APPLE RECORD STORICO, MPS FORMATO RALLY
PRESSING DEI FALCHI SU DRAGHI E BERNANKE
La Borsa di Tokyo +0,13% si avvia a chiudere in terreno positivo in attesa dei dati americani di oggi, che dovrebbero confermare il miglioramento dell’economia degli States. Non meno importante, l’iniezione di liquidità a breve termine per 36 miliardi dalla banca centrale di Pechino per scongiurare il rischio del “credit crunch” che rischia di colpire l’economia. Hong Kong e Shangai sono in calo.
L’azionario Usa, intanto, ha chiuso in sostanziale equilibrio, con il mercato che si prende una pausa dopo sei giorni consecutivi di rialzo: S&P invariato, Nasdaq -0,01%, Dow Jones -0,03%. Dice Bruce Bittles, strategist di Baird: “Gli investitori sono diventati più ottimisti nelle ultime settimane. Questo potrebbe essere un problema, considerato che il tono si sta avvicinando a un ottimismo estremo, in una fase in cui torna il vento contrario per fattori stagionali”.
Nell’Europa stremata dalla calura la doccia fredda, al solito, è arrivata da Francoforte. La Borsa milanese, che in mattinata era arrivata a guadagnare il 2%, è stata gelata dalle precisazioni della Bce e dalle critiche della Bundesbank all’eventualità di un intervento della Banca centrale europea sul mercato dei titoli di Stato, come anticipato da Der Spiegel. Gli investitori guardano poi con apprensione agli incontri europei previsti in settimana, incentrati sul debito sovrano ellenico, dalla visita di Jean-Claude Juncker ad Atene del prossimo 22 agosto alla due giorni del 24-25 agosto del premier greco Antonis Samaras a Berlino e Parigi.
Sul mercato dei titoli di Stato il rendimento del Btp decennale ha chiuso stabile al 5,74%. Lo spread ha annullato nel pomeriggio i guadagni della mattinata e si posiziona a quota 424.
Sono tempi difficili per le banche centrali, alla vigilia di scelte ancor più difficii. Mario Draghi subisce il pressing della Bundesbank in vista del direttorio del 6 settembre, da cui dovrà emergere la strategia anti-spread. Come ha dichiarato l’economista Daniel Gros, “Angela Merkel deve ascoltare la Bundesbank che rappresenta la pancia della Germania ma dare il suo sostegno a Draghi. Bisogna stabilire come”.
Sulla strada di Ben Bernanke, presidente della Fed, si profila un ostacolo ancor più ingombrante: ieri, parlando a Gofftown (New Hampshire) il candidato repubblicano alla Casa Bianca Mitt Romney ha fatto propria una delle richieste della destra del Tea Party: la Fed va sottoposta all’audit per conto del Congresso. “Dobbiamo sapere quel che stanno facendo” ha dichiarato Romney anticipando che la richieta sarà inserita nella piattaforma elettorale.
In questa cornice, da cui emergono i limiti della banca centrale in tempo di campagna elettorale, domani verranno diffuse le minute della riunione della Fed del 1° agosto. E’ l’occasione per capire se e quando partirà il terzo stimolo all’economia. Da giugno Wall Street è salita del 11 % nell’attesa del quantitative easing.
Apple c’è la fatta: il titolo del colosso di Cupertino, grazie al nuovo balzo della quotazione (attualmente a 664,74 dollari per azione), e’ diventata ora la società’ con maggiore capitalizzazione di mercato di sempre. Apple, che ha raggiunto un valore di Borsa di 622,72 miliardi di dollari, ha superato il record fissato nel 1999 da Microsoft a 618,9 miliardi. A spingere i prezzi sono le aspettative per la conferenza stampa del 12 settembre, in cui Tim Cook alzerà il velo su alcuni nuovi prodotti della Grande Mela.
Per quanto riguarda Piazza Affari, nel corso della giornata le oscillazioni più forti hanno riguardato le banche, positive nella mattinata e deboli nel pomeriggio.
Una nota a parte la merita il MontePaschi che ha terminato la seduta in rialzo del 5,1% sulla prospettiva che la Fondazione riduca la partecipazione e faccia spazio a nuovi azionisti di peso. Il titolo nel corso della seduta è arrivato a guadagnare fino al 16,9%. Gli scambi sono stati pari a cinque volte quelli mediamente registrati in una seduta ed è passato di mano circa il 4,7% del capitale. In realtà, l’azionista di peso c’è già: il ministero dell’Economia. Dalla semestrale che sarà approvata il prossimo 28 agosto dovrebbe emergere un risultato in rosso, attorno ad un miliardo, legato alla svalutazione della quota residua di avviamento (2,2 miliardi) dovuta a banca Antonveneta. In tal caso scatterà la clausola contrattuale per cui il Tesoro non incasserà la cedola prevista ma l’equivalente in azioni, valutati sulla base del patrimonio netto (1,05 euro contro un prezzo in Bors attorno a 0,22 euro). Alla fine del processo, che potrebbe riguardare il 2012 ed il 2013, il Tesoro potrebbe disporre del 7% circa di Mps, secondo i calcoli di Chevreux. E così la banca passerà dal rischio di batter cassa in condizioni sfavorevoli all’opportunità di emettere nuovo capitale a premio sulle quotazioni, Cosa ce giustifica il rally.
L’indice Stoxx europeo del settore bancario è sceso dell’1,3%. Unicredit ha chiuso invariata e Intesa segna nel finale un mini-progresso dello 0,4%, positiva anche Banco Popolare +1%. In calo Ubi -2,4% e Banca Popolare dell’Emilia -3,3%.
Debole Telecom Italia -3,64% che ha risentito della notizia di una condanna di primo grado in Brasile al pagamento di imposte non versate, sanzioni e interessi per 550 milioni di euro.
Realizzi su Finmeccanica -5,1% e Mediaset -3,7% dopo i rally della scorsa settimana.
Debole il settore automotive con Fiat in calo del 2,6% e Fiat Industrial in discesa dell’1,9%. Pirelli ha ceduto l’1,5%.