Il cordone sanitario Usa a protezione delle banche non funziona. Almeno in Piazza Affari -3,86%, il listino peggiore del Vecchio Continente perché il più esposto al comparto del credito.
Banche e risparmio gestito sotto tiro a Piazza Affari
Tra i titoli più bersagliati, con ribassi tra l’8 ed il 10%, figurano Bper, Banco Bpm, ma anche Unicredit (-6,8%) e Intesa Sanpaolo (-6,6%). Ad aggravare la situazione contribuisce la prospettiva della riforma delle commissioni sul risparmio gestito (favorevole ai clienti): Finecobank lascia sul terreno il 6,4% circa, Banca Mediolanum il 5,47%. Banca Generali il 3,8% circa.
Borse europee in rosso, Btp in calo, sale lo spread
La pioggia di vendite, intanto, si intensifica anche sulle altre piazze: nonostante i future continuino a prevedere un’apertura positiva per Wall Street, in attesa del vertice alla Casa Bianca le perdite accelerano a Francoforte -2,88% ed a Parigi -2,44%. La Bundesbank ha convocato oggi l’unità di crisi per valutare le possibili ricadute del fallimento della statunitense Silicon Valley Bank sul mercato locale.
Difficile interpretare un quadro in rapida evoluzione. L’intervento delle autorità Usa ha per ora scongiurato il rischio di un collasso dei depositi delle banche interessate (tre in tutto, per ora), ma rischia di compromettere la strategia anti-inflazione della Fed: di riflesso, scendono i prezzi (e si alzano i rendimenti) delle obbligazioni, ma si moltiplicano le paure per le eventuali ricadute sui prezzi. E così l’euro dollaro si porta sui massimi da quattro settimane a 1.072 mentre il Treasury Note a dieci anni scende a 3,65%, circa 35 punti base in meno dei valori di inizio della scorsa settimana. E il due anni due anni si porta al 4,42%, -15 punti base.
Forte l’impatto anche sull’obbligazionario europeo a tre giorni dalla riunione della Bce. I Btp sono in rally (decennale al 4,13% punti sotto i valori precedenti) ancor più vivaci i Bund (2,23%) per uno spread che oscilla attorno a 188-189 punti (contro 180 di venerdì).
il mercato si interroga così sulle eventuali conseguenze sulla politica monetaria della Bce a pochi giorni dal meeting del 16 marzo. Unicredit sottolinea che se da un lato un rialzo dei tassi da 50 punti base è molto probabile, molto dipenderà dal comunicato e dalle parole della presidente Christine Lagarde: “Un altro pre-impegno per un rialzo da 50 punti a maggio potrebbe facilmente mettere pressioni sui mercati obbligazionari. Lasciare invece aperta l’entità del rialzo di maggio (il nostro scenario di base) potrebbe evitare un sell-off”, osservano gli strategist della banca.
A Milano resiste Leonardo, si salva Italgas
Nel resto del listino da segnalare in controtendenza Leonardo anche se cancella il buon rialzo iniziale e cede lo 0,4% dopo la diffusione di giovedì di conti e guidance, con ordini migliori delle attese. Dopo la conference call “confermiamo il nostro commento positivo a caldo in particolare su Fcf che risulta di buona qualità e in crescita (per anni il punto debole dell’equity story) e raccolta ordini migliore”, commenta Equita, confermando ‘buy’.
In terreno positivo solo Italgas con un rialzo dello +0,5%. Stm cede l’-1,5%. Goldman Sachs avvia la copertura con il giudizio Sell.
Fuori dal Ftse Mib contiene il calo Technoprobe, che perde l’1,5% dopo che ieri ha fornito i dettagli della sua esposizione a Silicon Valley Bank, giudicandola “non rilevante”. Equita spiega che si tratta di circa 10 milioni di euro su 411 milioni di cassa depositati presso Svb comunque rimborsabili, come hanno garantito le autorità Usa: il costo del salvataggio di Svb sarà sostenuto dal sistema bancario nel suo complesso. A Washington non si dispera nell’arrivo di un cavaliere bianco. Si è già prenotato, non si sa fino a quanto seriamente, il solito Elon Musk.