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Borse, l’Europa prepara forti rialzi dopo il rally di Wall Street seguito alla retromarcia di Trump sui dazi. Incerti dollaro e future su WS

L’inversione di marcia di Trump sui dazi spinge al rialzo Wall Street, con l’impennata dei Magnifici Sette, le borse asiatiche e con tutta probabilità anche quelle europee. A Milano occhio a Mediobanca, Mps, Generali, Banco Bpm, Eni, Stm e Italgas.
Piazza Affari ha aperto con un rialzo del 7%

Borse, l’Europa prepara forti rialzi dopo il rally di Wall Street seguito alla retromarcia di Trump sui dazi. Incerti dollaro e future su WS

Come nel gioco dello yo-yo, con il filo che si arrotola e si srotola, così i mercati azionari e obbligazionari che avevano subito enormi perdite, stanno rimbalzando con vigore e il panico ha lasciato il posto all’euforia dopo che Trump ieri sera, a mercati Usa ancora aperti, ha annunciato la sospensione per 90 giorni della maggior parte dei nuovi dazi doganali statunitensi imposti solo 24 ore prima, ad esclusione della Cina. Il movimento è stato potente a Wall Street ieri sera e anche le borse asiatiche oggi brillano, mentre i future sulle borse europee indicano un’apertura in netto rialzo. In questo movimento restano però indietro i future statunitensi e il dollaro, facendo pensare a qualche crepa nella fiducia degli investitori nell’economia statunitense. L’oro, nel frattempo, continua a salire dopo le profonde turbolenze di mercato che abbiamo visto nelle ultime sedute. Al momento, è a meno di 40 dollari l’oncia dal suo recente record. Finora, i prezzi sono aumentati di un impressionante 3%, in linea con la crescita più forte da novembre.

Trump: fermi tutti per 90 giorni. Ma per la Cina i dazi salgono al 125%

Ieri sera, a mercati Usa aperti, Trump ha annunciato che avrebbe sospeso molti dei suoi nuovi dazi per 90 giorni, aumentandoli però ulteriormente sulle importazioni dalla Cina dal 104% al 125%. Il suo improvviso cambio di rotta è avvenuto meno di 24 ore dopo l’entrata in vigore di nuovi dazi elevati sulle importazioni da decine di partner commerciali. Allo stesso tempo, ha affermato che li avrebbe abbassati anche per gli altri Paesi.

Rimbalza Wall Street con tutti i suoi Magnifici sette

Gli indici di Wall Street hanno registrato durante la notte i maggiori guadagni percentuali giornalieri in più di un decennio nella sua miglior seduta dal 2008, con gli investitori sollevati dal fatto che, con l’ultima inversione di rotta di Trump, per lo meno il commercio globale non sarebbe più destinato a fermarsi completamente. L’indice S&P500 ha chiuso con un rialzo del 9,5%, un balzo che lo ha portato fuori dal territorio del mercato ribassista. L’indice dei Magnifici Sette è cresciuto del 14,40% con i titoli che hanno accumulato un valore di mercato di oltre 1,5 trilioni di dollari. I guadagni non hanno cancellato tutti i 3,4 trilioni di dollari di valore che le aziende hanno perso complessivamente dal picco raggiunto alla fine del 2024; circa 2 trilioni di dollari di queste perdite si sono verificati la scorsa settimana, dopo che Trump ha imposto dazi. Ma la tregua ha dato agli investitori un motivo per riacquistare queste azioni costose, le cui valutazioni avevano raggiunto livelli stratosferici poiché le aziende avevano puntato miliardi di dollari sullo sviluppo di infrastrutture di intelligenza artificiale. Le azioni del gigante dei chip AI Nvidia insieme ad Apple, Tesla, Microsoft, Alfabet, Meta (Facebook) e Amazon hanno chiuso in rialzo tra il 9,68% e il 22,69%, un rally che ha spinto il Nasdaq a chiudere in aumento di oltre il 12%.

Si stabilizza anche l’obbligazionario Usa

Si è stabilizzata anche una frenetica vendita di obbligazioni che si era vista ieri che aveva riacceso i timori di fragilità nel più grande mercato obbligazionario del mondo. Ieri sera ha anche chiuso con successo l’asta del T-bond a 10 anni, mentre quella a 3 anni del giorno prima era stata deludente.
Il cambio di rotta della Casa Bianca è arrivato dopo l’ottimo esito dell’asta da 39 miliardi di dollari in titoli del Tesoro a dieci anni” osserva Antonio Cesarano, il chief global strategist di Intermonte, che segnala che a sottoscrivere il debito degli Stati Uniti sono stati soprattutto soggetti istituzionali stranieri, forse in risposta a un appello alla mobilitazione arrivato da Washington qualche ora dopo il disastroso esito dell’asta di ieri dei titoli a tre anni. E’ possibile, secondo Cesarano, che Trump abbia deciso di fermare l’escalation dopo aver ottenuto dai paesi partner, una risposta concreta su un tema più volte ribadito nelle ultime settimane, quello del debito. Sia Trump che il segretario al Tesoro, Scott Bessent, chiedono da tempo che i paesi partner, oltre a comprare più merci statunitensi, comprino soprattutto più Treasury. La risposta all’appello c’è stata e il negoziato può iniziare. Ieri i titoli del Tesoro non hanno mai subito oscillazioni così violente, con i rendimenti a 2 e 30 anni che hanno oscillato di oltre 0,3 punti percentuali lunedì e mercoledì. I due titoli non registravano movimenti così estremi contemporaneamente da quando si iniziano a registrare le statistiche nel 1998.

