Il Toro si accinge a chiudere con il segno più stamane in Oriente un luglio d’oro, senato da buone trimestrali e dalla prospettiva della fine della stagione dei tassi alti. A frenare gli entusiasmi ci pensa però Christine Lagarde. In un’intervista a Le Figaro la presidente della Bce non esclude una pausa dei rialzi a settembre, ma sottolinea che la stretta potrebbe riprendere subito dopo se l’inflazione non accennerà a scendere verso l’obiettivo del 2%.
Deutsche Bank, intanto, ricorda stamane che agosto e settembre, per tradizione, sono i mesi più difficili per i mercati. Quest’anno poi, le difficoltà verranno dal reddito fisso: i rendimenti, sottolinea Bloomberg, saranno destinati a salire di fronte all’offerta dei nuovi T-bond Usa ma anche per il cambio di rotta del Giappone, il maggior proprietario al mondo di titoli del Tesoro americani ed europei. L’aumento dei rendimenti sui J bond potrebbe spingere i fondi pensione a rimpatriare parte dei fondi. Ma stamane si indeboliscono lo yen e le obbligazioni nipponiche dopo l’inaspettato intervento in acquisto della banca centrale. Il cross vs dollaro si porta a 141,8, sui massimi delle ultime due settimane.
Mercati in frenata, Piazza Affari è la più robusta
Date le premesse, non stupisce una certa cautela in avvio: Le borse dell’Europa aprono in leggero ribasso. Fa parziale eccezione la borsa italiana sostenuta dell’attenzione sulle banche: Ftse Mib +0,10%.
Venerdì Piazza Affari ha chiuso in calo dello 0,3%. L’accenno a una pausa del rialzo dei tassi ha galvanizzato anche le borse europee. L’indice Eurostoxx 50 ha chiuso la settimana in rialzo dell’1,7%, segnando nuovi top da gennaio 2008. Il nostro FtseMib è salito del +2,2% in cinque sedute segnando nuovi massimi da 15 anni a 29.597 punti.
Italia, previsto Pil in pari, attesa per il nuovo Pnrr
Al centro dell’attenzione oggi i dati macro sull’Italia: l’Istat rilascerà i dati sull’andamento del Pil nel secondo trimestre. In uscita anche i numeri sull’inflazione. Domani toccherà all’occupazione ma l’appuntamento-clou sarà la relazione in Parlamento del ministro Raffaele Fitto sulla revisione del Pnrr. È atteso un Pil invariato nel secondo trimestre rispetto al primo e in crescita dello 0,9% anno su anno, da +0,6% e +1,9% nella prima frazione. I prezzi al consumo di luglio sono visti in ulteriore decelerazione a perimetro annuo sia a livello armonizzato (6,4% da 6,7%) che per quanto riguarda l’indice nazionale (6,1% da 6,4%).
In Eurozona il Bund riparte da 2,49% e il Btp da 4,10%.
Banche e Ferrari, appuntamenti clou
In Piazza Affari tengono banco le trimestrali, a partire dai risultati del credito. Oggi prosegue il test su Banca Intesa – +0,65% – dopo i risultati annunciati venerdì. Domani sarà la volta di Fineco e Banca Mediolanum. La sfilata proseguirà poi con Banco Bpm, Bper e Mps.
Riflettori accesi anche sui conti di Ferrari (mercoledì) e su Telecom Italia.
Wall Street si prepara ai conti di Apple
Anche i future di Wall Street sono sotto la parità. Venerdì l’S&P500 ha guadagnato l’1%. Wall Street ha chiuso la terza settimana positiva di seguito, mantenendosi a ridosso dei massimi dell’anno. Oltre ai segnali di raffreddamento dell’inflazione, a guidare il recupero sono stati anche i dati trimestrali delle società.
Il calendario prevede l’annuncio degli utili da parte di un terzo circa delle società dell’indice S&P. Al solito, la più attesa sarà Apple in uscita mercoledì a borsa chiusa. Seguiranno Amazon, Caterpillar e Pfizer. Finora quattro su cinque (81%) delle trimestrali, hanno battuto le aspettative sull’utile.
