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Borse: Milano, ancora giornata da incubo. Piazza Affari ai minimi degli ultimi due anni

Maglia nera dell’Europa (-2,53%), record negativo dal 2009: l’emergenza ormai è tutta italiana – In mattinata lo spread fra i Btp decennali e i bund tedeschi aveva superato i 380 punti, con i rendimenti dei buoni a 5 anni allineati a quelli spagnoli – Particolarmente deboli i bancari e gli assicurativi – Crollo per Fiat dopo il calo delle immatricolazioni

Borse: Milano, ancora giornata da incubo. Piazza Affari ai minimi degli ultimi due anni

Ancora profondo rosso sulle Piazze Europee all’indomani dell’accordo sull’innalzamento del tetto del debito Usa: il Ftse Mib perde il 2,53% a 17.272 punti, ai minimi dagli ultimi due anni, il Dax il 2,26%, e il Cac l’1,82% mentre il Ftse 100 contiene le perdite con un calo dello 0,97%. Allo stesso tempo l’oro segna ancora il nuovo record a 1.643,70 dollari l’oncia sulla piazza di New York.

Ma l’emergenza è sempre più tutta italiana: in mattinata lo spread tra i Btp decennali e i bund tedeschi ha raggiunto il record oltre i 380 punti base con i rendimenti dei titoli di Stato a 5 anni che si sono praticamente allineati a quelli spagnoli. Nel corso della giornata lo spread è poi rientrato attorno ai 371 punti base ma si mantiene alto. La prospettiva di un esonero dell’Italia, insieme alla Spagna, al pagamento della quinta tranche degli aiuti alla Grecia, che avrebbe potuto avere un pericoloso effetto di sfiducia sui mercati, è stata smentita in giornata da una portavoce della Commissione Ue.

Ora per scongiurare il punto di non ritorno dell’attacco all’Italia (che molti fissano in un rendimento dei Btp alla soglia del 7%) prova a scendere in capo la politica. Il ministro del Tesoro Giulio Tremonti ha convocato nel pomeriggio il Comitato di stabilità finanziaria al quale partecipano il direttore generale di Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni, il presidente della Consob Giuseppe Vegas, il presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini e il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli. E domani volerà a Bruxelles per incontrare il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker.

Sempre domani il premier Silvio Berlusconi riferirà in Parlamento sulla situazione economica mentre giovedì incontrerà le parti sociali. Nel frattempo la Consob alza le difese: ha chiesto informazioni a Deutsche Bank sulla cessione di titoli di Stato italiani per un valore di 7 miliardi di euro. La banca tedesca ha ridotto a fine giugno la propria esposizione al debito italiano a soli 997 milioni di euro.

Il piano sulla Grecia non convince i mercati e la speculazione attacca l’Italia, complici le incertezze politiche, un listino pieno di banche liquide e un mercato di titoli di Stato altrettanto liquido. Ma le vendite sull’Italia riflettono anche e amplificano le preoccupazioni sulla crescita economica che arrivano dagli Usa (oggi la spesa personale in flessione per la prima volta in due anni, ieri è arrivato anche un deludente indice Ism manifatturiero e la settimana scorsa il Pil) ma che investono in pieno l’Europa giudicata dai mercati meno attrezzata degli Usa a reagire a uno scenario di recessione.

E tra i Paesi dell’Eurozona l’Italia è percepita l’anello debole della catena, anche dopo una manovra economica che non ha dato il colpo di reni sperato. Dopo una mattinata volatile caratterizzata da alcuni tentativi di recupero dei listini, infatti, le piazze europee hanno accelerato le perdite dopo la diffusione dei dati macro Usa e l’apertura in calo di Wall Street (ora il Dow Jones viaggia in calo dello 0,77% e il Nasdaq dello 0,78%).

Ha provato a spegnere i timori sulla crescita il segretario del Tesoro Usa Statunitense Timothy Geithner che in un’intervista alla tv Abc, secondo quanto ha riferito Bloomberg, ha detto di non vedere “rischi di una ricaduta in recessione per gli Stati Uniti”. La crescita dell’economia Usa è più lenta del previsto, ha aggiunto, e l’accordo del debito non comporterà perdite di posti di lavoro, mentre risulta seriamente danneggiata la fiducia negli Usa dopo “lo spettacolo che abbiamo visto a Washington”.

Geithner, che non ha ancora preso una decisione sull’eventualità di dimettersi dall’incarico, non si è però sbilanciato sulla probabilità che il debito Usa venga declassato, dopo l’accordo sull’innalzamento del tetto al debito che non mette in campo le cifre indicate dalle agenzie di rating (2.400 miliardi di dollari rispetto ai 4.000 indicati da S&P’s per mantenere il voto massimo). Sul fronte macro economico gli occhi sono ora puntati sul dato di venerdì della disoccupazione Usa. Intanto in apertura di mercati il petrolio ha reagito ai timori sulla crescita con un calo dello 0,4% a 94,54 dollari al barile mentre il dollaro torna a perdere terreno nei confronti dell’euro con il cambio euro dollaro che riprende quota a 1,4222.