Taiwan detiene una quota enorme di asset statunitensi e coglie ogni occasione per ricordarlo agli investitori (e all’America). Il governatore della banca centrale dell’isola, Yang Chin-long, ha appena dichiarato ai legislatori che oltre l’80% delle sue riserve estere è costituito da titoli del Tesoro statunitensi, definendolo un livello ideale. (Taiwan aveva quasi 580 miliardi di dollari di riserve estere a marzo.)

Borse asiatiche in ripresa. Preoccupano i rapporti Usa-Cina

L’euforia si respira anche in Asia. L’indice MSCI Asia Pacific guadagna il 5,2%, la variazione in positiva più forte dal novembre del 2022. La borsa di Tokyo è in rialzo dell’8,5%. Lo yen si indebolisce a 146,7 su dollaro. Le azioni cinesi hanno aperto con una nota positiva giovedì e l’indice Hang Seng di Hong Kong è balzato fino al 4%, il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +1%, nonostante lo yuan onshore sia crollato al livello più basso degli ultimi 17 anni. Alcuni analisti hanno attribuito il rialzo alle speranze di colloqui tra le due maggiori economie mondiali, nonché al sostegno di Pechino ai mercati e all’economia.

Tuttavia si guarda con preoccupazione alla guerra aperta tra Usa e Cina: Trump che ha inferto un duro colpo a Pechino aumentando l’imposta sulle importazioni cinesi al 125%, rispetto al dazio del 104% entrato in vigore mercoledì. La Cina ha aumentato i dazi aggiuntivi sui prodotti americani all’84% e imposto restrizioni a 18 aziende statunitensi da oggi 10 aprile. A Pechino, i leader politici ed economici della Cina si dovrebbero incontrare a breve per discutere di ulteriori stimoli economici, dopo l’inasprimento dei dazi da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, scrive Bloomberg. La riunione si concentrerà sulle misure di sostegno per l’edilizia abitativa, la spesa per i consumi e l’innovazione tecnologica. Anche altri organi governativi, tra cui le autorità di regolamentazione finanziaria, saranno presenti al vertice. La Cina stia lasciando che lo yuan si svaluti come valvola di sfogo per l’economia in generale. Questo rende i suoi beni più economici, ma fa aumentare il costo delle materie prime importate. E qualsiasi forte calo della valuta potrebbe causare problemi ad altri mercati emergenti, molti dei quali sono già alle prese con l’afflusso di prodotti cinesi a basso costo.Lo yuan offshore è in calo dello 0,2% a 7,3585 rispetto al dollaro, mantenendo le perdite mentre entrano in vigore i nuovi dazi cumulativi statunitensi del 125% sulla Cina.

Al contrario, il Vietnam ha dichiarato oggi di aver raggiunto un accordo con gli Stati Uniti per avviare i negoziati per un patto commerciale. Le azioni vietnamite sono salite vertiginosamente nelle contrattazioni mattutine dopo che Donald Trump ha sospeso i dazi del 46%. L’indice VN è salito del 6,7% alle 11:20 di giovedì, il massimo da ottobre 2001.

Borse europee: in vista un rimbalzo dell’8%

I future sulle borse europee anticipano un rimbalzo del +8% dopo la mossa di Trump.

Mps. L’attuale scenario macroeconomico in peggioramento rende ancora più evidenti le controindicazioni dell’offerta lanciata da Mps su Mediobanca, secondo il ceo di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel.
Intanto Barclays ha alzato il target price su Generali, di cui Mediobanca detiene il 13,1%, da 24 a 25 euro (rating underweight) e JP Morgan e BlackRock hanno ridotto le rispettive partecipazioni in Banco Bpm al 2,093% a partire dal 2 aprile, da una precedente partecipazione del 3,057%, secondo quanto comunicato dalla Consob.

Eni si aspetta che gli investitori interessati all’acquisto di una quota di minoranza in Plenitude, controllata di energie rinnovabili e retail valutino la società più di 10 miliardi di euro, debito incluso, come ha detto Francesco Gattei, chief transition and financial officer del gruppo.

Stm. I membri francesi del supervisory board hanno votato a favore dell’ingresso di Marcello Sala a cui si sono opposti tre consiglieri indipendenti che hanno diritto di veto.

Italgas riunisce l’assemblea sia ordinaria sui piani azionariato diffuso e stock grant sia straordinaria sull’aumento di capitale per l’acquisizione di 2i Rete Gas

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