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Borse: Piazza Affari al top nei primi tre mesi 2018

Piazza Affari nel primo trimestre è stata una delle Borse migliori del mondo: +3,2%, battuta solo dal Bovespa brasiliano (+8,3%). In territorio negativo gli altri mercati europei, da Parigi (-2,2%) a Francoforte (- 6%) al Ftse 100 di Londra (-6,2%). Sotto la parità, nel trimestre peggiore per i mercati da due anni e mezzo, anche le Borse Usa: Dow Jones -4,3%, S&P 500 -3,8%. Meglio il Nasdaq -0,6% nonostante il tonfo in settimana di Facebook e degli altri titoli tech.

La soddisfazione per la performance positiva, per giunta realizzata in concomitanza con la contesa elettorale, va comunque ridimensionata alla luce di alcune considerazioni: 1) il listino italiano tratta a circa la metà di quanto valeva dieci anni fa, al contrario di molte Borse che hanno da poco ritoccato i massimi storici; 2) l’indice FtseMib (ieri +0,8% a 22.580 punti) è in calo rispetto al picco di gennaio a 24mila punti.

Intanto, in vista della Pasqua, è rientrato a Wall Street l’attacco ai titoli tech, compresa Amazon (+1%) sotto il tiro di Donald Trump, deciso a chiudere i conti con il grande nemico Jeff Bezos, l’editore del Washington Post che il presidente considera “il primo serbatoio di fake news”. Ma, nonostante il clima bellicoso e la prospettiva di nuovi aumenti dei tassi, le Borse Usa possono contare su dati macro positivi: i consumi privati, uno degli indicatori più seguiti dalla Fed, tirano (+1,6%) e la disoccupazione segna nuovi minimi da 45 anni.

In questa cornice l’indice dei titoli tech (+2,2%) ha guidato la ripresa. Il Dow Jones ha chiuso in rialzo dell’1,07%, S&P 500 -1,38%. Nasdaq +1,84%.

Questi segnali hanno confortato i listini asiatici aperti stamane. Avanzano Tokyo (+1,09%) e Seoul (+0,8%), spinta dalla notizia del prossimo incontro tra i presidenti delle due Coree.

Da segnalare sui mercati la discesa dei rendimenti dei T Bond Usa, scivolati sotto il 2,8%. Poco mossi gli indici cinesi, in attesa delle tariffe Usa sull’import.

Salgono yen (106,a33 sul dollaro) e euro, trattato stamane a 1,2314. Il bitcoin è scivolato sotto quota 7.000 dollari. In ascesa il petrolio Wti, a 64,94 dollari (+0,9%).

INFLAZIONE TEDESCA IN CALO. SEGNO PIÙ PER LE BORSE UE

I mercati europei chiudono in terreno positivo un trimestre sottotono, scandito dalle preoccupazioni sul fronte dei dazi, il tema più sensibile per gli operatori di Francoforte. I dati in arrivo dall’inflazione tedesca (+0,4% a marzo, ovvero l’1,6% annuo sotto le stime) allontanano il rischio di una stretta della Bce. Poco mosso il cambio euro dollaro, a 1,228.

A Milano l’indice Ftse Mib (+0,36% a 22.411 punti) si è allontanato dalla barriera dei 22 mila punti. Più brillanti, grazie al propellente delle notizie in arrivo dall’automotive, Francoforte (+1,31%) e Parigi (+0,72%). Londra +0,17%.

BTP, I RENDIMENTI SOTTO 1,80%, SPREAD A 128 PUNTI

Continua il volo di primavera dei titoli di Stato. Il rendimento del bund decennale chiude in calo a 0,48%, sui minimi degli ultimi due mesi. Si rafforza il Btp decennale, il cui rendimento scende all’1,78%, dall’1,82% della chiusura. Il differenziale Bund-Btp scende a 128 punti base, su livelli precedenti le elezioni politiche in Italia.

RENAULT-NISSAN DÀ LA CARICA ALL’AUTO

In grande evidenza sui listini europei il settore automotive (Eurostoxx Auto +3,2%). Grazie al ritorno delle indiscrezioni sull’aggregazione di Renault (+6%) con Nissan, casa giapponese di cui possiede il 43%. La fusione, caldeggiata dal pdg Carlos Ghosn porterebbe ad un ridimensionamento della presenza statale in Renault.

