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Borse nervose per lo scontro Usa-Cina per la visita della Pelosi a Taiwan ma Milano limita i danni

Pixabay

I listini europei chiudono una seduta fiacca, stretti tra i cali asiatici e l’avvio zoppicante di Wall Street. A compensare le preoccupazioni geopolitiche, acutizzate oggi dalla visita di Nancy Pelosi a Taiwan, sono molte trimestrali migliori del previsto.

Milano perde lo 0,35%, ma resta saldamente oltre i 22mila punti (22.351). Sono allineate su livelli analoghi Parigi -0,34%, Francoforte -0,23% e Amsterdam -0,24%. È piatta Londra, che beneficia del balzo di Bp (+2,9%). L’utile del secondo trimestre del colosso energetico è salito a 8,45 miliardi di dollari, il più alto in 14 anni. I forti margini di raffinazione e il commercio hanno spinto Bp ad aumentare il dividendo e la spesa per la nuova produzione di petrolio e gas. Madrid afferra un rimbalzino +0,31% dopo le perdite di ieri, mentre Zurigo cede lo 0,32%, appesantita dal calo di Credit Suisse, -6,25%, allarmata dalla duplice bocciatura di Moody’s, che ha tagliato i rating e di Standard and Poor’s, che ha ridotto l’Outlook.

Euro in calo e spread in rialzo

La giornata uggiosa favorisce il recupero del dollaro contro l’euro, con la moneta unica che tratta in area 1,209 (-0,5%) e favorisce gli acquisti sull’obbligazionario, in particolare Bund e T-Bond.

Il tasso del decennale tedesco sale a +0,73%, mentre quello del Btp 10 anni a +2,92%, per uno spread in ripresa a 220 punti base (+2,17%).

Per quanto riguarda i titoli del Tesoro Usa i prezzi appaiono in rialzo e i tassi in ribasso, ma si conferma l’inversione della curva dei rendimenti tra il titolo a due anni e quello a dieci anni, segno che gli investitori temono ancora una recessione (gli Usa che hanno già registrato una cosiddetta recessione tecnica).

È piatto il petrolio, con il Brent in area cento dollari al barile, in attesa delle decisioni dell’Opec+ in settimana.

Borse sui carboni ardenti con Pelosi a Taiwan

A tenere gli investitori sui carboni ardenti oggi è la visita di Nancy Pelosi a Taiwan, che sta irritando la Cina (“Usa traditori e distruttori di pace” sostiene Pechino) e sta provocando la solidarietà della Russia con il Celeste impero. Indifferente alle critiche e ai rischi l’ottantaduenne speaker della camera ha posato il suo piede a Taipei nel pomeriggio italiano diventando il più importante rappresentante Usa che sbarca sull’isola dal 1997. Le temute conseguenze di questo passo per ora stanno frenando Wall Street.

A New York corre Uber

Prosegue intanto la stagione delle trimestrali sulle due sponde dell’Atlantico. A New York corre Uber, +15,5%, dopo la pubblicazione della trimestrale. La società ha riportato per il secondo trimestre una perdita di 2,6 miliardi di dollari, ma ha largamente battuto le attese di fatturato (+105% a 8,1 miliardi contro stime per 7,4) e per la prima volta nella sua storia ha riportato un free cash flow positivo, di 382 milioni di dollari.

Corrono a Wall Street anche Ferrari e Bp dopo i conti.

A Piazza Affari banche miste, ma corre Iveco e romba Ferrari

In Piazza Affari ripartono alcune banche, in particolare le ex popolari, Banco Bpm +2,55% e Bper +1,65%. Fuori dal paniere principale arretra però Mps, -1,9%, nel giorno del via libera della Commissione Ue alla proroga della scadenza per la cessione della quota del Tesoro.

Rimbalza Iveco +2,78%, miglior blue chip del giorno, e si apprezza in generale l’automotive con Stellantis +1,68% e Ferrari +1,06%. Il cavallino rampante, che era partito in forte ribasso, ha fatto una repentina inversione a U dopo la presentazione della trimestrale che ha messo in luce ottimi risultati e ordini record, nonché un rialzo della guidance 2022. Ferrari ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con un utile netto di 251 milioni di euro, in crescita del 22% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.

In progresso utility come Snam +1,19%, Terna +0,88%, A2a +0,74%, Hera +0,69%. Bene Stm +0,893% e Leonardo, +0,69%, con la Federal Aviation Administration che si appresta a dare il via libera alla ripresa delle consegne dei Boeing 787 Dreamliners.

I maggiori ribassi delle big partono da Amplifon -4,62%, seguita da Saipem -4%, Campari -2,4%, Eni -2,2%.

Sono in rosso anche Generali -1,91% e Interpump -1,21%, nonostante gli ottimi conti del periodo. In particolare, per quanto riguarda il Leone si tratta del primo ribasso dopo tre sedute positive.

È debole il lusso che guarda con attenzione alla Cina e al clima globale. Tra le blue chip Moncler cede il 2,03%.

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