Piazza Affari non smette più di stupire e anche oggi, nel finale, conquista la maglia rosa fermandosi a +0,27%, 19.626 punti. In ordine sparso le altre piazze europee: Londra, +0,17%, seguono Francoforte e Parigi in parità, Madrid -0,33%. L’entusiasmo di Wall Street non conosce stanchezza e a metà giornata i listini si muovono in territorio positivo, in attesa dei verbali della riunione dello scorso dicembre della Federal Reserve, sul rialzo dei tassi per la prima volta dal dicembre 2015. La soglia psicologia dei 20.000 sembra sempre più vicina per il Dow Jones, che la corteggia, le gira attorno, ma ancora non la conquista. Chissà che Piazza Affari non abbia uno scatto d’orgoglio e non riesca prima nell’impresa.
Titolo migliore di giornata a Milano è Ferragamo, +4,17%, promosso da hold a buy dagli analisti di Hsbc, con target price da 23 a 29 euro, grazie anche all’accesso al regime “patent box”, che dovrebbe ridurre di circa 8 punti percentuali il tax rate almeno fino al 2019, consentendo all’utile netto di crescere a doppia cifra nel triennio 2016-2018.
Salvatore Ferragamo è uno dei titoli che, insieme a Moncler e Cucinelli, ha guadagnato nel 2016, mentre il Ftse Italia moda (prodotti per la casa e per la persona), ha perso più del 10%, con una differenza di oltre 20 punti percentuali rispetto all’Euro Stoxx di riferimento, in crescita dell’11,6 %. Un brusco risveglio dal 2015, quando il lusso made in Italy, aveva guadagnato quasi il 30%.
Le banche oggi viaggiano in ordine sparso, ma complessivamente vanno bene, il rinvio di Basilea 4 ha fatto tirare un bel sospiro di sollievo a tutto il comparto a livello europeo. Sul podio siede Ubi +4,55%; Banca Mediolanum +3,6%; Banco Bpm +1,49%, consolida e accresce i suoi risultati, mentre la Bper arretra dell’1,65%. Guadagna Intesa +1,44%; perde Unicredit -0,28%. Da segnalare fuori dal listino principale Banca Profilo: +19,57%.
Mediaset torna sugli scudi +1,22%. Giornata di acquisti su Italgas +1,6%; galleggia Fiat nonostante le vendite nel Usa siano scese a dicembre del 10% rispetto a un anno fa e il titolo consolida i massimi da ottobre 2015.
Molte le prese di beneficio. Le vendite colpiscono soprattutto Saipem -2,37%; Brembo -1,99%; Moncler -1,74%; Stm -1,14%; Exor -0,9%. Brent +0,96% a 56 dollari al barile. L’euro recupera, +0,72%, scambiato a 1,048, dopo la febbre della notte, che lo aveva portato ai minimi da 14 anni sul dollaro a 1,034.
Inflazione in ripresa anche in Italia a dicembre (+0,05%), ma nulla che possa risollevare le sorti del 2016, complessivamente in deflazione come non accadeva dal 1959. Inoltre l’inflazione riprende spazio in Europa: Eurostat stima il tasso a 1,1% su base annua, rispetto allo 0,6% registrato a novembre. Il merito, o la colpa, può essere del petrolio e questo è un dato che gli operatori stanno ancora metabolizzando. Lo spread scende: -0,75%; 159.20 punti base; rendimento 1,88%.