Un venerdì nero sigilla la settimana finanziaria di Piazza Affari e dei listini europei, che chiudono con pesanti ribassi, mentre Wall Street, dopo un avvio negativo, pare muoversi verso un medesimo epilogo. Il Dow Jones, nella mattina Usa, ha toccato i minimi di quasi due anni. Goldman Sachs inoltre ha tagliato l’obiettivo di fine 2022 per lo S&P 500 di circa il 16% a 3.600 punti, con un calo del 2,5% rispetto ai livelli attuali.
L’aggressività delle banche centrali, i timori di recessione, l’escalation nei toni tra Russia e occidente, le elezioni italiane sono alla base di questo terremoto odierno.
Milano, -3,36% (21.066 punti base) chiude ai minimi da circa due mesi ed è la piazza peggiore di oggi, 23 settembre, a soli due giorni dalle elezioni politiche e con i partiti del centrodestra in fibrillazione per le parole della presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen che sono parse un’interferenza nella campagna politica interna su cui la presidente ha cercato di correggere il tiro nel corso della giornata.
Continuano a salire inoltre i rendimenti dei titoli di Stato: il Btp decennale dal al 4,23% e il Bund arriva al 2,03%, per uno lo spread stabile a 220 punti base (+0,47%).
Nel resto d’Europa sono fortemente negative anche Amsterdam -2,76%, Madrid -2,46%, Parigi -2,28%, Francoforte -2,01%. Fuori dalla zona euro: Londra -2,01%, Zurigo -1,54%.
Euro nuovo minimo da 20 anni; petrolio in caduta libera
La moneta unica perde oltre l’1% contro il dollaro e tratta intorno a 97 centesimi.
La sterlina in mattinata ha toccato i minimi da 37 anni contro la divisa statunitense (1,102) e il rendimento a 10 anni dei titoli di Stato inglesi hanno toccato i massimi dal 2011 superando il 3,8% intimoriti dal taglio delle tasse del governo Tuss, intenzionato a stimolare l’economia. Il timore è che il piano verrà finanziato da nuova emissione di carta, con timori sulla conseguente tenuta dei conti inglesi.
Il quadro macro nel suo insieme (i Pmi di settembre della zona euro sono ai minimi da 27 mesi) e l’inversione della curva dei titoli Usa (il titolo a due anni tratta ancora oltre il 4% contro il 3,7% del decennale) pesano sul petrolio, che vede la domanda di greggio a rischio. I future del Brent arretrano del 5,1% a 85,84 dollari al barile. Il Wti tratta sotto gli 80 dollari per la prima volta da gennaio.
PMI zona euro in ribasso; Banche europee impensierite dalla Bce e da Credit Suisse
A deprimere la propensione al rischio, già molto fragile in un contesto di banche centrali “falco”, sono arrivati oggi gli indici Pmi di settembre della zona euro, che confermano un rallentamento dell’economia e alimentano le probabilità di una recessione. Il Pmi Composite S&P Global Flash Eurozone è sceso a 48,2 a settembre dal valore di 48,9 di agosto (sopra 50 significa crescita), indicando il terzo mese consecutivo di contrazione dell’attività del settore privato. Escludendo gli shock pandemici, la lettura è stata la più bassa da maggio 2013. Male Francia e Germania.
Le banche, che hanno sorretto i listini in questa ottava di strette monetarie, oggi sono in profondo rosso trascinate da Credit Suisse (-12,4%) ai minimi storici. Secondo due fonti Reuters, la banca svizzera sta cercando di ottenere nuova liquidità dagli investitori per la quarta volta in circa sette anni, mentre tenta una radicale revisione della propria unità investment banking.
Sempre Reuters riferisce anche la notizia che la Bce sta valutando come contenere i costi dovuti agli interessi da corrispondere alle banche che parcheggiano presso l’Istituto centrale la liquidità in eccesso. Tra le opzioni allo studio, ci sarebbe anche un possibile ritocco delle operazioni di finanziamento a lungo termine Tltro.
Piazza Affari in maglia nera con petroliferi, industria e banche
Sul principale indice di Piazza Affari oggi c’è l’imbarazzo della scelta di settori negativi. La lista dei ribassi è guidata in ogni caso da un titolo petrolifero come Tenaris, che cede l’8,31%. Tra le azioni oil il bilancio odierno è pesante anche per Eni, -4,74%. Le vendite hanno colpito i titoli industriali: non c’è difesa che tenga per Leonardo -6%. Male Iveco -4,9% e Pirelli -4,33%, anche perché l’automotive è stato venduto in tutta Europa con le immatricolazioni che a luglio e ad agosto sono scese rispettivamente del 17,4% e dell’8%, segnando quattordici mesi consecutivi di calo.
Le banche arretrano, dopo i recenti guadagni a partire da Intesa, -4,75%. Banco Bpm perde il 4,42%, anche alla luce delle opinioni dell’ad Giuseppe Castagna, secondo il quale l’istituto è su un percorso stand-alone dopo avere cercato dei partner per la creazione di un terzo polo bancario in Italia. Vanno Giù Mediobanca -4,2% e Nexi -4,18%.
È in controtendenza Mps +3,18%, recentemente iper venduta.
Chiude una seduta di piombo pure Telecom, -4,41%, che in mattinata aveva resistito alle vendite.
L’unica blue chip positiva è Amplifon +1,01%.