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Borse sull’ottovolante: ancora forti perdite in Europa e a Wall Street ma il giallo della retromarcia di Trump confonde i mercati

Un’altra giornata al cardiopalma sui mercati che aprono in forte ribasso ma poi riducono le perdite sull’ipotesi, smentita dalla Casa Bianca, di un possibile stop di 90 gironi sui tassi. Trump invece minaccia di alzare al 50% le tariffe sulla Cina. Milano chiude a -5,18%, bruciati 37,6 miliardi

Borse sull’ottovolante: ancora forti perdite in Europa e a Wall Street ma il giallo della retromarcia di Trump confonde i mercati

Giornata al cardiopalma oggi sui mercati, ancora travolti dal ciclone dei dazi decisi dalla Casa Bianca la scorsa settimana e del caos che ne è seguito. I listini europei chiudono in rosso, anche se in parziale recupero rispetto agli abissi toccati in giornata quando, dopo tre ore di scambi, perdevano 890 miliardi di dollari. A fornire una boccata d’ossigeno per qualche momento è stata la voce di una tregua di 90 giorni sulle imposte doganali Usa, ma poi è arrivata la secca smentita del presidente Donald Trump. In questo pandemonio e in questi minuti prende il via anche la riunione straordinaria a porte chiuse della Fed sui tassi, ma l’esito sarà reso noto solo al termine dell’incontro sul sito della banca centrale degli Stati Uniti. Intanto Ursula Von Der Leyen, per la Ue, propone a tycoon “zero tariffe per i beni industriali” per entrambe le parti.

Un’altra giornata nera in Europa, nerissima in Asia. Volatile Wall Street

In questo contesto Piazza Affari perde il 5,18% e arretra a 32.853 punti base, ma era arrivata a perdere anche il 7% in mattinata. A placare per qualche istante il panic selling (letteralmente le vendite dettate dal panico) sono state notizie stampa su una possibile sospensione (90 giorni) delle imposte doganali per tutti i paesi tranne la Cina (su cui anzi Donald Trump intende rincarare la dose). La provenienza era attribuita a una fonte autorevole, vale a dire Kevin Hassett, principale consigliere economico di Trump, ma a stretto giro di posta è arrivata la smentita del presidente.

Il listino milanese è così nuovamente il peggiore e vede le blue chip tutte in rosso. I titoli più sofferenti sono quelli delle utility, dopo che il comparto aveva difeso il Ftse Mib negli altri giorni di vendite a pioggia.

Nel resto d’Europa sono tempi bui anche per Francoforte -4,19%, Parigi -4,78%, Londra -4,48%, Amsterdam -4,76%, Madrid -5,11%.

Wall Street, tiene a bada l’Orso in queste ore e mostra ribassi più contenuti (DJ -1,88%, S&P500 -1,38%, Nasdaq -1,08%), ma dopo una avvio da paura era persino passata in positivo. Il presidente Trump, continua a difendere i dazi come “medicina” necessaria per riequilibrare la bilancia commerciale Usa, naturalmente sperando che la cura non uccida il paziente. L’uomo più potente del mondo su Truth invita i suoi concittadini a resistere: ”Gli Stati Uniti – scrive – hanno la possibilità di fare qualcosa che avrebbe dovuto essere fatto DECENNI FA. Non siate deboli! Non siate stupidi! Non andate nel panico! Siate forti, coraggiosi e pazienti e la GRANDEZZA sarà il risultato!”.

Goldman Sachs però ha ulteriormente alzato le probabilità di recessione degli Stati Uniti al 45% nei prossimi 12 mesi.

Il prezzo più alto oggi lo ha pagato (per ora) l’Asia, che ancora non aveva reagito alle contromisure cinesi (dazi sulle merci Usa del 34%). Hong Kong, -13,22% ha vissuto la seduta peggiore dalla crisi finanziaria del 1997; Tokyo ha lasciato sul campo il 7,83%.

A livello globale Bloomberg stima che in soli tre giorni sulle piazze globali siano stati bruciati 9.500 miliardi di dollari.  

Dollaro in rialzo

Sul mercato dei cambi il dollaro appare oggi in recupero contro tutte le principali valute. L’euro perde circa lo 0,4%, per un cambio di 1,09. Tra le materie prime i realizzi penalizzano l’oro, che vede perdite superiori all’1%, ma preserva un prezzo oltre 3000 dollari l’oncia.

Il petrolio va giù anche oggi, allarmato dagli effetti dei dazi sulla crescita e sulla domanda di greggio. Il future Brent giugno 2025 tratta a 69,94 dollari al barile (-0,98%) e il Wti, consegna maggio 2025, prezza 61,41 dollari al barile (-0,94%).

Piazza Affari, tempesta sulle utility

Il principale listino di Piazza Affari è passato in negativo (-3,9%) da inizio anno, dopo che aveva guadagnato circa il 10% prima del “giorno della liberazione” Usa, con i dazi annunciati il 2 aprile.

Il comparto più colpito dalle vendite oggi è quello delle utility, che guardano anche al rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato: A2a -8,54%, Enel -7,57%, Hera -7,49%.

I titoli della sanità sono entrati oggi nel mirino, dopo aver arginato i danni la scorsa settimana: Recordati -8,47%, Amplifon -6,37%.

Tra i titoli oil è pesante il bilancio di Eni -7,72%, mentre nella moda Moncler -7,06% è il peggiore. Giornata da dimenticare per Inwit -6,98%, Ferrari -6,58%, Interpump -6,5%.

Le banche, barometro della borsa milanese, sono in grande ribasso e il settore, a livello europeo, è ormai in territorio Orso con una perdita del 20% circa dai massimi toccati quest’anno. Arretrano le big Intesa Sanpaolo -5,56% e Unicredit -2,77%. Proseguono le prese di beneficio su Leonardo -3,32%.

Spread stabile e tassi in rialzo

Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata alla fine appare stabile a 120  punti base e il rendimento del titolo italiano si porta al 3,86% contro il 2,65% di quello tedesco.

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