Buona la prima. I mercati hanno accolto senza timori l’esito del voto italiano. L’indice FtseMib (+0,67%) ha guidato i listini in una giornata di grande incertezza, segnata dalla crisi della sterlina e dal finale in rosso di Wall Street. Ieri sera anche il Dow Jones è entrato nel “Bear Market”: l’indice perde più del 20% da inizio anno. Secondo un sondaggio di Bloomberg, “l’odio” per l’investimento in azioni è ai massimi dal 2009, ai tempi di Lehman Brothers. Chi all’epoca ebbe il coraggio di investire, oggi si ritrova un guadagno del 500 per cento. Ma c’è una differenza: allora i tassi scendevano verso lo zero, oggi la Fed guida la lotta all’inflazione a suon di rialzi.
Sotto pressione i Btp, Standard & Poor’s non ha paura
Assai più agitato il clima dei mercati obbligazionari. Anche il Btp, trattato in serata ad un rendimento del 4,5% (ai massimi dal 2013), ha pagato un pedaggio pesante alle tensioni: lo spread è salito a quota 237, nonostante l’aumento in parallelo del Bund. Ma i mercati non sembrano preoccupati. “Non vediamo rischi finanziari legati alla formazione di un nuovo governo – scrive Standard & Poor’s – Pensiamo che l’esecutivo si accinga a presentare una legge di bilancio in linea con gli obiettivi già previsti”. Ma lo spazio di manovra, aggiunge l’agenzia, sarà molto modesto: l’economia nel 2023 ristagnerà (-0,1%) per poi registrare una ripresa debole (+1,4%) nel 2024.
Il cambio di rotta della politica italiana si inserisce così in una congiuntura molto fragile, segnata dall’impennata del dollaro che sta schiacciando le altre valute, a partire dalla sterlina, in pesante flessione dopo le decisioni del governo che venerdì ha votato sostegni per famiglie e imprese oltre a forti sgravi fiscali per i più ricchi: il rischio, insomma, abita a Londra, non a Roma.
Future positivi in Europa e sul Nasdaq
Stamane regna sui mercati la calma dopo la tempesta. Il dollaro si placa, le materie prime rimbalzano e i future di Wall Street sono in rialzo. Anche l’Eurostoxx anticipa un avvio in rialzo: + 0,5%.
I mercati si aspettavano un intervento della Bank of England dopo il crollo della sterlina, ma la Banca ha annunciato che non si muoverà prima di novembre. Clima cupo anche in Germania: l’indice Ifo, che indica la fiducia delle imprese, è sceso più del previsto a settembre, a 84,3 punti.
Lagarde lancia l’allarme, la Bundesbank l’appoggia
Le prospettive economiche si fanno più fosche e sono previsti ulteriori rialzi dei tassi per arginare l’inflazione, ha detto ieri la presidente della Bce, Christine Lagarde, in audizione alla Commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo.
Per il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, Francoforte deve continuare ad alzare i tassi in modo deciso, poiché il rischio che l’inflazione rimanga bloccata a livelli superiori al target del 2% è elevato.
Wall street in rosso, la Fed insiste. Una schiarita per il dollaro
Giornata in rosso per Wall Street: l’indice S&P 500 -1%, Nasdaq -0,6%, Dow -1,1%.
Il rendimento del Treasury Note a dieci anni è arrivato ieri sui massimi dal 2010, a 3,93%, e stamattina tratta a 3,86%. Biennale a 4,30%, – 5 punti base.
Dalle dichiarazioni rilasciate nelle ultime ore da alcuni membri del board della Banca centrale degli Stati Uniti non emergono segnali di scostamento dalla linea del rigore estremo sull’inflazione. Nel suo intervento di ieri a un evento tenutosi al Massachusetts Institute of Technology, la presidentessa della Federal Reserve di Cleveland, Loretta Mester, ha affermato che in questo contesto è meglio abbandonare la prudenza ed agire in modo aggressivo, così da prevenire il peggio.
Primo giorno di pausa del dollaro, dopo cinque rialzi consecutivi. “L’inflazione Usa, ai massimi da 40 anni, ha probabilmente raggiunto il picco o quasi”, ha spiegato la presidente di Fed Boston, Susan Collins. “Penso sia molto probabile che l’inflazione sia vicina al picco e forse l’abbia già superato”, ha detto Collins dopo un intervento a una camera di commercio locale.
Asia contrastata, ma piace agli analisti. Corre il Vietnam
Quadro contrastato nell’area Asia Pacific. Salgono Tokyo (+0,7%) e Mumbai, scende il Kospi coreano (-0,6%), poco mossi i listini cinesi.
Alla ricerca di segnali positivi in giro per il pianeta, i gestori riscoprono la Cina. Tribeca Investment Partners consiglia di puntare su Pechino in vista dell’allentamento delle misure anti-Covid: gli abbondanti stimoli monetari e fiscali varati negli ultimi mesi innescheranno una importante ripresa dell’attività in tutta l’area. L’azionario dell’Asia dovrebbe andare meglio di quello di Europa e Stati Uniti.
Per ora i segnali non sono confortanti. La Banca Mondiale ha tagliato le stime di crescita della Cina. Il Pil cinese dovrebbe crescere quest’anno del 2,8%, meno dell’8,1% del 2021 e del 4-5% stimato in aprile. Per Pechino si tratta di una forte battuta d’arresto in un’economia asiatica che invece migliora. Esclusa la Cina, la regione dovrebbe infatti crescere quest’anno del 5,3%, in aumento rispetto al +2,6% del 2021. È la prima volta dagli anni 90 che Pechino cresce meno del resto dell’Asia, specie del Vietnam, in salita del 7,2%.
Perdono colpi le materie prime. Il petrolio WTI, ieri in calo del 2,6%, stamattina è in prossimità dei minimi da inizio anno, a 77 dollari il barile, +0,5%.
In Piazza Affari riflettori su Unicredit, Nexi alza gli obiettivi
JP Morgan ha alzato il giudizio su Unicredit a Overweight, target price a 15 euro.
Alla data del 23 settembre, dall’avvio del programma il 4 luglio, Intesa Sanpaolo ha acquistato complessivamente 786.491.028 azioni, pari a circa il 3,94% del capitale sociale ante annullamento, a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,7235 euro, per un controvalore totale di 1,355 miliardi di euro.
Banca Mps: ieri le azioni non riuscite a fare prezzo nel primo giorno del raggruppamento nel rapporto di 1 a 100. Da oggi non saranno consentiti ordini senza limite di prezzo.
Terna: Citigroup abbassa il target price a 5,6 euro.
Snam: Citigroup alza il giudizio a Neutral.
Nexi punta ad una crescita media annua dei ricavi del 9% tra 2021 e 2025, leggermente meglio delle aspettative degli analisti. L’Ebitda dovrebbe aumentare del 9% medio annuo, l’utile per azione normalizzato del 20%, un po’ meglio del previsto. I target del piano sono stati annunciati stamattina, nel corso della giornata saranno dettagliati.