I listini europei chiudono in rosso e Piazza Affari lascia sul campo lo 0,7%, 22.448 punti, nonostante la performance stellare di Luxottica, +5,15%, dopo il via libera della Ue e degli Usa alla fusione con Essilor. Le vendite sono massicce a Francoforte -1,97%, Londra -0,78%, Parigi -1,09% e Madrid -1,03%. Wall Street stenta a trovare una direzione, mentre Jerome Powell parla di nuovo al Congresso. ”I salari – dice – salgono, ma non indicano un’accelerazione dell’inflazione”.
Parole che confortano chi teme quattro rialzi del costo del denaro nel 2018. Il numero uno della Fed promette aggiustamenti graduali, ma non risponde su quanti saranno nel corso dell’anno e di nuovo avverte: gli effetti della riforma fiscale di Trump potrebbero condizionare le scelte. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione intanto si portano ai minimi da dicembre 1969 e l’indice manifatturiero, a febbraio accelera oltre le attese. Due indicatori di salute dell’economia americana.
Piccole scosse per il cambio euro dollaro. In questo momento prevale la moneta unica, con il cross intorno a 1,22. Il petrolio accelera in retromarcia, a causa della delusione sulle scorte Usa di ieri. Brent -1,22%; 63,94 dollari al barile. In calo l’oro, 1310,5 dollari l’oncia (-0,58%).
Non si ferma invece la scia positiva dell’obbligazionario italiano a pochi giorni dalle elezioni. Il rendimento del BTp 10 anni scende a 1,94%, lo spread con il Bund a 130.40 punti, -0,46%. In Piazza Affari fra le blue chip migliori troviamo Ferragamo, +1,43%; Tenaris, +0,99%; Terna +0,88%.
Contrastati i finanziari, fra cui svetta Bper +1,19%. Oggi la Bce fa sapere che deciderà “caso per caso” se chiedere l’accantonamento di ulteriore capitale alle banche che non abbiano superato gli stress test.
In fondo al Ftse Mib ci sono Stm -3,85%; PIrelli -3,29%; Fiat -2,75%; Moncler -2,58%; Exor -2,17. Fuori dal listino principale Best Union Company, +15,85% vive una giornata di gloria, all’indomani dell’annuncio del delisting.