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Borse, Siria e Cina fanno bene all’Asia

Il combinato disposto della decisione di Obama di cercare l’assenso del Congresso prima dell’intervento in Siria e di un buon risultato per l’indice PMI cinese (che conferma, con il PMI “ufficiale”, il precedente aumento dell’indice PMI Markit-HSBC) hanno permesso una buona apertura per i mercati asiatici.

Il prezzo del petrolio, in precedenza spinto dai venti di guerra, è sceso verso i 106 $/b, mentre l’indice regionale MSCI Asia Pacific sale, nel primo pomeriggio giapponese, di quasi l’1%. Oggi i mercati americani sono chiusi, ma i futures, sia per Wall Street che per Londra, danno segnali positivi.

La moneta unica è ferma su 1,32 contro dollaro, e lo yen, fra 98 e 99, ha contributo al buon risultato della borsa di Tokyo, che sta salendo dell’1,4%. L’oro è stato respinto ancora una volta da quota 1400 e segna 1392 $/oncia. Fra le materie prime il rame, forse il metallo più sensibile alla congiuntura internazionale, migliora le quotazioni. 


Allegati: Bloomberg

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