Piazza Affari in profondo rosso. Il mercato ha avuto solo una notte di tempo per digerire l’inattesa novità dell’imposta straordinaria del 40% sugli extraprofitti delle banche maturati nel bilancio 2022 e nel 2023. Un blitz che, se confermato in Parlamento, comporterà un costo attorno ai due miliardi di euro, somma più che sopportabile dal sistema in un anno fortunato. Ma la filosofia dell’intervento solleva più di un dubbio di metodo. E non solo, come sta a confermare l’assenza dl ministro Giorgetti alla conferenza stampa del governo. Non è l’unica incognita della mattinata. Dalla Cina, in particolare, arrivano nuovi segnali di deflazione. Ma il Toro preferisce dar retta a Warren Buffett: l’economia va, dice il saggio di Omaha, non date retta al rating di Fitch. Wall Street archivia così la peggior settimana dell’anno. Anzi, il Dow Jones +1,2% mette a segno il maggior rialzo del mese.
Deboli anche le altre borse d’Europa: Londra (-0,13%). Resiste Parigi (+0,06%), piatta Francoforte. Maglia nera per Milano (-2%), che amplia il rosso di avvio seduta, zavorrata dalle banche: Bper perde quasi il 10%, Mps l’8,38%, Intesa Sanpaolo -8,01%, Bpm il 7,84% e Unicredit oltre il 6%.
Milano in rosso con la tassa sugli extraprofitti
Ieri il Ftse Mib ha chiuso in ribasso dello 0,15%. Proprio le banche sono state ieri protagoniste della seduta. Non c’è solo il +9% di Monte Paschi (controllata dal Tesoro) ma anche le performance di Banco BPM +2,5% e Unicredit +1,5%.
L’imposta straordinaria istituita per il 2023 ha un’aliquota del 40%, ma l’ammontare, in ogni caso, non può essere superiore a una quota pari al 25% del valore del patrimonio netto alla data di chiusura dell’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2023. L’imposta straordinaria, inoltre, non è deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive.
Dax di Francoforte invariato. In giugno la produzione industriale tedesca è scesa dell’1,5%, minimo degli ultimi sei mesi, peggio del -0,5% stimato dagli economisti, in maggio la contrazione era stata dello 0,2%.
La settimana è iniziata pianissimo in Europa. Più brillante Wall Street, dove c’è stato un cambio di testimone tra il Nasdaq +0,6%, anche ieri penalizzato dal super colosso Apple al quinto giorno di ribasso), ed il Dow Jones +1,2%. S&P500 +0,9%. I future segnano stamane un lieve calo.
Berkshire Hathaway +2,7%. La holding che fa capo a Warren Buffett, ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con un aumento dell’utile, mentre la cassa è salita a quasi 150 miliardi di dollari. Berkshire ha riportato poi un guadagno non realizzato di quasi 26 miliardi di dollari dagli investimenti, trainati in particolare dalla gigantesca quota detenuta in Apple.
ll dato di giugno sui prestiti al consumo negli Stati Uniti, ha smentito i segnali di debolezza arrivati il mese precedente. Il credito totale è aumentato di 17,8 miliardi di dollari, in forte ripresa dai 9,4 miliardi di dollari di maggio, dato rivisto dal precedente 7,4 miliardi. Il consensus era 13 miliardi.
Il Presidente della Federal Reserve Bank di New York, John Williams vede la necessità di mantenere la politica monetaria statunitense restrittiva per un certo periodo di tempo, ma un taglio ai tassi di interesse potrebbe essere preso in considerazione l’anno prossimo se l’inflazione dovesse rallentare.
I dati clou della settimana riguardano l’andamento dell’inflazione. Si comincia domani con la Cina, giovedì tocca agli Usa, si chiude venerdì con Italia e Germania.
Dalla Cina nuovi segnali di deflazione
Da Pechino, nel frattempo, arrivano nuovi segnali di stagnazione dell’attività economica, in attesa dei più volte annunciati stimoli che non sono ancora arrivati.
In luglio le esportazioni sono scese del 14,5% anno su anno, in peggioramento dal -12% di giugno, il consensus si aspettava -13%. Più deboli del previsto anche le importazioni, -12,4% è la contrazione anno su anno registrata il mese scorso: s tratta del calo mensile più marcato dai tempi della pandemia. Il calo più marcato delle importazioni da maggio 2020 mette in risalto il crollo della domanda interna, colpita a sua volta dalla flessione del settore immobiliare”, commenta Eric Zhu di Bloomberg Intelligence.
La borsa di Hong Kong scende stamattina dell’1,3%. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è intorno alla parità.
Nikkei di Tokyo in rialzo dello 0,3%. La spesa delle famiglie in Giappone è scesa del 4,2% su base annua a giugno in cui si è registrato il quarto ribasso mensile consecutivo.
Brent 85,5 dollari, Wti (82,0 dollari). Il petrolio ha recuperato la brutta partenza di settimana, riportandosi sui massimi da aprile.
PayPal ha deciso di accettare pagamenti in stablecoin.
Riflettori accesi sul settore bancario
Al di là degli effetti del decreto sugli extraprofitti vanno segnalati: Unicredit RusKhimAlyans, azienda controllata al 50% da Gazprom, ha avviato una causa da 472 milioni dollari contro Unicredit in Russia, garante di un progetto bloccato dalle sanzioni Ue, secondo quanto si legge da alcuni documenti di un tribunale russo.
Banca Monte Paschi. La Fabi ha comunicato di aver raggiunto un accordo con l’istituto senese per l’introduzione di un premio aziendale ai dipendenti di 500 euro e che, a partire dai primi giorni di settembre, verrà imbastito un tavolo per affrontare il tema delle assunzioni.
Credem chiude il primo semestre 2023 con un utile netto consolidato pari a 298,7 milioni di euro (+90,3% rispetto al dato di fine giugno 2022), influenzato dal positivo andamento del margine finanziario, oltre che dal costo del rischio che si e” mantenuto a livelli contenuti. Il margine di intermediazione, informa una nota, si attesta a 954,2 mln (+38,6% a/a). Il ritorno sul capitale (Roe annualizzato) è pari al 17,9%, mentre il Rote annualizzato è pari a 20,8%.