp decennale a 3,80%. Spread a 170 punti base.