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Borse: Milano sprofonda, pesano lo stop dell’economia tedesca e la manovra. Tutta Europa in calo

FIRSTonline

Partono male e poi ampliano i cali: le Borse europee invertono la marcia dopo tre giorni di rialzi. A deludere è soprattutto la bassa crescita tedesca che sprofonda i mercati nuovamente nel timore della recessione.
Il Dax, epicentro del nuovo focolaio di sfiducia, cede così il 2,24%. A ruota le altre Borse europee: il Ftse Mib perde il 2,30%, il Ftse 100 lo 0,77%, il Cac l’1,39% e l’Ibex il’1,66%. Il segnale che arriva dalla Germania non è per nulla rassicurante: anche la locomotiva d’Europa, il Paese con conti in ordine e che più ha beneficiato dell’euro per le proprie esportazioni anche nella stessa Europa, perde colpi. Nel secondo trimestre il Pil tedesco sale di uno striminzito 0,1% rispetto allo 0,5% atteso dagli economisti.

In mattinata sono arrivati anche i dati sull’Eurozona: nel secondo trimestre la crescita trimestrale è stata dello 0,2% rispetto alle attese tra lo 0,3% e lo 0,8%. L’Italia, con +0,3%, e’ lievemente sopra alla media europea. Il commercio estero, fa sapere poi Eurostat, a giugno ha registrato un avanzo di 0,9 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 0,7 dello stesso mese del 2010. In un contesto di debiti sovrani ormai ingestibili e di manovre da più parti lacrime e sangue, la variabile Pil fa infatti la differenza. Più rallenta l’economia e più è difficile per gli Stati combattere il deficit.

Soprattutto quando il fronte politico europeo dà segnali contradditori e titubanti ai mercati. Mentre cresce l’attesa per il vertice franco-tedesco di oggi, il consigliere economico del governo tedesco, Peter Bofinger, apre all’ipotesi eurobond affermando che Sarkozy e Merkel ”non possono concludere il vertice senza prendere decisioni concrete” e che ”non ci sono alternative” all’introduzione degli eurobond per fermare il terremoto che sta sconvolgendo i mercati finanziari internazionali. Rassicurazioni che arrivano dopo le affermazioni di ieri del portavoce della Merkel che avevano avuto l’effetto di disorientare i mercati (poi tornati positivi grazie a Wall Street): aveva escluso dal vertice franco tedesco di oggi decisioni spettacolari e la discussione degli eurobond da più parti auspicati.

Nel frattempo, Bloomberg riferisce che la Banca Centrale Europea ha acquistato questa mattina nuovi titoli di stato italiani e spagnoli. Dopo essere salito a 273 punti base, lo spread Btp-bund torna sotto quota 270 e il premio di rendimento al 5,01%. Intanto la Spagna ha collocato titoli a 12 e a 18 mesi con rendimenti in deciso calo rispetto all’ultima asta. L’euro, invece, è scivolato rispetto al dollaro a 1,43. Ma le paure sulla crescita sono ritornate prepotentemente su tutti i mercati mondiali. Dopo un’apertura in rialzo le Borse asiatiche chiudono in ribasso: Hong Kong -0,24%, Shangai -0,71%, Shenzen -0,87% mentre Tokyo chiude a +0,23% dopo una seduta incerta. Vendite anche sulle materie prime e sul petrolio, in leggero calo sui mercati asiatici, mentre lo yuan tocca un nuovo record sul dollaro per la quinta seduta consecutiva. In negativo anche i futures di Wall Street.

A PIAZZA AFFARI PESA LA ROBIN HOOD TAX SU ENERGIA E RETI
FIAT, DELUDE LA 500

Ma a Milano i listini sono trascinati al ribasso anche dalle ulteriori tensioni sulla manovra di correzione dei conti pubblici varata dal Consiglio dei ministri lo scorso venerdì. L’indice principale di Piazza Affari paga infatti soprattutto il crollo del mondo di energia e utility colpito da un inasprimento della Robin Tax: Enel cede il 4,96% e Enel Green Power del 5,85 mentre l’estensione anche alle reti della tassa fa sprofondare Snam Rete Gas e Terna rispettivamente dell’11% e del 10%. In ogni caso, gli analisti di Citigroup ritengono modesto l’impatto della Robin tax e puntano invece il dito sui problemi a livello di ”instabilita’ regolatoria”, che sta ”deteriorando la percezione del valore dei titoli italiani dell’energia”.

A Piazza Affari scende anche Fiat (-5,77%) appesantita dalle prospettive difficili per l’intero comparto auto e dalle vendite della 500 in Usa: la responsabile del brand torinese negli USA, Laura Soave, ha dichiarato in un’intervista a Bloomberg che probabilmente il target di vendite 2011 della 500 nel Nord America (50mila unità) difficilmente verrà raggiunto. Bene nel complesso banche ad eccezione di Unicredit (-0,47%). Popolare Milano sale del 2,56%, Mediobanca del 2,21%, Banco popolare del 2,03%, Ubi Banca delll’1,61% e Intesa dell’1%. In evidenza anche Parmalat che sale dell’1,51%

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Categories: Finanza e Mercati