L’esuberanza di Wall Street non aiuta i listini europei che rallentano nel pomeriggio. Piazza Affari chiude in calo dello 0,52%, scendendo a 19.255 punti. Cambia segno anche l’obbligazionario: il rendimento del Btp 10 anni sale al 3,59% e lo spread con il Bund si porta a 308.90 punti base (+1,58%). I moniti che da più parti piovono sull’Italia non scalfiscono il governo e il premier Giuseppe Conte esclude “modifiche significative alla manovra”, mentre i mercati penalizzano il Belpaese. Il numero uno della Bce Mario Draghi, da Bali, ricorda che per i paesi dell’Eurozona ad alto debito è particolarmente importante l’adesione piena alle regole del Patto di Stabilità e Crescita per salvaguardare solide posizioni di bilancio.
Il presidente della Commissione Jean Claude Juncker, dalle pagine di Le Monde dice che “l’Italia non rispetta la parola data”, mentre il Fondo Monetario lamenta che la manovra 2019 in discussione “va in direzione opposta rispetto ai suggerimenti”. Il ministro Giovanni Tria inoltre sembra sempre più isolato: da una parte rivela che i conti individuali di risparmio (Cir), lo strumento con il quale la Lega vuole incentivare le famiglie italiane a investire in Btp, non sono mai stati discussi al ministero dell’Economia. Dall’altra smentisce il vicepremier Luigi Di Maio su Alitalia “penso che delle cose che fa il Tesoro debba parlarne il ministro dell’economia. Io non ne ho parlato”. Così sull’ipotesi d’ingresso del Mef nel capitale della compagnia di bandiera, con una quota intorno al 15 per cento.
Intanto il Centro Europa ricerche (Cer) rivede al ribasso le sue stime sull’andamento del pil tricolore nel terzo trimestre dell’anno: “Sulla base dei dati di produzione industriale e degli indicatori qualitativi, misuriamo ora una variazione congiunturale dello 0,1% e uno scivolamento allo 0,9% dell’incremento tendenziale”.
Un insieme che contribuisce a fiaccare il tentativo di rimbalzo della Borsa e della carta italiana, in un contesto europeo che s’indebolisce verso la chiusura: Francoforte -0,13%; Parigi -0,2%; Madrid -1,2%; Londra -0,15%; Zurigo +0,28%.
Wall Street invece festeggia utili trimestrali oltre le attese di grandi banche come Wells Fargo, JP Morgan (che però viaggia in leggero ribasso) e Citigroup. La prossima settimana riveleranno i loro conti altri colossi del settore come Bank of America, Goldman Sachs e Morgan Stanley. Bene i tecnologici, soprattutto i cosiddetti Faang (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Alphabet) e l’auto. I listini americani rialzano la testa, dopo lo scivolone delle ultime due sedute, anche a seguito di qualche segnale di distensione nella guerra commerciale con la Cina. La Casa Bianca starebbe portando avanti i piani per un incontro tra il presidente Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping in occasione del G20 di fine novembre a Buenos Aires.
L’euro perde quota sul dollaro e scende nuovamente sotto 1,16, in zona 1,155. Il petrolio è in frazionale rialzo: Brent +0,36%, 80,16 dollari al barile; Wti +0,68%, 70,82 dollari al barile. L’oro si muove in leggero calo, in area 1219 dollari l’oncia.
Piazza Affari soffre ancora. Le blue chip peggiori sono Telecom, -2,63%; Finecobank -1,69%; Enel -1,56%; Moncler -1,05%%. Banche in ordine sparso: cala Ubi -1,2%, sale Banco Bpm +1,67%. Fuori dal paniere principale Carige recupera il 6,52%, dopo il cda di ieri che ha aperto a possibili aggregazioni e conferito mandato all’ad per studiare il collocamento di un bond che potrebbe essere garantito dai principali soci. Gli acquisti premiano Pirelli +3,21%, con l’automotive ben intonato grazie agli spiragli sul fronte dalla guerra commerciale. Bene Buzzi +2,73%; Leonardo +1,14%: Saipem, +1,06%.
Debole Luxottica, -0,38%, che ieri ha presentato alla Consob il documento sull’offerta pubblica di scambio obbligatoria totalitaria dopo il conferimento a Essilor delle azioni Luxottica in mano a Leonardo Del Vecchio. EssilorLuxottica riconoscerà agli azionisti di Luxottica che aderiranno all’Ops un corrispettivo pari a 0,4613 azioni di nuova emissione con valore nominale di 0,18 euro.