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Borse, Madrid dà la carica all’Europa. A Piazza Affari corrono Mediaset e Fiat

Dall’autorevole Bill Gross capo di Pimco, il più grosso fondo obbligazionario del mondo, è arrivato un nuovo consiglio di tenersi alla larga dal debito di Spagna, Italia e Grecia. Il ragionamento di Gross è questo: “Forse persino un tasso del 4% sui titoli italiani e spagnoli non è abbastanza basso” per non affogare, dato che “tassi d’interesse al di sopra della crescita del Pil inevitabilmente aumentano il debito in percentuale del Pil, anche se il bilancio è in pareggio primario”. Ecco perché “prima o poi si annega, anche al 4% sul titoli decennali, finché la crescita del Pil è quasi piatta”. Sulla stessa linea sembrano i big della finanza internazionale, da JPMorgan a Credit Suisse Ubs che, secondo il quotidiano Hendelsblatt, fra aprile e giugno hanno aumentato la protezione sul rischio Italia attraverso i cds. O, visto da un altro punto di vista, hanno aumentato le scommesse sulle difficoltà del nostro Paese. È veramente questione di fondamentali o piuttosto ci stiamo avvicinando sempre più verso la famosa profezia che si autoavvera?

Certo è che la speculazione non è andata in vacanza, come dimostrano anche le montagne russe delle Borse di giovedì scorso che sulle parole di Draghi sono prima precipitate a rotta di collo (ormai salivano già da troppi giorni no?) per poi rimbalzare delle stesse percentuali il giorno dopo. Il mercato avrà certamente rielaborato le parole di Draghi, ma gli speculatori internazionali non sono ancora sotto l’ombrellone. E forse non ci andranno proprio. Cassettisti avvisati.

Oggi i mercati, dopo l’euforia di venerdì, hanno vissuto un’altra giornata di guadagni guidati dai listini periferici. La spinta è arrivata soprattutto da Madrid +4,4% che dopo essere rimasta bloccata per larga parte della mattinata nel pomeriggio ha ripreso le contrattazioni chiudendo migliore d’Europa. Milano +1,54%, Francoforte +0,77%, Parigi +0,81%, Londra +0,37%.

Oggi la Commissione Ue ha accolto con favore il piano di bilancio pluriennale della Spagna, che sarà esaminato in dettaglio entro ottobre. Lo ha annunciato il portavoce Olivier Bailly, confermando che il documento è stato ricevuto nella tarda serata di venerdì. Notizie positive, per quanto possibile, dalla Grecia dove la Troika (Ue-Fmi-Bce) ha indicato che il governo greco sta facendo progressi ma servono altri sforzi e, soprattutto, le nuove misure devono arrivare entro settembre. L’euro si è rafforzato sul dollaro a 1,2418 e anche il petrolio Wti sale a 91,86 dollari al barile.

A dispetto delle mani forti internazionali, i Btp hanno vissuto una giornata tranquilla, di relativa stabilità sebbene su livelli ancora troppo alti. Lo spread Btp-bund ha chiuso attorno a quota 459 dopo un’apertura a 462, oscillando in intraday fino a 469. Il rendimento è al 5,99%. Il differenziale Bono-bund è sceso a 533 da 541. La Banca centrale europea anche la scorsa settimana non ha acquistato alcun quantitativo di titoli di Stato europei, tenendo fermo il suo programma di emergenza ‘Smp’ per 21 settimane consecutive. Lo si legge sulle statistiche settimanali pubblicate dall’Eurotower.

Le piazze europee hanno ampliato i rialzi dopo l’apertura positiva di Wall Street che è spinta anche da risultati corporate meglio delle attese (Dow Jones +0,58% e Nasdaq +0,86%). Hanno per esempio sorpreso i profitti della Berkshire Hathaway di Warren buffet che sembra così dimostrare di non aver perso lo smalto. Best sale del 19% dopo che il fondatore Richard Schulze ha offerto 8 miliardi di dollari per il buy out. Crolla del 23% Knight Capital group, che è stata sull’orlo della bancarotta per le perdite da trading e poi salvata da un’inizione di 300 milioni di dollari da parte di un gruppo di investitori.

A Piazza Affari svetta Mediaset (+10,61%) che riavvicina quota 1,4 euro a cui si collocava prima della trimestrale diffusa a fine luglio. Sul Ftse Mib brillano titoli in ordine sparso: bene Diasorin (+4,46%), A2A +4,11%, Azimut +4,05%, e anche Fiat +3,98% in linea con il buon andamento nella seduta del comparto dell’auto. Fra le banche, dopo i conti di venerdì, è salita ancora Intesa Sanpaolo (+4,17%) mentre ha perso terreno Unicredit (-1,29%, terzo peggior titolo del Ftse Mib), penalizzata dai tagli di stime operati da alcune case di investimento. Nel complesso il comparto bancario non ha risentito particolarmente della scure di S&P che nei giorni scorsi a Borse chiuse ha tagliato il rating di 15 istituti e ha messo lo stato di Credit watch negativo su quattro. Tra le banche colpite dal taglio: Bper +0,55% , Carige +0,00%, Ubi +1,80%. Intanto un funzionario di Bruxelles ha anticipato che la Commissione europea presenterà l’11 settembre proposte dettagliate sull’unione bancaria, che prevede che il controllo del comparto sia affidato alla Bce.

In fondo al listino Buzzi Unicem -2,77% e Mediolanum -1,53%.

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Categories: Finanza e Mercati