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Borse tutte in rialzo, Unicredit dà la carica a Piazza Affari

Anche Milano, sulla scia di Wall Street e del Giappone, avanza con il vento in poppa. L’indice Ftse Mib a metà giornata avanza del 2%, ben sopra i 18 mila punti, davanti agli altri listini europei: Parigi +1,6%, Francoforte +1,4%, Madrid +1,9%.

Poco sotto la parità Londra, frenata dal recupero della sterlina a 1,314 su dollaro (+1,2%). Già domani Theresa May potrebbe diventare il nuovo premier della Gran Bretagna. David Cameron dovrebbe lasciare nelle prossime ore il numero 10 di Downing Street.   

Il Tesoro ha collocato stamane 6,5 miliardi di euro di Bot a 12 mesi con rendimento pari a -0,176%, in calo di 5 punti base rispetto all’asta del 10 giugno scorso. Molto buona la risposta del mercato, con un bid to cover a 1,55 rispetto all’1,442 precedente.

Il rendimento del Bund decennale tedesco è -0,12%, in allontanamento dai minimi storici situati intorno a quota -0,20%.

In primo piano continua ad esserci la questione delle banche, aspettando l’accordo con la Commissione Ue, che è “in dirittura d’arrivo”, secondo il premier Matteo Renzi.

Nel frattempo, a dare la carica a Piazza Affari ci pensa Unicredit (+9%). La Banca ha venduto ieri sera, attraverso un collocamento lampo, il 10% del capitale della controllata FinecoBank (-2%), ovvero 60,7 milioni di azioni.

Il prezzo finale unitario per i 60,7 milioni di titoli è stato pari a 5,40 euro per un incasso di 328 milioni di euro. La cessione del 10% dell’istituto guidato da Alessandro Foti migliora di 8 punti base il Common Equity Tier 1, intorno al 10,5% a fine marzo. 

Gli analisti di Kepler confermano oggi il rating buy sull’istituto e il target price di 3,5 euro. L’operazione viene giudicata inattesa ma decisamente positiva, un segnale dello stile di gestione del suo amministratore delegato, Jeanne Pierre Mustier. Hammer Partners ha promosso il cambio di strategia della Banca alzando il giudizio sul titolo a Buy da Sell. Target price limato a 3,70 euro da 3,80 euro.

Equita, al contrario, pur confermando il rating hold e il target price di 4,1 euro, sostiene di non condividere “il deal da un punto di vista strategico visto che non risolve il tema del capital deficit” di almeno 5 miliardi di euro secondo gli esperti, “riducendo la presenza in un business ad alta crescita”. 

In ripresa Monte Paschi (+1,7%), dopo un avvio di seduta in frenata. In grande spolvero Ubi Banca (+6%) e Banco Popolare (+4,3%). Intesa Sanpaolo +5%: stamattina Hammer Partners ha promosso il giudizio da Sell a Buy, alzando il target price a 2,30 euro da 2,0 euro. 

Nel resto del listino, brillante recupero di Fiat Chrysler (+4,3%) e di Leonardo Finmeccanica (+2,7%: l’amministratore delegato Mauro Moretti ha affermato che resta in vigore l’accordo commerciale con la russa Sukhoi). Saipem +2%, Stm +2,2%.

Bene Mediaset (+1,9%): stamattina Ubs ha abbassato il target a 4,35 euro da 4,85 euro, confermando però la raccomandazione Buy. Ancor meglio Telecom Italia (+3,2%).

Nel lusso frena Luxottica (-0,2%) dopo il taglio di JP Morgan. Tod’s (+0,8%) recupera la perdita iniziale. Stamattina Ubs ha ribadito il giudizio Sell, target giù del 25% a 43 euro da 57 euro.

Pausa per Rcs Mediagroup: -0,1% dopo il +15% di ieri. Venerdì sera hanno rilanciato i due soggetti che hanno presentato un’offerta. Imh offre un euro per azione in contante. Cairo Communication offre 0,18 sue azioni per una Rcs, più un conguaglio in contante pari a 0,25 euro (controvalore 1,038 euro). 

Salgono ancora gli altri titoli media: Banzai +7% (ieri +3%), L’Espresso +0,8% (ieri +9%).

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