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Borse sui nervi, tensione sul debito. Attesa per il Cda (forse risolutorio) di FonSai

FIRSTonline

Nei giorni scorsi il ceo di Citigroup si è visto rifiutare dall’assemblea annuale degli azionisti a Dallas il suo compenso da 15 milioni di dollari, voto non coercitivo ma che rappresenta un sonoro schiaffo allo strapotere dei manager superpagati in tempi di titoli in profondo rosso sui listini. Oggi è il ceo dell’inglese Barclays che ha deciso di dilazionare il suo bonus per calmare la ribellione degli azionisti. Da noi è tutta un’altra storia: oggi gli azionisti di Fonsai sono in attesa di conoscere l’esito del cda di Fonsai che dovrà fissare i concambi della fusione con Unipol. Se dovesse andare in porto l’accordo Unipol Premafin, però, dopo il fiume di denaro uscito da Fonsai e da Premafin verso le casse della Famiglia Ligresti, su cui sta indagando la magistratura (che ha chiesto anche il fallimento delle holding dei Ligresti), dopo i lauti compensi ai manager e membri della famiglia Ligresti per le loro cariche nella galassia assicurativa, gli amministratori di Premafin, tra cui la presidente Giulia Ligresti, riceveranno anche gli emolumenti che avrebbero avuto diritto di percepire fino alla naturale scadenza del mandato (approvazione del bilancio 2012). In Borsa in attesa del cda di Fonsai la compagnia assicurativa sale del 2,04% mentre Premafin cede il 6,54% e Unipol del 2,83%

Débacle per Milano che cede sul campo il 2,01%, appesantita da uno spread a quota 392, dai titoli bancari ma anche da Fiat -4,10% e Telecom Italia -3,37%. In rosso anche l’Europa: in una giornata fragile e nervosa: Parigi cede il 2,05%, Francoforte lo 0,90% mentre Londra limita i cali a ridosso della parità a -0,01%. Madrid cede il 2,42% il mentre lo spread Bono-bund vola a quota 423 punti.

Mentre si guarda al G20 in partenza e oggi al possibile rafforzamento delle risorse dell’Fmi, complice dei ribassi nel primo pomeriggio è il dato americano sulle richieste di sussidi di disoccupazione che si è rivelato inferiore alle attese: le richieste sono calate di circa 2mila unità contro attese per cinque mila. Ma a scuotere i nervi del mercato è arrivata anche l’allarme su un nuovo downgrade di Parigi e il timore del contagio della crisi del debito a Paesi sempre più core, dopo che già le aste spagnole e francesi di titoli di Stato avevano innervosito gli animi e gli spread riportando un risultato confortante sul fronte della domanda ma con tassi di interesse in salita. Già perché la Francia oggi ha visto impennarsi il proprio spread decennale ai massimi sullo scorso 11 gennaio a 140 punti e diffondersi voci sempre più insistenti su una possibile bocciatura del rating da parte di Moody’s.

Voci che però, secondo quanto riporta Reuters, citando una fonte francese, sarebbero infondate. Insomma, solo speculazione per fare un po’ di quattrini da parte di qualche trader. Ma non è solo Francia. Anche la virtuosa e intransigente Olanda starebbe rischiando la tripla AAA. Il rating del paese potrebbe essere messo da Fitch in credit watch negativo, il preludio di un downgrade. Condizionata dalle tensioni europee e da dati trimestrali contrastanti, Wall Street apre prudente e ora il Dow Jones sale dello 0,11% e il Nasdaq dello 0,14%. Se ebay sale del 10% dopo la trimestrale Morgan Stanley riporta una perdita di 103 milioni di dollari ma un utile per azione adjusted ben sopra le attese, Bank of America archivia un eps a3 centesimi ben sotto i 12 delle attese e Nokia addirittura archivia un rosso di quasi due volte peggiore le attese. Vola l’azienda biotecnologica americana Human Genome Sciences del 101,12% dopo aver rifiutato un’offerta d’acquisto per 2,59 miliardi di dollari da parte dell’azienda farmaceutica britannica GlaxoSmithKline. Non aiutano ad allentare la pressione poi i deludenti dati diffusi nel pomeriggio: la vendita di case esistenti ha segnato a marzo un ribasso del 2,6% dopo il -0,6% di febbraio mentre gli economisti si aspettavano un aumento dello 0,7%; ad aprile l’indice Fed di Philadelphia, che monitora l’attività manifatturiera sulla costa orientale statunitense, è sceso a 8,5 punti dai 12,5 di marzo archiviando un risultato molto inferiore alle attese che speravano in una riduzione molto più contenuta ( a 12 punti).

A Milano tornano a soffrire le banche: Mediobanca perde il 4,39% anche sulla scia della complessa partita Fonsai-Unipol di cui è la regista, Mps il 3,55%, Ubi il 3,47% Intesa il 3,22% e Unicredit il 3,12%%. In controtendenza Autogrill (+1,56%%), Snam +1,10% e Ansaldo sts +0,07%.

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