All’indomani delle decisioni della Federal Reserve di lasciare invariato il costo del denaro, azzerando ulteriori rialzi per il 2019, i listini europei chiudono in ordine sparso e Wall Street, dopo un iniziale sbandamento, viaggia ben intonata. Apple (+3,5%) è di nuovo regina in termini di capitalizzazione e supera Microsoft (+0,8%), mentre Levi’s torna in Borsa (mancava dal 1985) con i fuochi d’artificio: +32% per i mitici jeans.
Piazza Affari si ferma in rialzo dello 0,2% e risale a 21.373 punti. Gli acquisti premiano Stm +4,4%; Poste +2,35%; Tenaris +1,95%; Campari +1,65%. Rimbalza Telecom, +1,38%, con l’ad Luigi Gubitosi che, per la riduzione del debito, vede solo come estrema ratio la cessione di quote di Tim Brasil. La Juventus, +1,3%, tira un sospiro di sollievo a seguito della decisione della Uefa di comminare solo una multa a Cristiano Ronaldo per il gestaccio al termine della partita con l’Atletico. Il fuoriclasse portoghese potrà quindi giocare il prossimo turno di Champions League con l’Ajax. Banche deboli, con Unicredit -1,73% in maglia nera. Male Ubi, -1,22%. Giù Saipem -1,48%. Le prese di beneficio penalizzano Prysmian -1,23%, dopo il rally della vigilia.
La politica accomodante degli istituti centrali incrementa gli acquisti anche sull’obbligazionario italiano. Il rendimento del Btp 10 anni scende al 2,45%. Si restringe leggermente anche lo spread con il decennale tedesco a 240.70 punti base (-0,37%). Sul fronte politico si registra stasera l’arrivo a Roma del presidente cinese Xi Jinping e della first lady Peng Liyuan. Domani ci saranno gli incontri istituzionali con Mattarella, Casellati e Fico. Sabato la giornata clou con la firma del Memorandum. Nel pomeriggio, dopo un incontro con il premier Conte, la partenza per Palermo.
Le borse europee sembrano invece disorientate da banche centrali sempre più colombe, a fronte di aumentati rischi di rallentamento globale e con la Brexit che resta ancora un’incognita a pochi giorni dal divorzio fissato per il 29 marzo. Sono deboli Francoforte – 0,49% e Madrid -0,43%. Piatta Parigi, -0,07%, con il tonfo di EssilorLuxottica, -6,55%, travolta dallo scontro fra il principale azionista e presidente esecutivo Leonardo Del Vecchio e il vicepresidente Hubert Sagnières, che si accusano l’un l’altro di tramare per prendere il controllo del gruppo. “La situazione sta peggiorando in ed emerge ancora una volta che le ‘fusioni tra eguali’ sono spesso solo un’illusione”, scrive in una nota il broker francese Aurel BGC. EssilorLuxottica ha perso circa il 10% dall’inizio dell’anno contro il +15% registrato dall’indice Cac 40.
In grande spolvero Londra, +0,91%, confortata dalle decisioni della BoF che ha lasciato invariato il costo del denaro, in vista di una Brexit sempre più difficile. Il listino inglese beneficia della debolezza della sterlina, che anche oggi arretra su euro e dollaro. Il cambio fra moneta unica e divisa inglese pende infatti a favore della prima e si muove in area 0,870. Theresa May dovrebbe ottenere dall’Unione europea un rinvio della data di divorzio, ma i trader sono sempre più preoccupati che la premier non riesca a far passare in parlamento l’accordo al terzo tentativo, al che si aprirebbero una serie di possibilità nessuna delle quali positiva per la sterlina nel breve termine. Secondo il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani il rinvio non potrebbe andare oltre l’11 aprile, ultima data utile per il Regno Unito per organizzare la consultazione elettorale europea.
L’euro s’indebolisce nei confronti del dollaro e si porta in zona 1,134. Il petrolio è in calo frazionale, dopo la recente impennata. Brent 68,01 dollari al barile, -0,72%. Oro a 1305,86 dollari l’oncia (-0,62%).