X

Borse, speranze nel paracadute Bce. Asia positiva ma preoccupa la Cina. Stamani Milano in rialzo

FIRSTonline

PRENDE CORPO IL PARACADUTE DELLA BCE

ASIA POSITIVA, MA PREOCCUPA LA CINA

Dopo il rally di Ferragosto i mercati sono alla ricerca di una conferma della ripresa. Tra non pohe incognite, come ha dimostrato la prima seduta della settimana sui mercati asiatici. La Borsa di Tokyo registra una crescita dello 0,77%, seguita da Hong Kong, mezzo punto percentuale. Ma Shanghai segna i minimi dal 2009 mentre ad Hong Kong “l’indice Vix o della paura” (ovvero i contratti di protezione contro i default delle società cinesi) schizza a nuovi massimi. Un pessimismo cui contribuisce il boom dei prezzi dell’immobiliare, prima conseguenza degli stimoli all’economia. Il timore è che Pechino, di fronte al rischio bolla, congeli la politica di aiuti all’economia.

In attesa dell’intervento di Ben Bernanke a Jackson Hole (31 agosto) si moltiplicano invece i segnali positivi Usa. L’indice Vix di Wall Street è sceso venerdì del 6%, sui minimi dell’ultimo mese. Il titolo di Stato USA a 10 anni tratta a un rendimento dell’1,81%, in rialzo di 2 punti base rispetto a ieri: dai livelli record del 24 luglio a 1,39% il rendimento è salito di 42 punti base.

Speranze e timori dominano anche la scena europea. Secondo lo “Spiegel” la Bce è intenzionata a far rispettare un tetto ai rendimenti dei titoli dell’Eurozona con acquisti illimitati di titoli. La decisione sarà presa con il prossimo vertice di Francoforte, il prossimo 6 settembre. La Bce, secondo il settimanale, prevede di pubblicare l’elenco dei titoli acquistati sul mercato per rafforzare l’effetto annuncio.

Il prodotto di questi messaggi, confortati dalla presa di posizione pro Draghi di Angela Merkel, è stato la ripresa dei mercati azionari.

La Borsa di Milano sale per il terzo giorno consecutivo ed annulla le perdite da inizio anno: l’indice Ftse Mib ha chiuso in rialzo dell’1,3% a 15.124 punti, sui livelli di inizio aprile, nell’ultima settimana ha guadagnato il 3,1%. L’indice dei principali mercati azionari europei hanno toccato i massimi degli ultimi tredici mesi, allungando la migliore striscia di settimane positive degli ultimi sette anni.

La propensione al rischio ha fatto precipitare lo spread tra i bonos decennali e Bund tedeschi. In una settimana il differenziale di rendimento tra i due titoli è sceso di 60 punti base passando da 557 di inizio settimana ai 497 della chiusura. Secondo un report di Hsbc, il rendimento dei biennali spagnoli potrebbe scendere al 2% se la Bce dovesse cominciare ad acquistare debiti sovrani dei Paesi in difficoltà.

Ieri intanto un portavoce del ministero dell’Economia spagnolo ha confermato che l’esecutivo Rajoy presenterà «entro breve tempo» la domanda di versamento di una prima tranche dell’aiuto europeo previsto per le banche.

Diminuisce l’appeal dei “porti sicuri”. Il rendimento del titolo finlandese a due anni è risalito portandosi sulla parità. Resta negativo il bond statale a due anni della Svizzera, della Danimarca e della Germania.

Lo spread Bund Btp a 10 anni a fine giornata si allarga di 5 punti base a 429 punti base. Sulla scadenza 2 anni, invece, lo spread si restringe a 308 punti base (-11 punti base).

Il clima positivo è turbato da nuove nubi sul fronte della Grecia. Sarà infatti una settimana cruciale di incontri fra il governo greco e i vertici europei, a partire dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker mercoledì fino alla cancelliera Angela Merkel venerdì, prima di recarsi a Parigi per incontrare François Hollande. Obiettivo? Un rinvio al 2016 degli impegni presi con la Ue.

