A partire dall’ultima parte della seduta statunitense fino alle ore asiatiche si è diffusa una certa debolezza sui mercati azionari, scendendo dai picchi della seduta precedente. La parla d’ordine è cautela, in vista dell’insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti lunedì, che è anche un giorno festivo per il Martin Luther King Jr. Day: i timori sono per sorprese non solo nel discorso di Trumpa, ma anche in eventuali ordini esecutivi immediati, che potrebbero includere tariffe massicce.
Scendono rendimenti e dollaro. Bitcoin torna oltre 101mila dollari
Sono invece scesi i rendimenti obbligazionari e si è indebolito il dollaro sulla scia delle nuove scommesse su un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a giugno.
I rendimenti dei titoli del Tesoro USA a dieci anni si sono attestati al 4,6125% nell’ultima sessione, dopo essere scesi al minimo dal 6 gennaio al 4,5880% ieri, quando il governatore della Fed Christopher Waller ha affermato che sono ancora possibili tre o quattro tagli dei tassi quest’anno se i dati economici statunitensi dovessero indebolirsi.
Gli operatori ora vedono la riunione di giugno della Fed come un momento probabile per un’altra riduzione dei tassi di un quarto di punto. I rendimenti dei titoli di Stato giapponesi a dieci anni si sono allentati insieme ai movimenti notturni dei titoli del Tesoro, anche se i commenti del governatore della BOJ Kazuo Ueda e di uno dei suoi vice, Ryozo Himino, questa settimana hanno stimolato le scommesse per un aumento di un quarto di punto il 24 gennaio.
Chiusura sulla parità per la Borsa di New York, con il Dow Jones che si attesta a 43.153 punti, mentre, al contrario, scende nel finale l’S&P-500, che chiude sotto i livelli della vigilia a 5.937 punti. In lieve ribasso il Nasdaq 100 (-0,69%) come pure l’S&P 100 (-0,75%). Sul versante delle trimestrali, Morgan Stanley ha annunciato un utile più che raddoppiato, nel quarto trimestre, mentre la trimestrale di Bank of America è risultata sopra le attese con balzo commissioni investment banking. Da segnalare Apple, che segna una discesa di ben -4,04% e Tesla Motors che scende del 3,36%.
Lo yen ha raggiunto nella notte un nuovo massimo mensile a 154,98 per dollaro, con la valuta statunitense in calo anche a causa della prospettiva di precedenti tagli da parte della Fed. L‘indice del dollaro, che misura il dollaro rispetto a un paniere di sei valute principali, tra cui lo yen, è sceso dello 0,06% a 108,90. L’euro è riuscito a mantenere quel leggero rialzo ottenuto nella seduta precedente a 1,0308 dollari, mentre la sterlina in difficoltà è rimasta invariata a 1,2237 dollari.
Il calo dei rendimenti obbligazionari ha sostenuto gli asset alternativi. Per la prima volta dal 7 gennaio, il Bitcoin ha raggiunto quota 101.769,43 dollari. L’oro si è attestato a 2.714 dollari, avvicinandosi al massimo di giovedì di 2.724,55 dollari, il livello più alto in oltre un mese. Le speculazioni su un taglio dei tassi da parte della Fed hanno sostenuto anche il petrolio. I future sul greggio Brent sono saliti di 13 centesimi, o dello 0,2%, a 81,42 dollari al barile, dopo essere scesi dello 0,9% nella sessione precedente. I future sul greggio US West Texas Intermediate CLc1 sono saliti di 27 centesimi, o dello 0,3%, a 78,95 dollari al barile, dopo un calo dell’1,7%.
In Asia brilla la Cina con un Pil al 5%. Tokyo in netto calo
E’ solo la Cina a mostrare stamane segni positivi nell’area dell’Asia Pacifico, sostenuta dai dati sulla sua crescita economica, mentre sono deboli le altre piazze, in particolare Tokyo che perde oltre l’1%. L’indice mondiale MSCI è sceso dello 0,05% e il maggior indice delle azioni Asia-Pacifico ha perso lo 0,4%.
L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in rialzo dello 0,4%, portando il guadagno della settimana a +2,4%. L’indice Hang Seng di Hong Kong +0,2% e sulla settimana è a +2,7%. TAIEX di Taipei +0,2%. Il Pil è salito del 5,4% anno su anno nel quarto trimestre, +1,6% su base trimestrale. L’allungo degli ultimi tre mesi dell’anno arriva dopo il 4,6% del terzo trimestre, il 4,7% del secondo e il 5,3% del primo.
