Borse col fiato sospeso in attesa del risultato elettorale Usa, ma i listini europei sembrano ottimisti e, dopo una giornata alla finestra, rosicchiano qualche decimale sopra la parità: Milano chiude a +0,48%, Londra +0,53%, Parigi +0,35%, Francoforte +0,24%, Madrid +0,20%. La stessa cautela domina Wall Street, con Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq che partono in rosso e poi virano in territorio moderatamente positivo. Da segnalare però il tonfo del titolo Hertz (-34,19%), per risultati trimestrali inferiori alle attese e taglio delle stime sui profitti per il 2016.
Dopo l’ubriacatura di ieri i mercati appaiono più cauti, in attesa di sapere cosa succederà al mondo, chi sarà il successore di Barack Obama? Hillary Clinton, interprete della continuità, o Donald Trump, cavallo pazzo? La prima è sempre in vantaggio nei sondaggi, ma la quota d’indecisi è troppa per essere certi del risultato.
Nel cielo di Piazza Affari brilla la stella di Mps,+5,88%, dopo le indiscrezioni stampa sull’interesse del fondo Qatar Investment Authority (Qia) quale anchor investor e le parole del ministro Pier Carlo Padoan “assolutamente fiducioso nel piano di ricapitalizzazione”.
Regina del Ftse Mib però è Azimut Holding (+7,3%), in vista della cedola straordinaria che verrà staccata il 21 novembre e della trasformazione della società in sgr.
Fuori dal listino principale, Mondadori Editore mette a segno un rialzo del 5,90%, grazie ai buoni conti trimestrali.
Fra le blue chip si distinguono Banca Mediolanum (+2,04%); Brembo +2,8%, in scia ai risultati presentati ieri; Bper +1,88%; Moncler +1,5%; Leonardo – Finmeccanica +1,22%; Generali +1,5%; Luxottica, +1,73%, Telecom Italia +1,20%.
Giornata di vendite per Bpm (-2,85%) e Banco Popolare (-2,69%), ma anche per Unicredit (-0,60%%). Rimbalzo negativo per FCA (-0,6%); Saipem -1,49%, Italgas -3,38%. Campari -0,94%, dopo la presentazione dei conti del trimestre, con l’acquisizione di Grand Marnier che pesa sull’utile ante imposte.
Fra le trimestrali da segnalare: Banca Generali, che chiude il terzo trimestre con un utile in rialzo del 97% a 51,3 milioni, commissioni di gestione in crescita del 6% a 362,3 milioni e masse totali raccolte in progresso del 15% a 45,3 miliardi, toccando un nuovo massimo storico.
Lo spread si riduce (-1,92%), ma in ottobre il debito Target2 dell’Italia sale di un miliardo e mezzo, quanto basta però per registrare un nuovo record delle passività del paese sul sistema di pagamento dell’Eurosistema.
Dal fronte valutario: euro poco mosso sul dollaro, mentre il peso messicano, nel momento in cui scriviamo, guadagna qualche decimale, in segno di auspicio per la Clinton. Ma la banca nazionale svizzera avverte: è “pronta a intervenire in caso di turbolenze legate all’esito delle elezioni negli Usa”, come successe con la Brexit. In questi giorni d’incertezza il franco svizzero si è nuovamente rafforzato e potrebbe rischiare di mettere l’export sotto stress.