Da parte tedesca non c’è alcuna apertura. Anche perché alla missione della trojka ad Atene è emerso un nuovo “buco” di 1,5 miliardi. Il capogruppo parlamentare della Cdu, Volker Kauder ha detto: «I greci devono mantenere ciò che hanno promesso. Non ci sono margini di manovra, né in termini di tempo, né di contenuto». Frasi più forti ancora da parte del ministro delle Finanze Wolfgang Schaueble. I governi della zona euro “sarebbero stupidi” se non pensassero ad un piano d’emergenza nel caso in cui le iniziative per risolvere la crisi dovessero fallire.

Il momento di uscita dalla crisi “è un momento che per certi versi vedo avvicinarsi” ha dichiarato Mario Monti al meeting di Cl che però aggiunge: «Speravamo che l’insieme delle riforme desse luogo a una riduzione dei tassi di interesse più rapidamente di come sta avvenendo».

Due temi sulla ribalta di Wall Street: l’assalto di Apple al record di Microsoft che nel 1999 arrivò d una capitalizzazione di 618,9 miliardi di dollari. La vetta è vicina: Apple, trattata a 643,48 dollari, oggi vale 603,38 miliardi. Ma cresce sul mercato l’attesa per i nuovi prodotti, a partire da un nuovo iPad e da nuovi prodotti per la tv.

Related Post

Non meno seguita la frana di Facebook. Venerdì, dopo la fine del lock up su una parte di titoli (il flottante è aumentato del 60%) , il valore delle azioni è sceso a 19,05 dollari contro un prezzo in sede di Ipo di 38.

I vertici di Moody’s e Standard & Poor’s dovranno difendersi in tribunale Usa dall’accusa di frode per aver assegnato rating inflazionati a titoli venduti da Morgan Stanley e garantiti dai mutui sub-prime. Lo ha stabilito il giudice distrettuale Shira Scheindlin, secondo quanto riferisce Bloomberg, respingendo il ricorso delle due agenzie di rating di liquidare il caso e accettando così la richiesta degli investitori istituzionali, fra cui l’Abu Dhabi Commercial Bank, avviata nel 2008.

A Milano è proseguito il recupero delle banche, anche se molte di esse hanno ridotto il guadagno a fine giornata. Unicredit +1,5%, Intesa +1%.

In rally Monte Paschi +17%, trainata dalle dichiarazioni di Alessandro Profumo che prevede un ulteriore ridimensionamento della quota in mano alla Fondazione senese. Ubi Banca +7,1%,Mediobanca +6%, Banca Popolare di Milano +6,5%.

Gli istituti di credito beneficiano della discesa dello spread Bund Btp e della riapertura del mercato dei capitali sui quali possono tornare a raccogliere fondi: in settimana Unicredit ha collocato un bond da 750 milioni di euro e ieri la francese Bnp Paribas ne ha piazzato uno da 1 miliardo di euro.

Mediaset è salita del 2,9%, da metà giugno il titolo ha guadagnato il 36%, nelle ultime sedute è salito con fortissimi volumi. In rialzo le società dell’industria. Ha preso il volo Finmeccanica +11%, uno tra i titoli più penalizzati nell’ultimo periodo: il rialzo di questi giorni riporta le quotazioni ai livelli di metà aprile.

Fiat ha guadagnato il 2,3%, Fiat Industrial l’1,5%. Pirelli è salita del 2,9% e la controllante Camfin del 6,5%. Prelios è salita del 3,2% dopo tre sedute di ribasso. Sui giornali di stamattina ci sono altre conferme del clima teso tra la famiglia Tronchetti Provera e la famiglia Malacalza, i due soggetti che si spartiscono il controllo della galassia di società.

Tra i pochi titoli in ribasso A2A -2,1%. Luxottica -0,1%,Ferragamo -1%, Lottomatica-0,4% e Saipem -0,2%.

Autogrill è salita del 2,7%. Tra le mid/small cap Italcementi +9%, Geox +6,7%, Eems +16%. In controtendenza Brunello Cucinelli -2,5% che giovedì aveva segnato il massimo record dalla quotazione a 13,77 euro.

Categories: Finanza e Mercati
Tags: BceBorsaCina