A prima vista è solo una decisione tecnica. Ma la revisione del Nasdaq 100, approvata venerdì scorso dal mercato di Times Square, promette di incidere a fondo nelle dinamiche del mercato azionario Usa a partire dalla campagna delle trimestrali che, dopo l’esordio di JP Morgan, entrerà nel vivo domani con i conti di Bank of America e Morgan Stanley. Con regole nuove, destinate a favorire l’allargamento del listino a danno delle superstar dell’Intelligenza Artificiale che hanno dominato la prima parte dell’anno.
In attesa di conoscere gli effetti della revisione le Borse Ue procedono deboli, zavorrate dalla frenata dell’economia cinese e dai dubbi sulle trimestrali statunitensi in arrivo.
L’andamento delle Borse europee
Piazza Affari è sotto la parità e alle 12.30 procede in ribasso dello 0,27% nonostante le buone performance di banche, industria e utility. Cade Moncler (-4,46%) dopo i dati cinesi. Balza in testa al Ftse Mib Banco Bpm (+1,53%) dopo il via al polo della monetica con Iccrea e Psi.
Nel resto dell’Europa, è in rosso anche Francoforte, che registra una flessione dello 0,32%. Resta vicino alla parità Londra (-0,18%), più forti le vendite a Parigi, che soffre un calo dell’1,18%. A zavorrare i listini sono i dati arrivati dalla Cina. Nel secondo trimestre Pechino è cresciuta del +6,3% su anno, a un ritmo inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un rimbalzo del 7,1% dopo un aumento del 4,5% del Pil nel primo trimestre. Le vendite al dettaglio invece hanno frenato drasticamente a giugno, con un aumento del 3,1% su anno, mentre, la produzione industriale ha accelerato a giugno al +4,4% su base annua, contro il +3,5% del mese precedente.
La revisione del Nasdaq 100: ecco le nuove regole
Il peso sull’indice Nasdaq 100 dei “sette magnifici” (Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla) viene abbassato d’autorità: dal 48,5% ad un massimo del 40% del totale a partire dal 24 luglio.
Ad oggi, ciascuno dei sette titoli vale almeno il 4,5% dell’intero listino: Microsoft pesa per il 12,91%, seguito da Apple (12.47%), Nvidia (7.04%), Amazon (6.89%) e Tesla (4.50%).
È la terza volta (precedenti nel 1998 e nel 2011) che scatta la regola. Fatta apposta per evitare che gli acquisti si concentrino solo su una minoranza di titoli, favorendo così la fragilità dell’indice.
Gli effetti della revisione del Nasdaq 100
L’operazione avrà probabilmente un immediato effetto sui fondi indice e su tutti gli altri prodotti che si basano su questo indicatore. A partire dall’Invesco QQQ ETF, un gigante da 200 miliardi di dollari. La conseguenza più probabile sarà di spingere le quotazioni dei titoli value.
Il mercato ha in parte anticipato le mosse dei regolatori. Se nei primi cinque mesi dell’anno i Big Tech, a partire da Microsoft e Nvidia, avevano in pratica monopolizzato gli acquisti in una Borsa per il resto asfittica, negli ultimi due mesi, annusando una possibile svolta sui tassi , il Toro ha allargato il suo campo d’azione: 140 titoli, tra cui vecchie glorie un po’ sacrificate come General Electric e Loewe sono saliti ai massimi.
Secondo gli analisti di Wells Fargo le società che approfitteranno di più del “rebalancement” del Nasdaq saranno: Starbucks, Mondelez, Booking Holding, Gilead Science e Automatic Data Processing.
Ma la performance dei “magnifici sette” (il 28% circa dell’indice più importante, l’S&P 500) sarà senz’altro la nota più seguita della campagna delle trimestrali. Per giustificare le quotazioni raggiunte al termine di un semestre strepitoso, con un rapporto prezzo/utili di 40 volte o anche più (contro 15 volte del resto del listino) questi titoli dovranno dimostrare di essere in grado di aumentare gli utili del 19% almeno nei prossimi dodici mesi contro l’8%degli altri.
Le trimestrali in arrivo
La prima a scendere in campo mercoledì sarà Tesla, sorretta dai record di vendita nella prima metà dell’anno. Nello stesso giorno occhio a Goldman Sachs che ha già messo le mani avanti anticipando risultati in calo. La settimana prossima toccherà a Meta, effervescente dopo il lancio di Threads e Microsoft, il colosso che meglio ha approfittato finora del boom dell’intelligenza artificiale.
Nvidia, il titolo superstar del 2023, si presenta all’appuntamento con un nuovo record a 473 dollari mentre fioccano le promozioni per la regina dei chips per l’Ai. Secondo l’analista William Stein di Trust, la società vale parecchio di più del suo prezzo di borsa, almeno 545 dollari rispetto al precedente target di 470 dollari.
Questi numeri dimostrano che non sarà facile per la Fed o le altre autorità di mercato frenare i bollenti spiriti dei “magnifici sette. Salvo correre il rischio di gettare via il bambino, cioè la crescita, assieme all’acqua sporca, cioè l’effetto recessione provocato dall’aumento eccessivo dei tassi di interesse-
Ma Wall Street comincia a credere che l’atterraggio morbido sia possibile, nonostante la cautela degli analisti che prevedono un calo medio dei profitti del 9%. Molto dipenderà dalla capacità degli operatori di guardare oltre i “magnifici sette” alla ricerca delle pepite nascoste nel Dow Jones piuttosto che nel Russell 2000, il listino delle medie e piccole società. Magari scandagliando il listino con l’Intelligenza Artificiale.