SCENDONO LE BANCHE
MA GLI INDUSTRIALI SONO VENDUTI A PIENE MANI

Piazza Affari è ancora maglia nera, colpita da una raffica di sospensioni. Vengono vendute le banche, certo: sono loro le prime vittime dell’allargamento dello spread tra Btp decennali e bund (perché hanno in pancia moltissimi titoli di Stato e perché un peggiormento del rischio Paese incide sulla loro competitività). Così Unicredit ha ceduto il 5,77%% e Intesa il 5,24%, il Banco Popolare il 4,37%, Mps il 3,28%, Anche se in giornata il comparto si è mosso contrastato con alcuni istituti che hanno tentato il recupero in territorio positivo.

Stessa storia per gli assicurativi, penalizzati dai timori sulle perdite negli attivi investiti nei titoli di Stato. Le Generali perdono il 2,9%: la compagnia triestina diffonderà la semestrale venerdì 5 agosto. Gli analisti di Credit Suisse scrivono in un’analisi che il titolo tratta a premio rispetto al settore in termini di rapporto prezzo/utili (il rapporto sul p/e atteso nel 2012 è di 8 volte) ma che, sebbene un certo premio sia giustificato, “il titolo rimarrà probabilmente guidato dai fattori macro a causa dell’esposizione del gruppo al debito dei Paesi del Sud dell’Europa”.

Per gli stessi timori in calo anche Unipol del 3,77%. Fondiaria Sai scende del 4,66%, dopo l’ennesimo crollo segnato ieri con un tonfo del 9,19%. Oggi il cda del gruppo assicurativo si è riunito per varare il nuovo organigramma della società in cui la famiglia Ligresti ha fatto un passo indietro e per fissare le nuove regole in risposta all’Isvap sulle procedure per le transazioni immobiliari con le parti correlate. Ma in giornata i titoli bancari si sono mossi contrastati e non è mancato, soprattutto nella mattinata, qualche tentativo di recupero in territorio positivo. Questa volta infatti sono gli industriali a essere venduti a piene mani. Tra i peggiori titoli dell’indice principale ci sono infatti Fiat (8,43%), Fiat Industrial (-6,18%), Exor (-6,37%), Pirelli (-5,82%), Buzzi Unicem (-6,09%)

FIAT PAGA IL CALO DELLE DI IMMATRICOLAZIONI DEL MERCATO
BREMBO CADE SUI MINIMI DA MARZO A 7,68 EURO

Fiat registra un crollo dell’8,43% all’indomani della pubblicazione dei deboli dati sulle immatricolazioni di auto a luglio in Italia (-10,7% sul luglio 2010) nonostante il gruppo abbia aumentato la quota di mercato al 30,3% (+0,8%) e dopo che oggi sono usciti i dati sul mercato tedesco: +2,2% le immatricolazioni del brand Fiat, ma scende la quota di mercato al 2,7% dal 2,9% (mentre sale la quota di Alfa Romeo allo 0,4% dallo 0,3%). Cadono però tutti i titoli legati alle quattro e alle due ruote.

BREMBO SUI MINIMI DA MARZO
BRILLA L’ENERGIA CON ENEL GREEN POWER

Brembo crolla del 12,03% sui minimi di marzo dopo essere stato sospeso dagli scambi nel primo pomeriggio (-10,54% teorico). Continua il calo delle scorse sedute: sul titolo pesano le caute previsioni per il secondo semestre 2011. Ieri Equita ha tagliato il giudizio a hold. Su Piaggio (-7,87%) pesano i dati delle immatricolazioni delle due ruote a luglio che hanno segnato un ribasso del 23,2%, nonostante il gruppo abbia archiviato a luglio una crescita della propria quota di mercato delle due ruote in Italia dello 0,4% al 29,9%. Scende anche Buzzi Unicem (-6,09%): oggi Equita ha confermato la raccomandazione reduce e il target price a 8 euro, giudicando i risultati della controllata Dyckerhoff diffusi ieri. Ha resistito ai ribassi il comparto energetico, in una giornata dove si è fatto fatica a trovare titoli in territorio positivo sull’indice principale. Enel Green Power (+0,90%) ha chiuso il primo semestre con un risultato netto di gruppo pari a 300 milioni di euro (+18,6%) e ricavi in crescita del 28,4% a 1,33 miliardi. Enel sale dello 0,36 per cento.

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