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Borse: per l’Europa sterzata in rosso. Lieve ribasso a Piazza Affari ma A2a e Mediaset corrono

FIRSTonline

Finale in frenata per Piazza Affari che scivola sotto la parità e chiude in calo dello 0,11%, in un contesto di scambi sempre più sottili per l’avvicinarsi del Ferragosto. Controcorrente rispetto all’incertezza degli altri listini europei, Milano aveva allungato dopo l’asta Btp a 1 anno che ha collocato tutti gli 8 miliardi di titoli con un rendimento medio al 2,767%, poco sopra il 2,697% dell’asta di luglio. La domanda ha superato 1,69 volte l’offerta, contro 1,55 del mese scorso. Ha reagito bene lo spread che dopo l’asta è sceso sotto i 445 punti base per chiudere poi a quota 449 circa. Dopo l’asta avevano ripreso fiducia anche le altre Borse europee, appesantite in avvio dal rallentamento del pil giapponese mentre la Grecia attraversa il quinto anno di recessione Grecia con il pil del secondo trimestre a -6,2% dopo -6,5% nei primi tre mesi. Le principali piazze chiudono però tutte in rosso: Parigi -0,27%, Londra -0,26%, Francoforte -0,50%.

In Germania intanto si archivia un nuovo record dei rendimenti per l’emissioni a 6 mesi: il Governo tedesco ha piazzato 3,77 miliardi (4 miliardi l’offerta mentre le richietse sono state per 4,745 miliardi) di titoli di Stato a sei mesi (Bubills) con rendimenti negativi al minimo record di -0,0499% contro -0,0344% di luglio.

L’euro recupera sul dollaro dopo quattro giorni di ribasso a 1,2339 (+0,40%). Non aiutano l’Europa gli umori di Wall Street che parte sotto tono e alla chiusura dell’Europa il Dow Jones cede lo 0,57% e il Nasdaq lo 0,25%. Dagli Usa la notizia che Google ha tagliato 4mila posti di lavoro della controllata Motorola. In tensione invece il petrolio: per la prima volta da inizio maggio il Brent tocca i 115 dollari al barile. Scende invece il Wti a 92,45 dollari al barile (-0,45%).

Nel frattempo il WsJ scrive che la crisi del debito in Europa, le tensioni in Grecia, Spagna o Italia innescano la corsa “nelle braccia sicure del governo americano”. Già perché nonostante abbiano perso la tripla A e siano esposti a ulteriori downgrade gli Usa continuano ad attirare investitori. Ma c’è il rovescio della medaglia. Il Wsj sottolinea anche che la corsa a investire in titoli di paesi considerati sicuri ha anche effetti controproducenti: la domanda di titoli francesi, ad esempio, allenta le pressioni sul governo per le riforme. Ma lo stesso vale per gli Stati Uniti, dove la politica non sente la necessità di affrontare con urgenza i problemi economici e di bilancio.

Piazza Affari è appesantita da Stm -2,53%, Buzzi Unicem -1,63%, Mediolanum -1,56%, Pirelli -1,20%, Saipem (-1,10%). Non mancano però titoli in rialzo: A2A +3,32%, Enel Green power +1,94%, Mediaset +1,19% che continua il rimbalzo dell’ultima settimana con volumi sostenuti, Mediobanca +1,05%. E Unicredit +0,96%. Sopra la parità anche la maggior parte del resto del comparto bancario con Intesa +0, 82%, Mps +0,28%, Ubi +0,09%, Bpm +0,67%. Sotto la parità invece il Banco -0,25%

Fuori dal Ftse Mib giù invece Prelios -13,52% sui timori di un rosso anche nel secondo trimestre (dopo il primo) che, secondo indiscrezioni di stampa, potrebbe essere ancora più profonda e toccare i 120 milioni di euro.

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