In Borsa un rimbalzo è meglio di niente. Soprattutto dopo la stangata di ieri. Ma il recupero di oggi a Piazza Affari non basta a cancellare le recriminazioni per il rally perduto. Basta guardare a quanto sta succedendo sui mercati azionari, sia al di qua che al di là dell’Atlantico.
Come spesso accade sul finire dell’anno le Borse corrono, sospinte soprattutto da operazioni di window dressing: quelle europee stanno festeggiando oggi la sesta seduta consecutiva di rialzi e quella americana, che aspetta con trepidazione l’esito di domani del board della Fed e la probabile nuova iniezione di liquidità, è al quinto giorno consecutivo di i in progresso.
Per noi invece la luna di miele con i mercati è finita. L’incertezza politica suscitata dall’improvvida mossa di Silvio Berlusconi che ha costretto Mario Monti ad anticipare le dimissioni del Governo ha rotto l’incantesimo: non solo per la Borsa, ma anche per i Btp e per lo spread, che misura la credibilità e l’affidabilità di un Paese, anche se Berlusconi finge di non saperlo.
Domani l’asta dei Bot annuali e giovedì quella dei Btp testerà gli umori del mercato, degli investitori e dei risparmiatori. Ma il veleno dell’incertezza e soprattutto quello del populismo era il peggior dispetto che si potesse fare all’Italia. E i mercati ne tengono conto. Speriamo che anche gli elettori non se ne dimentichino quando a febbraio andranno a votare.