Tokyo sale, la BoJ riporta indietro lo Yen e i bond
Nel finale di seduta il Nikkei di Tokyo guadagna l’1%. In Giappone la produzione industriale ha registrato in giugno un incremento del 2% mese su mese, leggermente sotto le aspettative degli economisti. Si indeboliscono lo yen e le obbligazioni nipponiche dopo l’inaspettato intervento in acquisto della banca centrale. Il cross si porta a 141,8, sui massimi delle ultime due settimane. Bloomberg riporta che il rendimento del decennale ha toccato un nuovo massimo degli ultimi nove anni.
Cina, l’economia soffre, si spera negli stimoli
Hang Seng di Hong Kong +1,5%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,8%. L’attività manifatturiera ha dato in giugno qualche minimo segnale di recupero, pur restando in contrazione. L’indice PMI dell’Ufficio Nazionale di Statistica è migliorato a 49,3 da 49. Consensus 49. L’indice non manifatturiero peggiora più del previsto e scende sui minimi da inizio anno a 51,5, da 53. Le preoccupazioni sollevate da questi dati deboli sono state ampiamente controbilanciate dalle aspettative di ulteriori misure di stimolo che potrebbe decidere presto il governo.
La borsa di Taipei è in calo dell’1%. Sale invece il mercato azionario di Seul, +0,8%. Indice BSE Sensex di Mumbai piatto.
Petrolio, calano le scorte
Brent (84,40 usd), Wti (80,20 usd). Il petrolio apre in ribasso dello 0,7%, dopo aver chiuso la quinta settimana positiva di seguito con un bilancio intorno a +4,8% e la quotazione sui massimi da aprile. Le scorte di petrolio stanno iniziando a diminuire in alcune aree geografiche poiché la domanda supera costantemente l’offerta limitata dai profondi tagli alla produzione decisi dall’Arabia Saudita, fornendo supporto per i prezzi che dovrebbero aumentare nei prossimi mesi.
Ca’de Sass, i conti superano anche lo stress test
Giornata all’insegna di Intesa Sanpaolo. L’istituto avrebbe un Cet1 fully loaded del 10,8% nello scenario avverso ipotizzato dallo stress test condotto dall’Eba su cinque banche italiane quotate. UniCredit sarebbe al 12,5%, Banco Bpm al 9%, Bper al 7,9% e Mps [BMPS.MI] 10,1%.
Banca Generali “sta andando molto bene” e “non c’è alcun progetto di cessione”, ha detto l’ad di Generali Philippe Donnet, in un’intervista pubblicata sabato da Il Sole 24 Ore. Interrogato su nuovi possibili buyback, Donnet ha detto che se non verranno utilizzati entro il 2024 i 500 milioni di euro rimanenti per l’M&A, verranno restituiti agli azionisti.
Eni: la società è vicina a raggiungere un accordo per vendere il 10% di Plenitude al fondo svizzero Energy Infrastructure partner.
Stellantis Jefferies alza il target price a 25,5 euro, da 21 euro.
Prysmian: JP Morgan abbassa il target price a 45 euro, Citi lo alza a 45 euro, da 44 euro.
Leonardo chiude il semestre con un risultato netto di 208 milioni di euro, in flessione del 22,1% rispetto allo stesso periodo 2022 su ricavi pari a 6.894 milioni, in incremento rispetto al primo semestre del 2022 (+4,8% sul dato reported, +6,4% sul dato rettificato). Nella call con gli analisti, l’ad Roberto Cingolani ha detto che l’azienda dovrà concentrarsi di più su spazio, cybersecurity e digitalizzazione, seguendo un nuovo piano industriale che verrà presentato a inizio 2024.
A2A: i due soci di riferimento, i comuni di Milano e Brescia, non hanno ancora preso una decisione sul sostituto di Marco Patuano, che si è dimesso dalla presidenza della multiutility lombarda. In pole Roberto Tasca, ex assessore al Bilancio del comune di Milano.