Il Pil 2024 in Cina ha mostrato una crescita del 5% sui livelli più bassi ultimi decenni, ma in linea con le indicazioni del governo. Il piano massiccio di misure a sostegno della crescita varato da Pechino a partire da fine settembre, insieme all’export ancora sostenuto, hanno permesso di centrare quel 5% di crescita Pil che era la soglia minima per evitare l’ulteriore peggioramento della fiducia di imprese e consumatori. Il risultato del 2024 ha confermato la stima del presidente Xi Jinping espressa nel suo discorso di Capodanno, in cui ha rimarcato che l’economia è cresciuta “di circa il 5%” sulla base delle nuove strategie volute dal leader perché il Pil dipenda meno dalle vendite immobiliari e maggiormente dalla produzione di alta fascia. La produzione industriale è crescita del 5,8% nel 2024 (+4,6% nel 2023), con l’accelerata a +6,2% a dicembre, mentre le vendite al dettaglio si sono attestate a un +3,5% (erano a +7,2% nel 2023), con un +3,7% nell’ultimo mese dell’anno. Il tasso disoccupazione in dicembre pari a +5,1%, in aumento rispetto al precedente +5% (la previsione era +5%).Il Pil è cresciuto nonostante un “ambiente complicato e severo con crescenti pressioni esterne e difficoltà interne”, ha rilevato l’Ufficio nazionale di statistica, nel mezzo di “difficoltà e sfide” prevedibili anche in futuro. Gli analisti adesso stimano che la crescita della Cina debba frenare ancora nel 2025, tra il 4,4% e il 4,6%, e persino scendere sotto il 4% nel 2026, ma l’Ufficio ha anticipato che “con un pacchetto di politiche incrementali implementate in modo tempestivo, la fiducia sociale è stata rafforzata e l’economia si è ripresa in termini notevoli”.
Salgono i titoli dei produttori di chip dopo l’avvio delle indagini delle autorità cinesi sulle aziende statunitensi che vendono semiconduttori di qualità tecnologica medio bassa in Cina: l’inchiesta del Ministero del Commercio punta a verificare l’esistenza di sostegni e sussidi da parte di Washington.
Le azioni giapponesi hanno registrato performance decisamente inferiori alle aspettative, con il Nikkei sulla buona strada per chiudere la sua peggior settimana in tre mesi, appesantito dal rafforzamento dello yen oltre quota 155 per dollaro per la prima volta in quasi un mese, mentre i trader aumentano le scommesse su un aumento dei tassi da parte della BOJ la prossima settimana. Il Nikkei di Tokyo è in calo di circa l’1% portando il bilancio settimanale a -3%. Lo yen si rafforza su dollaro a 155,4 da 156 di ieri.
Lo yen, la valuta giapponese dovrebbe registrare il più grande guadagno settimanale dalla fine di novembre.
Borse europee caute e poco mosse. Scadenze tecniche
Oggi è giornata di scadenze tecniche: sono arrivati a termine i futures su azioni e opzioni con termine a gennaio 2025. Ieri nuovo record storico del Dax di Francoforte, nuovo record dal 2008 del nostro FTSEMIB e quasi record da 25 anni dell’Eurostoxx 50: tutto ciò fa pensare a impostazione positiva dei tiroli azionari, dicono gli analisti di Websim. Per la giornata odierna le borse europee attese poco mosse in avvio di seduta (+0,02% il future sull’Eurostoxx50)
Saipem ha comunicato di aver venduto la propria partecipazione del 10% in KCA Deutag (KCAD) a Helmerich & Payne (H&P). Il corrispettivo per la cessione della partecipazione è pari a circa 89,5 milioni di dollari; di questa circa 8 milioni verranno trattenuti in un conto di garanzia fino al verificarsi di determinate condizioni ai sensi del contratto di compravendita in essere tra i soci di maggioranza di KCAD e H&P. La partecipazione detenuta da Saipem era stata acquisita nel 2022 nell’ambito della vendita delle proprie attività di Drilling Onshore; il valore di bilancio della partecipazione al 30 giugno 2024 era pari a 82 milioni di euro.
Iren ha collocato ieri la sua prima emissione obbligazionaria perpetua subordinata ibrida dal valore nominale di 500 milioni di euro raccogliendo ordini per 4 miliardi di euro.