Procedono cauti i listini europei in attesa dell’intervento di Donald Trump a Davos previsto per le 14. Le anticipazioni fatte filtrare stamane suggeriscono che il presidente Usa si appresta ad affermare “il suo impegno per un mercato libero ed aperto”, ma “a condizioni giuste ed eque”. Nel frattempo torna a cedere terreno il dollaro nei confronti dell‘euro, pur rimanendo sotto quota 1,25 (ultimi scambi a 1,2490.
In un evento a porte chiusi stamane il ministro del Tesoro Usa, Steven Mnuchin, ha ribadito il suo pensiero: alla Casa Bianca nessuno fa il tifo per il dollaro. Anzi, se restasse debole, non sarebbe un problema. Il membro del direttorio della Bce Benoit Coeuré ha replicato: “L’ultima cosa di cui il mondo necessita è una guerra valutaria”. “La volatilità non aiuta – ha aggiunto – e se raggiungesse un livello che crei conseguenze ingiustificate, una stretta immotivata alla politica monetaria, dovremmo rimediare”.
Nel primo pomeriggio verrà anche comunicato il dato del Pil americano del 2017. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib +0,3% segna un lieve rialzo poco sopra 22.700 punti. Piatta Francoforte, Madrid +0,1%. in forte rialzo Parigi +0,9%. Fuori dall’area euro, guadagni superiori al mezzo punto per Londra e Zurigo.
Al via stamane le aste di fine gennaio. Il Tesoro ha collocato Btp indicizzati all’inflazione con scadenza a 5 e 15 anni per l’importo massimo di 1,75 miliardi di euro. Venduti anche Ctz a 24 mesi fino a 2 miliardi.
Ancora alta la tensione sui Bond. Il rendimento del Bund decennale (0,62%) oscilla sui massimi da dicembre 2015. Vendite anche sulla scadenza trentennale, dove il rendimento tocca quota 1,28% (top 2017 a 1,37%) e sulla scadenza a 2 anni il cui rendimento è risalito a -0,56%, massimo da giugno 2016.
Il Btp tratta a 1,98%. In evidenza nel listino azionario alcuni spunti del comparto industriali. Si fa strada Leonardo +2%, in vista della presentazione del business plan di martedì prossimo.
In evidenza anche Fiat Chrysler +1,3%: entro febbraio scatterà l’operazione di ingresso in Borsa di Magneti Marelli, ultima tappa per l’azzeramento dei debiti della holding. Deutsche Bank ha promosso i conti trimestrali spingendo il prezzo obiettivo a 23 euro da 14 euro.
Debole Stm -0,16%, in sintonia con la ripresa del dollaro che vanifica il giudizio di Barclays che ha alzato il target price a 24 euro da 21,50 euro, rafforzando la raccomandazione Overweight. Non influisce nemmeno il balzo in avanti a Wall Street di Intel +3,6% nell’afterhours.
Nel comparto finanziario sale Intesa +0,51% a 3,14 euro a ridosso del record. Stamattina Ubs ha alzato il target price a 3,25 euro da 3,0 euro. Confermato il giudizio Buy. La svedese Intrum Justitia sta lavorando con Mediobanca e Goldman Sachs sui dossier relativi all’acquisto del 51% della piattaforma di gestione degli Npl e di uno stock di circa 10,8 miliardi di sofferenze lorde
Mediobanca Securities frena il settore del gestito. Dai minimi del 2012, si legge nel report dedicato al settore i multipli del settore sono cresciuti del 142%, così da far ritenere che il settore sia già oggi prezzato il giusto. Il giudizio su Banca Generali -0.45 scende a neutral. In ribasso anche Azimut -1,06% nonostante piazzetta Cuccia abbia rivisto il target a 20 euro (da 19). Per Deutsche Bank il nuovo prezzo obiettivo è fissato a 20,50 euro dai 19,5 precedenti.
Nel resto del listino in evidenza De’ Longhi +3,5% dopo aver archiviato il 2017 con ricavi preliminari in rialzo dell’8,4% a circa 2,011 miliardi di euro, grazie all’aumento dell’8,3% a 747 milioni del quarto trimestre grazie ad una crescita sopra le stime.
Ima cede invece un punto circa e riduce il guadagno da inizio anno a +6%. La controllata Gima TT lascia sul terreno il 3,6%.