L’ultimo invito alla prudenza è arrivato dal sondaggio tra i clienti di Bank of America, ovvero i più importanti ed influenti gestori del pianeta. Dalle loro risposte emerge la propensione a parcheggiare i capitali in liquidità (il 19 % del totale, poco più del doppio di un anno fa) in attesa di buone occasioni di impiego. Senza farsi troppe illusioni, però: l’88% dei gestori ritiene che l’anno prossimo le Borse saliranno sì, ma ad una cifra soltanto. Niente a che vedere con il recente rally: proprio ieri l’indice S&P ha festeggiato l’aumento del 100% dal 20 marzo dello scorso anno. Ma il quadro tiene visto che il sovrappeso rispetto alle obbligazioni resta molto alto. La Germania resta la scelta numero uno, seguita dall’Italia. Scende, rispetto a luglio, la percentuale di quelli che si aspettano un’ulteriore accelerazione della crescita economica.
Soffia sperò sui listini europei un’aria insidiosa in arrivo da Oriente. Il nuovo ribasso delle Borse cinesi, combinato con l’incertezza innescata dal crollo di Kabul, spinge all’ingiù i listini europei. Non si salva Piazza Affari -1%, il mercato peggiore ma ancora sopra la soglia dei 26 mila punti, il picco scalato con grande difficoltà prima di Ferragosto. Non fanno meglio le altre piazze. Tentenna Francoforte, che cede lo 0,45%, sostanzialmente debole Londra, che registra una flessione dello 0,25%, e si muove sotto la parità Parigi, evidenziando un decremento dello 0,56%. Numeri che giustificano una certa prudenza, senza però suggerire crolli imminenti. Diverse banche d’affari danno per probabile una correzione in autunno, propiziata dall’uscita graduale dagli acquisti praticati dalla Fed. Ma le vendite, dicono gli analisti, serviranno più che altro a creare spazi per nuovi rialzi, una volta rientrata la pandemia.
Un quadro a più tinte in cui però spicca il +9% di BHP, il colosso anglo australiano delle materie prime che stamattina ha annunciato l’aggregazione della sua divisione petrolifera con Woodside Petroleum, l’avvio di un progetto da 5,7 miliardi di dollari per l’estrazione dell’idrossido di potassio in Canada, giustificato dagli incentivi per i certificato sul CO2. In questa cornice è stato deciso il delisting del titolo, il più importante della borsa di Londra. D’ora in poi la società sarà quotata solo a Sidney.
A Milano, in un mercato sottile, a metà mattina hanno preso a correre le vendite sui titoli bancari. Sotto tiro i titoli più speculati in chiave di risiko: cedono oltre il 2% Bper e Bpm, -2,1% anche per Unicredit. Sotto pressione i tassi, in attesa della pubblicazione domani delle minute della Fed. Lo spread è poco sopra i 103 punti, Bund a -0,49%, -2 punti base. Il Treasury Note a dieci anni tratta a 1,23%, da 1,27% di ieri. Bund a -0,49%, -2 punti base.
Spiccano tra gli industriali le vendite su Pirelli. In lieve rosso Stellantis e Leonardo, entrambe a -1,77%. Tra i pochi rialzi merita segnalare Diasorin +0,95% ed Interpump +0,88%.