Per dirla con Mister Market e dottor Freud, i mercati si confermano questa settimana ciclotimici, di umore oscillante tra orso e toro, a causa di un’inflazione aggressiva e di un quadro geopolitico che continua a generare incertezza.
La seduta odierna si caratterizza per un rimbalzo in Europa, che si è consolidato dopo l’apertura intonata di Wall Street all’indomani di un martedì nero per la piazza di New York, trascinata al ribasso da tech e titoli della comunicazione. Dopo il tonfo della vigilia, Snap è in progresso ora dell’11,5%. Il Nasdaq segna un guadagno superiore all’1%.
Piazza Affari afferra un rialzo dell’1,57% e si porta a 24.250 punti base, grazie alla buona intonazione dei titoli oil e delle banche, che potranno trarre benefici economici dalla fine dei tassi sotto zero da parte delle banche centrali. Sono più caute Madrid +1,42%, Parigi +0,73%, Francoforte +0,63%, Amsterdam +0,63%, Londra +0,54%.
Il quadro appare dunque positivo almeno fino alla chiusura delle borse continentali. In serata (alle 20 ora italiana) arriveranno le minute dell’ultima riunione della Fed, quando la banca centrale Usa ha alzato i tassi di 50 punti base e allora si potrebbero registrare diverse reazioni. Nel dibattito dei banchieri si cercheranno infatti indicazioni sul futuro, mentre già si stimano aumenti di 50 punti base nei prossimi meeting di giugno e luglio. Il rischio che la stretta delle banche centrali induca una recessione continua a serpeggiare e a spaventare gli investitori, nonostante i dati macro confermino una crescita solida. Nell’attesa delle minute della Fed il dollaro si rafforza e l’euro perde parte dei guadagni recenti, muovendosi in area 1,066.
Si allentano le pressioni sui titoli di Stato e i rendimenti scendono.
Il Btp decennale si allontana leggermente dal 3% e chiude a +2,93%, mentre il Bund di pari durata si ferma a +0,95% per uno spread di 198 punti base (-1,68%).
Tra le materie prime si rafforza il petrolio: Brent +0,75%, 114,42 dollari al barile.
Le incertezze derivanti dalla guerra pesano sull’Europa
Inflazione, stretta monetaria, recessione: ci vorrebbe la sfera di cristallo per sapere cosa accadrà. Il tema è caldo e se ne parla anche a Davos. Il più chiaro sul punto è il ministro dell’economia Daniele Franco: “Le previsioni, anche sulla base dei dati della Commissione europea, indicano che non avremo una recessione, anche se vediamo rischi legati agli sviluppi in Europa orientale e ai prezzi energetici, che se restano molto alti non aiutano”. Vanno inoltre capiti i fattori di fondo dell’inflazione osserva Franco: negli Stati Uniti sono guidati soprattutto dalla domanda mentre in Europa dipendono soprattutto dai problemi delle catene di approvvigionamento, quindi a livello di supply.
In sintonia con il ministro italiano sono le parole del numero due della Bce, Philip Lane: la Banca Centrale Europea dovrebbe iniziare ad alzare i tassi di riferimento nel terzo trimestre, ma il percorso oltre settembre è reso incerto dalla guerra in Ucraina e dal suo impatto sull’inflazione.
“Ciò che accadrà dopo è legato al contesto”, “l’incertezza sulla guerra…insieme all’incertezza sulla velocità con cui scenderà l’inflazione, richiede opzionalità, flessibilità e gradualità”.
Più falco appare Klaas Knot, tra i membri più conservatori del board Bce, che appoggia appieno il piano di rialzo dei tassi avanzato dalla Lagarde, mentre chiarisce che Eurotower difficilmente discuterà quest’anno della riduzione del suo bilancio dato che la normalizzazione della politica monetaria dovrebbe concentrarsi sui rialzi dei tassi. Non torna sulla questione invece Christine Lagarde, dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi sulla fine dei tassi negativi entro settembre.
Piazza Affari corre con Eni +3,5%
Banche e titoli legati alle materie prime sono stati protagonisti oggi in Europa. Lo stesso è accaduto in Piazza Affari dove è in luce Eni, +3,75% che registra il maggior rialzo del giorno tra le blue chip. I titoli oil hanno tratto beneficio anche dal calo, superiore alle attese, delle scorte settimanali di petrolio negli Stati Uniti. Nel settore archivia un’ottima seduta Tenaris +1,82%, mentre Saipem (-3,15%) scivola in fondo al paniere, pagando in parte i guadagni delle scorse sedute.
Bene le banche: Bper +2,8% e Banco Bpm +1,98%, sui cui Jefferies ha alzato il prezzo obiettivo e confermato l’indicazione di acquisto.
In evidenza le big, Unicredit +2,48% e Intesa +2,72%.
Tra i titoli assicurativi si prende una bella rivincita Unipol +3,31% con Unipolsai +1,89%, dopo che l’agenzia Moody’s ha migliorato i rating sulla solidità finanziaria delle due compagnie, portandolo rispettivamente a “Ba1” e a “Baa2”, con prospettiva stabile.
Nell’industria si distinguono Iveco +2,62% e Prysmian +1,99%. Bene Stellantis, +1,86%, che ieri sera ha annunciato la sottoscrizione con Samsung SDI di accordi vincolanti e definitivi per la realizzazione di un impianto di produzione di batterie per veicoli elettrici a Kokomo (Indiana), negli Stati Uniti.
Tra le utility si mantiene in netto progresso Terna +2,06%.
Telecom (+1,1%) festeggia con sobrietà l’1,6 miliardi di euro che si è aggiudicata nell’ambito del bando “Italia a 1 Giga” per portare Internet veloce a circa 7 milioni di indirizzi civici distribuiti su tutto il territorio italiano.
In ribasso sul Ftse Mib con Saipem ci sono solo Banca Generali -1,11%, Recordati -0,29%, Amplifon -0,19%.
Nuovo Btp Italia dal 20 giugno
Nell’obbligazionario è in arrivo un nuovo Btp Italia, legato all’inflazione e che potrà avere una durata tra 6 e 10 anni. Il titolo verrà collocato in due fasi: dal 20 al 22 giugno (salvo chiusura anticipata) sarà riservato ai risparmiatori individuali e il 23 giugno agli investitori istituzionali. I tassi minimi garantiti saranno comunicati venerdì 17 giugno. Tra le novità più rilevanti c’è un doppio premio, spiega il Tesoro: “per la prima volta verrà previsto, per il risparmiatore retail che acquista nei giorni di emissione, un doppio premio fedeltà: uno che verrà corrisposto durante la vita del titolo e uno alla scadenza finale per coloro che lo avranno detenuto continuativamente fino alle corrispondenti date”.
Intanto l’emissione del nuovo BTp a 15 anni, con scadenza primo marzo 2038 e cedola annua del 3,25%, ha visto la partecipazione di oltre 200 investitori per una domanda complessiva di circa 25 miliardi.