L’obiettivo, secondo quanto hanno riferito alcune fonti a Bloomberg, è creare una nuova casa automobilistica con un unico titolo quotato. Attualmente Renault detiene il 43% di Nissan, mentre la casa automobilistica giapponese ha una quota del 15% nella sua controparte francese.

In ascesa anche Peugeot (+3,5%). Molto vivace anche il pianeta Volkswagen (+4%). Sale Porsche +4%

A Piazza Affari sale Pirelli (+2,33%): il fondo russo Lti, azionista al 6,2% attraverso la finanziaria Marco Polo non intende riduce la propria partecipazione dopo la scadenza ad aprile del lock Up. FiatChrysler +0,3%.

EFFETTO NIEL SU GEDI, IL CALCIO SPINGE MEDIASET

A Piazza Affari tiene banco, nonostante la smentita, il rumor lanciato da Dagospia dell’interesse di Xavier Niel, editore di Le Monde e del Nouvel Observateur e principale azionista di Iliad (prossima a lanciare la sua offerta tlc in Italia), ad entrare in Gedi. Niel, intenzionato a fare acquisti editoriali anche in Spagna, rivelerebbe una parte della quota in mano alla Cir mentre Exor, socio al 6%, potrebbe essere coinvolta nel polo europeo. La secca smentita di Gedi (”voci prive di ogni fondamento”) non ha interrotto la marcia del titolo (+5,04%).

Effervescente Mediaset (+3,2%): la società sta trattando con Mediapro in merito alla distribuzione delle partite di calcio della Serie A su Mediaset Premium.

ELLIOT-VIVENDI VERSO LA RESA DEI CONTI

Un consiglio di amministrazione lampo, durato meno di un’ora, ha votato a maggioranza il piano di incentivi 2018-2020 destinato ai vertici del gruppo Telecom (+0,4%). Tuttavia, l’ultima parola sul bonus in azioni gratuite da assegnare ai vertici di Tim spetterà all’assemblea del 24 aprile, che dovrà approvare, tra l’altro, la nomina dell’ad Amos Genish e pronunciarsi sulla richiesta, accolta dal collegio sindacale, del fondo Elliott, di votare sei nuovi membri del consiglio. La stessa Telecom ha annunciato che riunirà il Cda il 9 aprile per decidere se intraprendere eventuali azioni contro l’integrazione dell’ordine del giorno.

DEBOLI BANCHE E UTILITIES. ODDO PROMUOVE ENEL

Deboli i bancari: Ubi -1,04%, Banco Bpm -0,72%. Sale Unicredit (+0,96%). Invariata Carige. L’ad Paolo Fiorentino ha dichiarato che l’istituto non può restare fuori dal processo di consolidamento del settore. La Banca intende lanciare un’emissione obbligazionaria subordinata da almeno 300 milioni.

Poco mossa Enel (-0,1%): Oddo Bhf ha alzato il rating da neutral a buy, con target price che sale da 5,6 a 5,8 euro. In calo anche le utility: Snam – 0,45% e Italgas – 0,37%

Buzzi -0,4%: Equita ha abbassato il prezzo obiettivo da 25,6 euro a 24,6 euro (rating buy) dopo i risultati del 2017. Kepler Cheuvreux ha tagliato il target price a 25,5 euro da 27.

CARRARO TORNA IN UTILE. UN CAFFÈ PER ITALMOBILIARE

Proseguono le vendite su Fincantieri. Dopo aver lasciato sul terreno mercoledì il 14,5% sulla scia dei conti 2017 e il piano, ieri ha perduto quasi il 2,14%.

Carraro sale del 3,96% sulla scia dei risultati, dopo aver chiuso il 2017 con un utile netto in crescita a 13,7 milioni da una perdita di 9,1 milioni di euro. Proporrà una cedola di 17 centesimi.

Avanza Italmobiliare (+5,3%). Il gruppo Pesenti, dopo il recente ingresso in Tecnica Group, prosegue nella strategia di diversificazione e ampliamento del portafoglio di partecipazioni diventando il primo azionista di Caffé Borbone.

Bene Brunello Cucinelli (+1,59%): Goldman Sachs ha alzato il prezzo obiettivo da 29,6 a 32 euro, confermando la raccomandazione buy.

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