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Borse senza slancio, l’oro decolla

Wall Street tira il freno e a Piazza Affari finiscono per prevalere le vendite, il resto d’Europa è fermo. Tonfo di Unicredit dopo la semestrale, in forte rialzo Banco Bpm. Si segnalano Nexi e Bper. Oltre all’oro ai massimi si apre la corsa ai bond dopo il taglio dei tassi

Borse senza slancio, l’oro decolla

Piazza Affari fallisce anche oggi il rimbalzo, al contrario della maggior parte dei listini europei, e perde lo 0,45% scendendo a 20.524 punti. Nel bene e nel male sono banche le protagoniste della seduta in un match che alla fine si conclude in rosso. Sulla sponda scoscesa del listino ci sono Unicredit, -4,94%, dopo la trimestrale deludente e le previsioni 2019 sui ricavi riviste al ribasso; Intesa -1,78%, Mediobanca -1,12%, Ubi -0,75%. In alto invece Banco Bpm, +4,72%, grazie a risultati migliori delle stime e Bper +1,91%. L’apertura negativa di Wall Street, insieme al tonfo del petrolio, frena nel pomeriggio anche le altre piazza del Vecchio Continente, le quali però si fermano con il segno più davanti: Francoforte +0,68%; Parigi +0,61%; Madrid +0,47%; Londra +0,38%. La piazza di New York, dopo la risalita di ieri, è nuovamente in ritirata.

La fiducia degli investitori è minata dall’estenuante guerra commerciale sullo sfondo e dagli attacchi quotidiani di Donald Trump alla Federal Reserve, resi ancora più corrosivi oggi dai tagli a sorpresa dei tassi da parte delle banche centrali di Nuova Zelanda, India e Thailandia, che rendono più probabili gli ulteriori interventi della Fed sul costo del denaro. In un clima così perturbato l’oro calamita gli acquisti e supera i 1.500 dollari l’oncia (al momento 1518,25), toccando i massimi da 6 anni, mentre prosegue il rally dei Treasury (il rendimento del decennale scende sotto 1,63%), accentuando un’inversione della curva dei rendimenti che viene letta come un presagio di recessione.

Anche i bond europei attraggono acquisti. Il rendimento del decennale italiano arretra a 1,39% e lo spread con il Bund scende a 197 punti base, nonostante il decennale tedesco sia a -0,58%. La carta italiana resta ben comprata, in un contesto politico sempre più confuso, dopo che il governo si è spaccato al Senato nel voto sulla Tav. La mozione “No Tav” dei 5 Stelle è stata bocciata, mentre sono passate tutte le altre mozioni a favore dell’opera. Sul fronte valutario l’euro recupera su dollaro, con il cambio in area 1,1235 e si apprezza ancora sulla sterlina, 0,9240.

I timori di un cortocircuito economico globale fiaccano inoltre il petrolio, che in giornata soffre anche il dato sulle scorte settimanali Usa ulteriormente in rialzo e così Il contratto settembre al Nymex scende il 4,79% a 51,06 dollari. Il petrolio tipo Brent cede il 4,04% e scende a 56,56 dollari al barile. L’andamento dell’oro nero pesa, in Piazza Affari, su big cap come Eni -1,42%; Saipem -3,44%; Tenaris -0,83%. Negli altri settori compensano parzialmente le vendite titoli come Amplifon, -2,77%; Recordati +1,98%; Poste +1,54%; Ferrari +1,63% e ancora Buzzi +1,53%.

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